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In Italia, le donne over 65 rappresentano una fetta importante della nostra popolazione, costituendo circa il 60% degli anziani.
Ma quali sono le sfide che affrontano quotidianamente? Spesso vivono una doppia discriminazione, legata sia all’età sia al genere. Questo tema è stato al centro di un incontro tenutosi a Roma, organizzato dalla fondazione Atena in collaborazione con il Gruppo Italiano Salute e Genere (Giseg) e la fondazione Età Grande. L’obiettivo era chiaro: mettere in luce l’importanza di una medicina specifica per genere, con un’attenzione particolare alle donne anziane.
Come ha evidenziato il monsignor Vincenzo Paglia, dopo i 65 anni, quasi due terzi del tempo è speso con limitazioni funzionali. Purtroppo, questa condizione di salute è spesso vissuta in solitudine. La longevità delle donne gioca un ruolo cruciale: quasi la metà delle donne over 75 vive da sola, esponendosi a rischi come demenze e malattie cardiovascolari. Ti sei mai chiesto come un contesto discriminatorio possa ostacolare l’accesso a cure mediche e opportunità sociali? Questo rende la vita di queste donne ancora più difficile.
Le statistiche parlano chiaro: nel 2021, il 35% delle donne vittime di omicidio aveva più di 65 anni. Una realtà di cui dovremmo essere tutti più consapevoli. Ma nonostante queste sfide, le donne anziane continuano a essere un pilastro fondamentale per molte famiglie italiane, contribuendo in modo significativo al benessere delle generazioni più giovani.
Parliamo di numeri: si stima che il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne in Italia, per il 75% anziane e adulte, ammonti a oltre 23 miliardi di ore ogni anno.
Questo valore economico si aggira intorno ai 50 miliardi di euro, dimostrando quanto sia cruciale il ruolo delle donne anziane nella struttura familiare. Ma il loro contributo non si limita all’assistenza diretta; sorprendentemente, il 92,8% delle nonne supporta economicamente le famiglie dei figli, mentre tre nonne su quattro si occupano dei nipoti. Non è straordinario come queste donne riescano a far fronte a così tante responsabilità? Esse non sono solo statistiche; sono il cuore pulsante di molte famiglie, affrontando con resilienza e determinazione sfide enormi.
È vitale riconoscere il loro contributo e lavorare per migliorare le condizioni di vita di questa fascia della popolazione.
Nella mia esperienza, ho sempre sostenuto che il marketing oggi è una scienza, e così dovrebbe essere anche l’approccio alla salute. È fondamentale sviluppare un modello di assistenza sanitaria che tenga conto delle differenze di genere, in particolare per le donne anziane, che si trovano ad affrontare un insieme unico di sfide.
Come possiamo migliorare la situazione? L’implementazione di programmi di salute pubblica mirati e campagne di sensibilizzazione potrebbe davvero fare la differenza, migliorando l’accesso alle cure e la qualità della vita di queste donne. In questo contesto, è cruciale monitorare i KPI legati alla salute delle donne anziane, come l’accesso alle cure, il supporto sociale e il livello di isolamento. Solo attraverso un’analisi accurata dei dati e la valutazione delle performance di questi programmi potremo compiere significativi passi avanti verso una società più equa e inclusiva.