Chi ha inventato le lenti progressive?

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Le lenti progressive sono ormai una realtà da diversi anni. Quando subentra la presbiopia e si somma più di un difetto visivo, ci si trova veramente a proprio agio con questo tipo di prodotto, mentre in passato l’unica possibilità era utilizzare almeno due diverse paia di occhiali, con correzioni differenti. L’invenzione delle lenti progressive affonda le sue radici nel passato, il primo brevetto risale infatti al 1907.

L’invenzione delle lenti progressive

Fu appunto nel 1907 che Owen Aves registrò il brevetto di una lente progressiva. Tale brevetto indicava non solo l’effettiva progettazione delle lenti, ma anche i processi necessari alla sua fabbricazione. Oggi chi possiede un paio di occhiali con lenti progressive però non indossa quelle pensate dal britannico Aves, ma una versione molto più moderna che ha visto la nascita solo grazie all’introduzione della rivoluzionaria tecnologia FreeForm nel 1996 a cura di Adalbert Hanssen e Albrecht Hof, scienziati ZEISS, che ha completamente cambiato il modo di progettare una lente progressiva, con un conseguente miglioramento del comfort e della qualità visiva.

Come funzionano le lenti progressive

Chi ha un difetto visivo sa bene che in alcune situazioni una lente monofocale può non essere sufficiente. Solitamente è con il passare degli anni che le problematiche si presentano più spesso e sono tali da non consentire una perfetta visione degli oggetti posti a differenti distanze. Capita quindi di dover avere a disposizione un paio di occhiali per la lettura, che migliorano l’acutezza visiva nel caso di un libro posizionato vicino agli occhi; un altro paio servirà invece per vedere da lontano, ad esempio mentre si guida o al cinema. Situazioni di questo genere sono frequenti e potenzialmente sfidanti per gli occhi, ma si risolvono utilizzando le moderne lenti progressive. Sono di fatto lenti a più fuochi, ecco anche il loro nome multifocali, che garantiscono una corretta visione di oggetti posti vicini agli occhi, a media distanza, lontani e molto lontani; il tutto con un singolo paio di occhiali.

Scegliere le lenti progressive

Ovviamente è il professionista della visione a consigliare al singolo soggetto gli occhiali progressivi più adatti per la sua situazione. È infatti importante che tali occhiali siano progettati con una certa accuratezza. Inoltre, si deve considerare un primo periodo durante il quale ci si dovrà abituare all’uso delle lenti progressive, soprattutto in caso di primo presbite. Il cervello deve infatti apprendere un nuovo modo di guardare gli oggetti, cosa che deve fare anche l’occhio. Solitamente si tratta di qualche giorno di adattamento, durante il quale si acquisisce sempre maggiore confidenza con le nuove lenti.

Indossare i nuovi occhiali

Chiunque desideri acquistare un paio di occhiali con lenti progressive deve ovviamente sottoporsi a un’attenta misurazione della performance visiva. Questo serve a progettare un paio di lenti davvero “su misura”, che si adatti alla perfezione a chi lo indossa, in modo da rendere i futuri occhiali ideali in ogni situazione. Per poterlo fare è necessario anche valutare la forma del viso, lo stile di vita del singolo soggetto, il tipo di utilizzo che fa degli occhiali, oltre ovviamente alle problematiche che riguardano gli specifici difetti visivi di cui si soffre. Il successivo periodo di adattamento alle nuove lenti è diventato negli anni sempre più breve, grazie ai passi da gigante fatti nelle tecnologie che stanno alla base di queste lenti, ma è consigliabile sempre seguire con attenzione i consigli dell’ottico optometrista.