Medicina generale in Lombardia: criticità e proposte per una soluzione

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Negli ultimi tempi, i medici di medicina generale della Lombardia hanno fatto sentire la loro voce, lanciando un appello all’assessore alla Sanità, Guido Bertolaso.

Ma cosa c’è dietro questa richiesta? La frustrazione, che definiscono “insostenibile”, è il risultato di una serie di problematiche che, a detta loro, richiedono un intervento immediato. Con una lettera incisiva, i rappresentanti della Libera Associazione Medicina Generale (Lamg) hanno messo sul piatto otto punti critici che non possono più essere ignorati. La loro denuncia si fonda su un contesto di richieste inappropriate da parte dei pazienti, normative spesso disattese e una relazione complessa con coloro che sono assistiti da assicurazioni private.

In questo scenario, non solo il lavoro dei medici diventa sempre più gravoso, ma la qualità del servizio sanitario ne risente in modo significativo.

Le principali criticità segnalate dai medici

Un aspetto che salta subito all’occhio è la validità delle prescrizioni per le visite, che attualmente è fissata a sei mesi. Questo genera un’incessante richiesta di “ricopiatura” da parte dei pazienti. Ma ti sei mai chiesto se questa pratica abbia davvero un senso clinico? I medici sostengono di no, e avvertono che potrebbe compromettere la loro responsabilità professionale. La Lamg ha anche sottolineato l’urgenza di ripristinare una fornitura regolare dei ricettari rossi, attualmente in fase di limitazione, per garantire una gestione fluida delle pratiche mediche quotidiane.

Un’altra critica riguarda la mancanza di disposizioni ufficiali che affrontino la presunta “mancata emissione di impegnative, certificati di malattia e richieste di ricovero” da parte degli specialisti e delle strutture ospedaliere. Non è strano pensare che una maggiore uniformità nella gestione dei certificati di malattia, magari estesa a tutti i professionisti del servizio sanitario nazionale, compresi quelli delle strutture accreditate e private, possa semplificare il lavoro dei medici e migliorare l’assistenza ai pazienti?

Il programma di presa in carico e le sue insufficienze

Un altro punto cruciale è il programma di “presa in carico” dei pazienti, che, secondo i medici, tende a concentrare le risorse su coloro con bisogni meno complessi. Questa scelta, purtroppo, limita l’efficacia del programma stesso e rischia di trascurare le necessità di chi ha condizioni più gravi. La Lamg propone quindi una ridefinizione di questo modello, auspicando una distribuzione più equa delle risorse per garantire assistenza adeguata a tutti i pazienti. Ti sembra giusto che chi ha bisogno di cure più intensive venga messo da parte?

In questo contesto, i medici si rivolgono a Bertolaso chiedendo interventi concreti e tempestivi. La lettera si chiude con una nota decisa: i medici della Lamg non intendono rimanere in silenzio e sono pronti a mobilitarsi finché non verrà mostrato un impegno reale e tangibile da parte delle istituzioni. È il momento di agire, non credi?

Proposte per un miglioramento della situazione

Per affrontare le problematiche emerse, i medici hanno messo sul tavolo una serie di azioni concrete. Tra queste, spicca l’implementazione di un sistema di monitoraggio delle prescrizioni e delle richieste da parte dei pazienti, in grado di identificare e risolvere rapidamente eventuali anomalie. Inoltre, suggeriscono corsi di formazione per i professionisti della salute, finalizzati a migliorare la gestione delle relazioni con i pazienti e a ridurre i conflitti, in particolare con quelli assistiti da assicurazioni private. Non sarebbe ora di investire nella formazione per garantire un’assistenza di qualità?

Infine, è fondamentale creare un canale di comunicazione diretto tra i medici di medicina generale e le autorità sanitarie. Solo così si potrà garantire un confronto costante e la possibilità di intervenire rapidamente in caso di criticità. È solo attraverso un approccio collaborativo e proattivo che si potrà migliorare la qualità del servizio sanitario e la soddisfazione dei pazienti. Sei d’accordo che un dialogo aperto possa fare la differenza?