Mi ami? Do you love me? Uno spettacolo comportamentale

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Avete mai provato a interpellare un motore di ricerca in internet chiedendogli semplicemente "Mi ami?" o il corrispondente "Do you love me?"

Beh, qualcuno lo ha fatto ed è pronto a raccontarci quello che è successo, ricreandolo a teatro!

Debutta oggi, martedì 10 febbraio 2009, in prima nazionale, Mi ami? Do you love me?, la nuova produzione di Antonio Syxty, regista e co-direttore artistico del Teatro Litta di Milano, dove resterà in scena al fino all'8 marzo.

Si tratta di uno spettacolo comportamentale basato sui testi dello psichiatra scozzese Ronald D. Laing.
"Con Mi ami? ho voluto catalogare comportamenti banali e reiterati di un Lui e di una Lei in una sorta di esperimento percettivo, prendendo a prestito i ‘dialoghi' e le ‘poesie' di Laing, basati a loro volta su comportamenti relazionali e rapporti intrapsichici di un Lui e una Lei immaginati e ‘trascritti' dal grande psichiatra in forma di dialoghi compulsivi e frasi spezzate, deframmentate, afasiche.

– spiega Syxty – Fra il Lui e la Lei c'è X: un'incognita, un inconscio verbale e immaginario, un imbonitore/predicatore/falso profeta che si aggira incappucciato, proponendosi come ‘rumore bianco', come ‘virus psicologico' empaticamente evocato sia da Lui che da Lei, per scopi vagamente e banalmente esibizionistici ed emotivi. Alla fine, però, X è una porta ‘che non apre e che non chiude'.

Ho impaginato tutto questo in un'ipotetica e virtuale pagina web (tale quale fosse MySpace o Facebook, tanto in voga di questi tempi), usando provocatoriamente e artisticamente il palcoscenico di un teatro, con l'intento concettuale di creare un cortocircuito fra illusione (finzione del teatro) e sparizione/illusione della realtà, così come viene percepita oggi: deframmentata, emotivamente instabile, certamente ipertrofica nella resa mediatica degli accadimenti, delle informazioni e delle identità.

"

A proposito di questo cortocircuito esperienziale Bill Viola, uno dei più importanti artisti americani di video-arte, afferma che "una medesima reazione emotiva viene attivata nel cervello di una persona in entrambi i casi: sia quando questa si trova a fare un'esperienza, sia quando la vede fare da qualcun altro". È il principio neuroscientifico basato sull'attività dei neuroni specchio di cui spesso si parla.

Sixty trae però spunto anche da altre fonti come ha spiegato lui stesso.

"Nel perseguire il mio intento mi sono ispirato anche a una frase di un artista italiano, Gino De Dominicis: "Cara, io penso che le cose non esistano…". Ho cercato e voluto un collegamento con l'arte visiva e comportamentale in relazione alla vita emotiva e sentimentale, quasi che l'atto creativo artistico potesse trovare un corrispettivo speculare nell'atto amoroso. Per questo considero alcune sequenze di Mi ami? delle vere e proprie art-performances, come quando Lei balla sulle punte, mentre alle sue spalle scorre un video che ritrae solo banconote, o come quando Lui e Lei cercano un contatto fisico/amoroso, mentre sempre sullo schermo Jackson Pollock è intento nell'action painting.

E poi ancora: così come Warhol (occidente) e Beuys (oriente) si incontrano ‘storicamente' nel 1979, Lui e Lei (nel 2009) non si incontreranno mai; mentre all'opposto, o per contrappasso, la coppia Gilbert&George riesce a realizzarsi tale nel campo dell'arte, ma anche nella vita, diventando scultura vivente e ‘testimonianza' di un'unione e di un progetto artistico (e amoroso?)."

Amore dunque, ma non solo. "Il denaro è un altro elemento ricorrente e portante dello spettacolo.

Esso è il nesso per il quale ogni cosa si crea e ogni cosa si distrugge. Una vera e propria ‘identità divina e manifesta' della nostra epoca fatta di oggetti, feticci, griffe, status symbol, comportamenti, carte di credito etc…, che continuano a scorrere sullo schermo creando una sorta di ‘catalogo amoroso', pegno o sonetto neo-moderno e post-umano, per una ‘fotografia d'amore'" conclude Syxty.

Il motore principale del lavoro di Syxty resta comunque Laing, uno degli psichiatri più radicali del nostro tempo, basti pensare che nel suo primo libro, L'io diviso (The divided self, Glasgow 1955), pubblicato a soli ventotto anni, dichiarava apertamente di ispirarsi alla filosofia esistenzialista e definiva la sua prospettiva "psichiatria esistenziale" lanciando un nuovo modo di vedere la malattia mentale.

Fu infatti uno dei primi medici a descrivere la malattia mentale come una forma di "esperienza" esistenziale o punto di vista che, in linea di principio, è perfettamente comprensibile agli altri e dotato di senso e in questo testo suggerisce come le problematiche inerenti all'insicurezza ontologica del singolo individuo si intreccino con la variegata fenomenologia delle turbe psichiche.
A proposito delle relazioni umane affrontate nello spettacolo di Syxty, Laing illustra in Nodi (Einaudi, 1970) – un volume di poesie che rappresenta in realtà, e con coerenza, una delle facce della sua ricerca – le sue concezioni sui modi di relazione fra gli individui, cioè "sull'esperienza e il comportamento interpersonali".

Ognuno di noi si fa del comportamento altrui un'idea soggettiva, che rappresenta la sua "esperienza" dell'altro. L'intersecarsi di queste "esperienze", il loro urtarsi e modificarsi senza sosta creano una serie praticamente infinita di "nodi", di legami d'amore, di dipendenza, d'inquietudine.

Tuttavia è in Mi ami? (Einaudi, 1978), – il libro in cui Laing abbanda il "discorso teorico", cioè di una scrittura distaccata e organizzata rigidamente intorno a nuclei concettuali per adottare un linguaggio mobile e in continuo adeguamento a quanto va analizzando e proponendo, col risultato di servirsi di soluzioni liriche o di trapassi intuitivi con una libertà di percorso che favoriva l'analisi e l'evidenza,- che bisogna cercare il senso dell'opera teatrale.

Tra l'altro Laing in questo testo si pone come soggetto di osservazione, assumendo la propria biografia come oggetto del libro, con tutto il fascino e la seduzione che una simile mossa operativa comporta. Il risultato è infatti una immersione all'interno, nel corpo concreto di una realtà psichica, in cui malattia, schizofrenia, nevrosi, passate al filtro linguistico, psichiatrico, filosofico, "diventano" un linguaggio di grande chiarezza e percorribilità. Laing offre dialoghi, poesie, grumi di discorso, appunti, come percorsi mentali tanto lucidi e perspicui quanto di continuo affacciati sul baratro dell'Altro o dell'angoscia.

Uno spettacolo complesso e tutto da vedere nell'interpretazione sulla scena da Cara Kavanagh e Guglielmo Menconi.

Mi ami? Do you love me?
dal 10 febbraio all'8 marzo
presso il Teatro Litta
Corso Magenta 27 – Milano
telefono: 02 86454546
email: promozione@teatrolitta.it

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