Ohio:un errore nell’impianto dell’embrione

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Ohio settembre 2009.

Una donna è in procinto di dare alla luce un bambino concepito in vitro. Fin qui tutto normale; se non fosse per il fatto che il bambino è biologicamente di un’altra coppia. Come è possibile? La clinica della fertilità a cui si è rivolta con il marito le ha impiantato l’embrione sbagliato. La protagonista di questa storia stravagante è Carolyn Savage, una donna di 40 anni, della Sylvania, una cittadina dell’Ohio.

La sventurata ha raccontato al programma Today dell’emittente Msnbc.tv il suo drammatico dilemma frutto di un errore umano: abortire o portare a termine la gravidanza per poi dare in affidamento il bambino?

Un errore tra scienza e fede

Come ha raccontato nella trasmissione, alla fine la donna, molto religiosa, ha deciso di portare a termine la gravidanza. La coppia all’epoca aveva già due figli maschi, di 15 e 12 anni e una bimba di 18 mesi.

Dopo un primo contatto per vie legale con i genitori naturali del bambino, le due coppie sono riuscite a instaurare un rapporto cordiale. Grazie questa difficile decisione, i genitori biologici si sono dimostrati grati a Carolyn, la quale, inconsapevolmente, si è prestata come madre surrogata; portando in grembo per nove mesi il figlio di un’altra coppia.

I coniugi Savage non erano nuovi alla pratica della fecondazione assistita; in quanto avevano già avuto modo di sperimentarla per concepire la terza figlia.

Da quest’ultima esperienza erano rimasti congelati cinque embrioni e la coppia, che ribadiamo era molto religiosa, aveva deciso di farli impiantare per tentare un’ultima gravidanza. A seguito dell’equivoco, per dare agli embrioni “una chance di vita” la coppia ha deciso di ricorrere a una madre surrogata. Nel rendere pubblica questa storia, la donna spera che altre coppie possano evitare di vivere un’esperienza traumatica del genere. Insomma un errore che ha messo a dura prova la fede di una famiglia; ma che alla fine è riuscita a trovare la soluzione giusta tra due aspetti che nel corso della storia si sono dimostrati inconciliabili ovvero: scienza e fede.

Il caso di Carolyn non è l’unico

Quello di Carolyn non è un caso isolato. Casi di embrioni impiantati per sbaglio si sono già verificati nel corso degli anni sia in Italia, come a Modena, sia all’estero, come nell’Ohio, a New york e Hong Kong. E questi sono solo quelli più noti grazie alla stampa. Ma gli errori, il più delle volte frutto di una banale distrazione umana, che vengono registrati periodicamente in questo ambito, inducono a pensare a quante altre analoghe vicende sono accadute e rilegate nell’oblio.

Non bisogna andare troppo lantani per trovare altri casi analoghi; persino in Italia abbiamo degli esempi eclatanti. All’Ospedale Pertini di Modena, nel 1996 c’è stato uno scambio di provette utilizzate per la fecondazione assistite di due coppie. Bisogna aspettare il 2004 perché la vicenda diventi di dominio pubblico; grazie all’ingente somma risarcita alla coppia italiana che all’epoca aveva dato alla luce due gemellini di colore.

Sempre restando in territorio italiano; un altro caso che riguarda uno scambio involontario di embrioni è avvenuto nel 2014, presso l’ospedale Pertini di Roma.

Cosa è accaduto? Questo caso è analogo a quello dell’Ohio. Gli embrioni di una coppia, che si era rivolta alla struttura sanitaria per un intervento di fecondazione assistita, sono stati per errore impiantati nell’utero di un’altra donna, la quale è rimasta incinta portando avanti una gravidanza gemellare. A tal proposito occorre sottolineare che la donna “generatrice” degli embrioni è stata sottoposta a una serie di interventi che, purtroppo, non sono andati a buon fine.

Come finì la questione? I gemelli nacquero prima del termine e il giudice stabilì che fossero assegnati alla madre gestante. In questo caso il valore della gestazione ebbe la meglio su quello genetico. Questo dimostra quanto una questione del genere sia complessa dal punto di vista giuridico.

I diritti del feto

Per trattare la questione dell’errore dal punto di vista legale; sembra utile approfondire l’ultimo caso che abbiamo illustrato.

A seguito di questo scambio, i genitori biologici hanno presentato ricorso d’urgenza per risolvere la questione prima del parto. In quanto, secondo il loro punto di vista il fatto che i gemellini siano stati alimentati per nove mesi da un’altra donna, non cambia la loro identità naturale. A proposito del concetto di identità; l’avvocato in questione si è appellato all’articolo 8 della Carta Europea dell’uomo: solo la genitorialità genetica permette di tutelare il diritto a conoscere le proprie origini biologiche.

D’altra parte, la coppia che ha portato in grembo i gemellini per 9 mesi ha fatto leva sul concetto di “epigenetica“. Secondo questo concetto il ruolo fondamentale è quello della madre naturale, la quale assicura al feto nutrimento e protezione per la durata di tutta la gestazione.

Insomma questa questione è l’esempio eclatante di come nella Costituzione italiana; la quale pur elencando un notevole numero di diritti quali il diritto alla libertà personale, il diritto di riunirsi pacificamente senza armi; paradossalmente non presenti nulla in modo esplicito sul diritto alla vita.

Per essere ancora più specifici; le norme giuridiche non dicono nulla riguardo al concetto di “persona” e sul momento in cui il frutto del concepimento diventa tale.