Origini della Stanchezza Cronica: Un’Analisi Neuroscientifica Approfondita

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La stanchezza cronica è un disturbo che colpisce circa il 10% della popolazione italiana, una condizione che non si allevia nemmeno con il riposo.

Recenti studi condotti dall’Università di Verona nel progetto MNESYS hanno messo in luce come il cervello possa essere il principale responsabile di questa sensazione di affaticamento.

La stanchezza e il contesto stagionale

Con l’arrivo dell’autunno, si assiste a una diminuzione delle ore di luce e a cambiamenti climatici che possono accentuare la sensazione di stanchezza. Tuttavia, per molte persone, questo stato di affaticamento è una costante che dura mesi o addirittura anni, incidendo negativamente sulla qualità della vita, sul lavoro e sulle relazioni sociali.

Ricerca e scoperte

Il team di ricerca dell’Università di Verona, guidato da Mirta Fiorio e Angela Marotta, ha analizzato i meccanismi cerebrali legati alla percezione dello sforzo. I risultati, pubblicati nel Quarterly Journal of Experimental Psychology, offrono nuove prospettive su come il cervello interpreta le informazioni provenienti dal corpo.

La stanchezza, come spiegano gli esperti, ha una funzione protettiva, aiutandoci a non oltrepassare i nostri limiti fisici e mentali.

Tuttavia, in alcune persone, questo meccanismo diventa eccessivamente sensibile, causando una percezione di affaticamento sproporzionata rispetto all’effettivo impegno fisico.

Il ruolo del cervello nella percezione dello sforzo

Quando si prepara ad eseguire un movimento, il cervello anticipa le sensazioni che si proveranno, modulando la loro intensità. Se questo processo non funziona come dovrebbe, le informazioni motorie vengono percepite come più intense, rendendo il semplice atto di muoversi molto più faticoso.

In altre parole, un cervello che sovrastima l’energia necessaria per le azioni quotidiane può portare a una sensazione costante di stanchezza.

Analisi dei soggetti affetti

I ricercatori hanno esaminato 77 pazienti con malattia di Parkinson e altre patologie neurologiche, notando che per loro le sensazioni motorie apparivano amplificate. Attraverso un test che misurava la forza applicata, è emerso che anche le azioni semplici venivano percepite come incredibilmente faticose. Questo è un chiaro esempio di come ci sia un cortocircuito tra la mente e il corpo.

Il problema non si limita a chi ha disturbi neurologici. In un secondo studio, 50 individui sani che lamentavano affaticamento costante hanno mostrato una risposta simile, suggerendo che anche in assenza di patologie, il cervello può avere difficoltà a ridurre l’intensità delle sensazioni motorie.

Implicazioni per la salute e la qualità della vita

Questo meccanismo cerebrale può anche spiegare un altro aspetto frequentemente riportato da chi soffre di stanchezza cronica: la sensazione di mancanza di controllo sulle proprie azioni.

Un cervello che non interpreta correttamente le informazioni motorie non solo amplifica la fatica, ma riduce anche la percezione di autoefficacia, cioè la convinzione di poter completare i compiti quotidiani. Ciò crea un circolo vizioso che contribuisce a un aumento della stanchezza e a un deterioramento del benessere psicologico.

Strategie per affrontare la stanchezza cronica

Alla luce di questi risultati, i ricercatori suggeriscono approcci nuovi per la gestione della stanchezza cronica.

Attività fisiche che favoriscono la consapevolezza corporea, come yoga, pilates o tai chi, potrebbero rivelarsi utili per riequilibrare la percezione e il movimento. Allenare il cervello a prevedere lo sforzo in modo più accurato potrebbe aiutare a diminuire la sensazione di affaticamento che molti sperimentano anche in assenza di malattie.

Le scoperte fanno parte di MNESYS, un vasto programma di ricerca sulle neuroscienze che coinvolge oltre 90 centri e 800 scienziati in tutta Europa.

Coordinato dalla professoressa Patrizia Fattori dell’Università di Bologna, il progetto studia le interazioni tra cervello, corpo e comportamento, cercando di comprendere meglio fenomeni complessi come la fatica e il movimento.