PCOS e infertilità: quando integrare l’inositolo

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La sindrome dell’ovaio policistico rappresenta una vera e propria sfida per le donne in età fertile interessate da questa condizione. Non sempre questo disturbo viene diagnosticato con tempestività: molte donne, non a caso, scoprono di averlo nel momento in cui provano – senza riuscirci – a concepire un figlio. Il problema, però, non si pone solo in vista di una possibile gravidanza: la sindrome della PCOS, infatti, non si ripercuote solo sulla fertilità femminile, ma anche sul benessere psichico e sull’equilibrio delle funzioni ormonali. Quanto alla sua gestione, i trattamenti attualmente impiegati sono di diverso tipo e includono approcci “alternativi”, come la somministrazione di myo-inositolo e d-chiro inositolo. Vediamo più da vicino cosa sono queste sostanze e perché possono aiutare in presenza di ovaio policistico.

Inositolo e sindrome PCOS

Per capire i vantaggi degli inositoli nel trattamento della PCOS è necessario inquadrare brevemente questo disturbo, una sindrome multifattoriale che si presenta con diversi segni e sintomi. Le complicanze di tipo ginecologico – irregolarità del ciclo mestruale o amenorrea, problemi di ovulazione e infertilità – sono le più evidenti, ma non le sole. La PCOS, infatti, si manifesta anche con disfunzioni metaboliche e ormonali che comportano, fra le altre cose, un’eccessiva produzione di ormoni maschili. Irsutismo, alopecia e aumento di peso possono essere un effetto dell’iperandrogenismo e dell’eccesso di testosterone. Le alterazioni ormonali – rilevate da opportuni esami di laboratorio – sono correlate anche al rapporto fra myo-inositolo e d-chiro inositolo: in presenza di PCOS, infatti, nell’ovaio questo rapporto risulta sbilanciato a sfavore del myo-inositolo. L’integrazione di myo-inositolo in polvere ha proprio questo scopo: riequilibrare la proporzione fra le due molecole e normalizzare le funzioni che ne derivano.

Inositolo: perché è importante

Gli integratori di inositolo – eventualmente associati ad altre sostanze specifiche – possono essere impiegati come “trattamento” alternativo per la sindrome dell’ovaio policistico e per migliorare la funzionalità ovarica e il benessere femminile in generale.

È possibile assumerli attraverso la dieta, ma non sempre l’alimentazione è sufficiente a fornire un apporto adeguato. A questo proposito, un elemento molto importante da considerare per la supplementazione è il dosaggio rispettivo di myo-inositolo e di d-chiro inositolo: nell’organismo, in condizioni fisiologiche, il primo è più abbondante e si trova in rapporto di 40:1 col secondo nel sangue.

Come abbiamo visto, questa proporzione può risultare sbilanciata nelle donne PCOS. A causa dell’alterata risposta insulinica, la conversione del myo-inositolo in d-chiro inositolo aumenta e si crea uno squilibrio che ha diverse ricadute sulla funzione ovarica: da qui l’esigenza di riequilibrare attentamente il dosaggio delle due sostanze. Quanto ai benefici dell’inositolo, l’efficacia non si limita alla regolarizzazione del ciclo mestruale e ai problemi di fertilità: fra le azioni di questi composti, infatti, c’è anche l’interazione con vari neurotrasmettitori, fra cui la serotonina, l’ormone del buon umore. L’inositolo, in altre parole, può risultare d’aiuto anche contro i disturbi d’ansia o di natura depressiva.