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Il 2 marzo, nel bel mezzo di una pandemia globale, una telefonata ha cambiato il destino di una bambina di sei anni in Nuova Zelanda.
Affetta da leucemia mieloide acuta, la piccola aveva bisogno di sangue del cordone ombelicale compatibile per sopravvivere. Grazie alla pronta risposta della Cord Blood Bank di Milano, è stato possibile organizzare il trasporto del campione, mantenendolo a una temperatura adeguata. La bambina ha ricevuto il trapianto e ora si spera nella sua guarigione.
Questo episodio rappresenta uno dei molti miracoli che avvengono quotidianamente in questo centro, come raccontato da Ilaria Ratti, responsabile della banca.
La donazione del sangue del cordone ombelicale è di fondamentale importanza e il 15 novembre si celebra la Giornata Mondiale dedicata a questa causa.
Secondo Marco Grassi, ginecologo presso l’Ospedale “C. e G. Mazzoni” di Ascoli Piceno, le cellule staminali presenti nel sangue del cordone ombelicale possono essere utilizzate per trattare diverse patologie. Tra queste ci sono malattie tumorali del sangue come leucemie e linfomi, oltre a malattie non tumorali come la talassemia e le immunodeficienze congenite.
Le cellule cordonali sono cruciali anche per i pazienti che hanno subito trattamenti di chemioterapia o radioterapia. Queste cellule sono in grado di ricostituire un midollo osseo distrutto durante le terapie, offrendo una speranza di recupero e sopravvivenza per molte persone.
La donazione del sangue del cordone ombelicale è un processo semplice e sicuro, che può essere effettuato al momento del parto.
È sufficiente che la futura mamma esprima il proprio consenso all’ostetrica. Di solito, il personale dei centri nascita informa le mamme di questa opportunità durante i corsi pre-parto.
Il prelievo avviene dopo la nascita del bambino, senza alcun rischio per madre e neonato. Il sangue viene raccolto tramite una punzione del cordone ombelicale, valutato per la quantità di cellule e poi congelato. Successivamente, il campione viene inviato alla banca e registrato a livello internazionale, rendendolo disponibile per i pazienti di tutto il mondo.
Non tutte le nascite permettono la donazione. Nel caso di nascite premature, ad esempio, il tempo per effettuare il prelievo può non essere sufficiente. Inoltre, condizioni come malattie genetiche della madre o del neonato possono impedire la donazione. Per maggiori dettagli sui criteri di selezione, è possibile consultare il sito del Policlinico di Milano.
La legislazione italiana consente solo donazioni anonime e non prevede la conservazione personale delle cellule staminali.
Per questo, alcune famiglie si rivolgono a banche private estere, che però non garantiscono le stesse condizioni di raccolta e conservazione. Un caso noto è quello di Cryo Save, una banca svizzera che ha lasciato molte famiglie in difficoltà dopo il suo fallimento.
Esiste però la possibilità di effettuare una donazione dedicata nel caso in cui un neonato abbia un fratello o una sorella gravemente malati. In tal caso, la banca nazionale gestisce il prelievo e la conservazione delle cellule, seguendo gli standard internazionali.
Ilaria Ratti sottolinea che le cellule prelevate da banche private non sono mai state utilizzate per il trattamento, poiché potrebbe esserci il rischio che la patologia fosse già presente in quelle cellule. La donazione rimane la migliore opzione per garantire un futuro ai pazienti in difficoltà.
Questo episodio rappresenta uno dei molti miracoli che avvengono quotidianamente in questo centro, come raccontato da Ilaria Ratti, responsabile della banca.
La donazione del sangue del cordone ombelicale è di fondamentale importanza e il 15 novembre si celebra la Giornata Mondiale dedicata a questa causa.0