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In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Reumatologiche, la Società Italiana di Reumatologia (SIR) ha lanciato un appello alle istituzioni per attuare un cambiamento fondamentale nel modo in cui vengono gestite queste patologie.
La conferenza stampa si è tenuta l’9 ottobre presso il Senato della Repubblica, su iniziativa della Senatrice Maria Cristina Cantù.
Le malattie reumatologiche colpiscono circa 6,5 milioni di persone in Italia, molte delle quali sono giovani. Queste condizioni comprendono oltre 200 patologie che non riguardano solo il sistema muscolo-scheletrico, ma anche gli organi interni, comportando costi economici e sociali enormi. Ad esempio, l’artrite reumatoide da sola genera spese superiori ai 2 miliardi di euro all’anno, influenzando pesantemente la qualità della vita dei pazienti.
Un problema significativo è rappresentato dai ritardi nella diagnosi delle malattie reumatologiche. I tempi di attesa per ricevere una diagnosi corretta sono inaccettabili: ci vogliono in media 7 anni per l’artrite psoriasica, 5 anni per la spondilite anchilosante e 2 anni per l’artrite reumatoide. Questi ritardi possono portare a una progressione della malattia che causa danni permanenti, riducendo la qualità della vita dei pazienti e aumentando le spese sanitarie.
Gian Domenico Sebastiani, ex presidente della SIR, ha evidenziato la carenza di specialisti reumatologi sul territorio e la mancanza di una rete efficace per la gestione dei pazienti. È fondamentale formare i medici di medicina generale, che spesso sono i primi a contattare i pazienti. È essenziale che questi professionisti siano in grado di riconoscere i segnali di allerta per una diagnosi tempestiva.
La Senatrice Maria Cristina Cantù ha sottolineato l’importanza di adottare una strategia basata su tre pilastri: prevenzione, diagnosi precoce e accesso alle terapie innovative. È un errore comune pensare che le malattie reumatologiche colpiscano solo gli anziani; in realtà, queste condizioni possono interessare anche i giovani adulti, le donne in età fertile e persino i bambini.
Un altro mito da sfatare è che le malattie reumatologiche siano inevitabili.
Sebbene ci sia una componente genetica importante, è possibile adottare misure di prevenzione attiva per ridurre il rischio di sviluppare queste patologie o per ritardarne l’insorgenza. Negli ultimi anni, il panorama terapeutico è cambiato radicalmente: oltre 20 nuovi farmaci targettizzati sono stati introdotti dal 2000 ad oggi, migliorando significativamente le possibilità di remissione e il controllo della malattia.
Roberto Caporali, presidente eletto della SIR, ha enfatizzato che la vera innovazione risiede nella diagnosi precoce, che ha un impatto diretto sugli esiti clinici.
Una diagnosi tempestiva può portare a un trattamento più efficace e a una migliore qualità della vita per i pazienti.
In questo contesto, la SIR ha avviato una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo ai corretti stili di vita. Queste raccomandazioni si applicano a tutti, ma sono particolarmente rilevanti per i familiari di pazienti reumatologici, che presentano un rischio aumentato del 10% di sviluppare una malattia simile.
Alla luce di queste considerazioni, il messaggio della SIR alle istituzioni è chiaro: è necessario agire con decisione sulla prevenzione e garantire un accesso tempestivo alle cure. Solo così l’Italia potrà offrire ai suoi 6,5 milioni di pazienti una reale opportunità di remissione e una qualità di vita dignitosa.