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Affrontare una diagnosi oncologica è un momento di grande difficoltà, non solo per il corpo, ma anche per la mente e le emozioni.
Ti sei mai chiesto come ci si possa sentire in una situazione del genere? È proprio in questo contesto che nasce il progetto “Aiutare per aiutarsi” all’Ospedale San Paolo di Savona, pensato per offrire supporto psicologico ai pazienti oncologici e al personale sanitario. L’obiettivo è chiaro e ambizioso: mettere la persona al centro del percorso di cura, prestando particolare attenzione al suo benessere emotivo in ogni fase della malattia.
Attivo da luglio 2025, il progetto è stato sviluppato in collaborazione con l’Associazione Amici Centro Oncologico Pietro Bianucci, la Fondazione De Mari, lo Zonta Club Savona e l’ASL 2 Savonese. La diagnosi di cancro può scatenare una serie di emozioni negative, come ansia, paura, disorientamento e solitudine. Non è sorprendente, quindi, che la salute psicologica debba essere considerata parte integrante del processo di cura?
I dati ci raccontano una storia interessante: studi scientifici hanno dimostrato che le terapie integrate in oncologia, che includono un supporto psicoemotivo, possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti.
Come afferma il Dr. Marco Benasso, primario del reparto Oncologia dell’Ospedale San Paolo di Savona, “L’approccio psicoemotivo è parte integrante della cura. Prendersi cura del benessere interiore migliora anche la risposta terapeutica.” Questo mette in evidenza l’importanza di un intervento che non si limiti agli aspetti fisici della malattia, ma che abbracci anche il benessere mentale.
Ma il progetto “Aiutare per aiutarsi” non si ferma ai pazienti.
Coinvolge anche il personale medico e le famiglie. Non credi sia fondamentale che tutte le figure che operano nel campo dell’oncologia siano pronte a supportare non solo i malati, ma anche chi si occupa di loro? Ciò richiede un approccio olistico che consideri l’impatto emotivo della malattia su tutti i soggetti coinvolti.
La gestione della malattia terminale, ad esempio, è uno dei temi più delicati e complessi. Le famiglie spesso si trovano ad affrontare emozioni devastanti e una comunicazione efficace può davvero fare la differenza.
Il progetto mira a fornire risorse, formazione e supporto a questi caregiver, affinché possano affrontare il percorso con maggiore serenità e competenza.
In definitiva, il progetto “Aiutare per aiutarsi” rappresenta un passo importante verso un nuovo modello di cura. Non più solo clinico, ma anche umano, emotivo e relazionale. Questo approccio innovativo sottolinea l’importanza di trattare la persona nella sua totalità, riconoscendo che il benessere psicologico è fondamentale per affrontare la malattia e migliorare la qualità della vita.
Investire nel supporto psicologico non è un costo, ma un’opportunità per migliorare i risultati terapeutici e la soddisfazione dei pazienti. L’integrazione di questi servizi nella routine di cura rappresenta un’evoluzione necessaria nella lotta contro il cancro, dove ogni aspetto della vita del paziente è fondamentale per la sua guarigione.