Tampone faringeo, come funziona e quando va fatto? Tutto sull’esame

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Si sente molto parlare di pericolo epidemia, nella paranoia generale moltissime persone si stanno facendo trasportare dall’ondata di paura verso credenze che hanno davvero poco a che fare con la realtà.

Il sistema sanitario Italiano gode di contromisure sufficienti per fronteggiare quello che effettivamente è un virus molto contagioso. L’importante è che tutti sappiano come reagire al meglio per poter quantomeno limitare il contagio. In modo pratico però, come si fa a individuare e tenere contro del numero dei contagiati? Quale metodo viene usato? La procedura di esame è dolorosa o invasiva? E soprattutto, questo metodo è affidabile?

Tampone Faringeo: cos’è

Si sente molto parlare di tampone faringeo, in giro, al telegiornale, in radio…

pressoché ovunque. Viene presentato come il metodo più efficiente per riuscire ad individuare la presenza del coronavirus nell’esaminato e negli ultimi giorni sono stati effettuati un numero sempre più grande di tamponi per riuscire in qualche modo ad avere un’indagine riguardo l’effettiva ampiezza dell'”epidemia”. Questo cosiddetto tampone faringeo tuttavia non proviene dal nulla e non nasce assolutamente solo come contromisura al coronavirus, si rivela essere un sistema di esame estremamente preciso e affidabile.

Andiamo a vedere nello specifico come funziona e quando va fatto.

Il tampone faringeo è una procedura diagnostica che serve per individuare la presenza di eventuali batteri e patogeni ma anche virus e miceti all’interno di tutta l’area della gola, il tampone faringeo si rileva quindi essenziale nel diagnosticare un ampio raggio di patologie.
Queste patologie possono essere molteplici, dalle più rare alle più comuni, il tampone è utilissimo nel localizzare infiammazioni della gola o delle tonsille (tonsillite), patologie batteriche come la Diferite, la Candidosi orale, la Gonorrea Faringea o la Scarlattina; così come nel localizzare virus proprio come il nostro caro e amato Coronavirus.

A chi è consigliato?

Il tampone faringeo viene solitamente prescritto a coloro che presentano sintomi o segni clinici di natura sospetta che potrebbero facilmente ricondurre a una delle patologie sopracitate, specialmente nel caso di sintomi come febbre alta, dolori muscolari, dolori locali (specialmente nel deglutire), sensazione di freddo o tachicardia. Un segnale che può indicare che il paziente ha bisogno di un tampone faringeo riguarda proprio il tempo in cui i sintomi si presentano, se un mal di gola non accenna ad andarsene anche a distanza di qualche settimana, se il tutto si associa a febbre alta o si ripresenta con una certa frequenza, sarà sicuramente necessario effettuare un tampone per individuare il tipo di patologia associata a questi sintomi.

Cosa fare se si tratta del Coronavirus?

Nel caso del Coronavirus un tampone può essere effettuato a chiunque sia venuto in contatto con una persona positiva anche se egli presenta da poco i tipici sintomi di quella che è una semplice influenza. Dato che, per prevenire il contagio del virus non è assolutamente necessario aspettare che i sintomi si facciano più evidenti. Se qualcuno sospetta di rientrare in quelli che sono i sintomi principali contatti immediatamente l’Asl, saranno loro a gestire la situazione da lì in poi e nell’eventualità decideranno se effettuare un tampone faringeo.

Come funziona il tampone?

Il funzionamento del tampone faringeo è molto semplice e soprattutto è una procedura completamente indolore e per niente invasiva.
Il tampone faringeo consiste nel prelievo di quelle che sono le cellule superficiali della faringe. Muco e secrezioni varie vengono estratte tramite un piccolo bastoncino in ovatta simile a un cotton fioc che viene strofinato sulla parete della gola. Il bastoncino viene poi sottoposto a delle analisi in laboratorio in cui tutte le secrezioni vengono esaminate al fine di trovare al loro interno delle cellule riconducibili ai batteri causa di patologie e in alcuni il Coronavirus