Negli ultimi anni, l’Italia ha vissuto un paradosso inquietante: mentre gli omicidi complessivi calano, le aggressioni tra minorenni sembrano moltiplicarsi.
Ti sei mai chiesto come sia possibile? I dati recenti parlano chiaro e rivelano un incremento preoccupante, destando interrogativi sulla salute mentale dei giovani e sull’efficacia del nostro sistema di protezione.
### Un incremento allarmante nelle aggressioni minorili
Secondo il Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, nel 2024 abbiamo assistito a un balzo dei casi di aggressioni tra minorenni, passando da 14 a circa 35 in un solo anno, con un aumento che supera il 150%.
Un dato che fa riflettere e che trova eco in un incremento delle vittime minorenni, la cui percentuale è raddoppiata, passando dal 4% al 7% del totale. I dati ci raccontano una storia interessante: se da un lato la violenza in generale sembra diminuire, dall’altro il disagio giovanile si manifesta in forme sempre più violente e preoccupanti.
Durante il secondo congresso nazionale della Società Italiana di Psichiatria e Psicopatologia Forense (SIPPF), è emersa una verità inquietante: gli omicidi minorili rappresentano una sorta di “cartina al tornasole” del collasso dei sistemi di prevenzione e assistenza per la salute mentale dei più giovani.
E questo è davvero allarmante, considerando che le strutture attuali sembrano inadeguate ad affrontare questa emergenza.
### Le lacune nei servizi di salute mentale
I presidenti della SIPPF, Liliana Lorettu ed Eugenio Aguglia, hanno messo in luce un aspetto cruciale: manca un adeguato supporto per intercettare il disagio giovanile. La psichiatria infantile, da anni sottofinanziata, non riesce a integrare i servizi di cura e assistenza, lasciando i ragazzi in una condizione di vulnerabilità.
Un problema serio è la doppia diagnosi, che riguarda quei giovani che affrontano sia un disturbo psichiatrico che l’abuso di sostanze. Secondo una revisione su 48 studi internazionali, l’80% degli adolescenti che fa uso di sostanze presenta almeno un disturbo psichiatrico concomitante. Eppure, la letteratura scientifica ha spesso trascurato questa fascia di popolazione, evidenziando la mancanza di servizi integrati.
Attualmente, non esiste una presa in carico coordinata tra i Servizi per le Tossicodipendenze (SERT) e i Dipartimenti di Salute Mentale (DSM).
Ogni servizio opera in modo isolato, senza protocolli condivisi, rendendo complicato per i pazienti ricevere assistenza tempestiva e coordinata. Immagina cosa potrebbe significare la creazione di una rete di comunicazione tra questi servizi: interventi più completi e personalizzati, con la possibilità di ridurre il rischio di comportamenti devianti e recidive.
### Il ruolo dei minori stranieri e le richieste al Governo
Un altro aspetto critico è rappresentato dai minori stranieri non accompagnati.
Questi giovani, spesso privi di tutele e prospettive, possono diventare facili prede di circuiti criminali. La mancanza di alternative e supporto adeguato li rende vulnerabili; quando sviluppano disturbi psichiatrici, i servizi di accoglienza non sono pronti a rispondere alle loro esigenze. I dati del Ministero mostrano che nel 2023 i minori autori di omicidi erano quasi equamente divisi tra italiani e stranieri, ma nel 2024 la percentuale di italiani coinvolti è salita al 79%, suggerendo un coinvolgimento crescente tra i giovani nativi.
È chiaro: è necessario un piano nazionale per la salute mentale minorile, ben finanziato e coordinato, per affrontare questa emergenza. Le richieste al Governo sono inequivocabili: più fondi per la neuropsichiatria infantile, protocolli di intervento congiunto tra SERT e DSM, formazione specializzata per gli operatori e un modello integrato che colleghi salute, scuola, famiglia e giustizia. Ogni omicidio minorile non è solo un fatto di cronaca, ma un segnale di un fallimento collettivo che richiede una risposta immediata e incisiva.
Non possiamo restare a guardare: il futuro dei nostri giovani dipende dalla nostra capacità di agire oggi.