Caffè decaffeinato o normale? Tutte le differenze e le proprietà

Tag: caffé
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Il caffè è una delle bevande che si consumano maggiormente in Italia, al bar, in casa dopo i pasti o comunque in ogni occasione conviviale.

Per molte persone che hanno dei problemi di salute o di insonnia, si può ridurne il consumo giornaliero, oppure passare al caffè decaffeinato.

Il caffè decaffeinato

Pur presentando una minore percentuale di caffeina, il decaffeinato non ne è completamente privo e secondo la legislazione vigente in questo momento questa definizione si applica soltanto se la percentuale di caffeina è minore dello 0,1% considerando il prodotto secco. Un altro valore molto importante del caffè decaffeinato è l’umidità, che non deve essere maggiore dell’11%.

Per la sua messa in commercio la confezione deve riportare una serie di indicazioni secondo un regolamento del 1973, e la dizione “caffè decaffeinato“, accompagnata dalla “caffeina non superiore a 0,10 per cento” se si tratta di caffè crudo o torrefatto, e “caffeina non superiore a 0,30 per cento” se si tratta di estratto di caffè, liofilizzato oppure essiccato.

La legislazione sul caffè decaffeinato fissa anche dei parametri molto rigidi per quanto riguarda la quantità ammessa di solventi da utilizzare nel processo di decaffeinizzazione: è quindi un prodotto che, attraverso vari processi, ha perso circa il 97% del contenuto di caffeina, destinata in seguito sia alle industrie alimentari che a quelle farmaceutiche e chimiche per essere impiegata nella preparazione di integratori e di prodotti di bellezza.

I procedimenti per ottenere il caffè decaffeinato sono vari e tra questi possono segnalare il metodo con trigliceridi, quello con anidride carbonica, quello con acqua e quello con solventi. Un’alternativa naturale è la “Coffea charrieriana” che deve il suo nome allo scopritore, il botanico francese Andrè Charrier che la trovò nel 1983 in Camerun. Si tratta di un arbusto che ha foglie sottili e raggiunge una altezza massima di 1,5 metri.

Nel 2008 questo caffè è stato riconosciuto a livello internazionale ma le coltivazioni di questa pianta sono ancora insufficienti per soppiantare il caffè decaffeinato industrialmente, anche per la lentezza della sua crescita.

Le proprietà ed i benefici

Il caffè decaffeinato ha ottimi valori nutrizionali ed è ricco anche di antiossidanti, seppure in quantità minore rispetto al caffè normale. Tra questi i principali sono i polifenoli, che hanno una azione di contrasto nei confronti dei radicali liberi, e l’acido idrocinamico.

Grazie alla riduzione dei danni da ossidazione si previene il diabete di tipo 2, il cancro e le malattie dell’apparato cardiaco.

Tra i sali minerali che sono contenuti nel caffè decaffeinato, si segnalano il potassio ed il magnesio, il calcio, il fosforo, lo zinco, il ferro e il sodio, oltre ad alcune delle principali vitamine. La riduzione del rischio di contrarre il diabete di tipo 2 è del 7%, e si abbina ad altri benefici come il miglioramento della funzionalità epatica e della digestione.

Il caffè decaffeinato è anche un antidolorifico ed analgesico naturale e con i flavonoidi ed i diterpeni protegge il fegato contrastando i radicali liberi. Inoltre, come il caffè normale, ha effetti positivi per quanto riguarda il declino mentale dovuto all’avanzamento dell’età, proteggendo i neuroni che si trovano all’interno del cervello.

Non avendo una alta percentuale di caffeina al suo interno il caffè decaffeinato non provoca la tachicardia e riduce anche il bruciore di stomaco e il riflusso gastrico.

Caffè normale o decaffeinato?

La tolleranza del nostro organismo alla caffeina è sicuramente soggettiva, per cui la stessa quantità che è tollerata da una persona potrebbe essere nociva per un altro. Un livello eccessivo di caffeina può “alterare” il sistema nervoso, causando nelle persone aritmie cardiache, ancia, irrequietezza e problemi digestivi, oltre che difficoltà di addormentarsi.

L’uso di caffè decaffeinato è quindi consigliabile a chi è molto sensibile alla caffeina ed a chi sta sottoponendosi a cicli di farmacologia.

Per le donne incinte non è consigliabile l’assunzione di nessun tipo di caffè, in quanto anche il decaffeinato potrebbe provocare dei danni al feto.

Lo stesso vale per il periodo dell’allattamento in quanto potrebbe provocare dei gonfiori e delle coliti al bambino. Gli esperti della nutrizione sconsigliano l’assunzione del caffè decaffeinato anche ai bambini, almeno sino al compimento dei sei anni di età, soprattutto per la presenza delle sostanze chimiche usate nel processo di decaffeinizzazione.