Cattiva digestione: cause, sintomi e rimedi per combatterla

Tag: digestione
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Una cena in famiglia per le festività o la partecipazione ad un pranzo di matrimonio rappresenta per molti non un momento di svago e di convivialità ma una vera e propria tortura, non tanto per l’evento in sé ma per i postumi legati alla digestione di un pasto abbondante.

Si stima che in Italia circa un terzo della popolazione soffra sporadicamente di dispepsia, termine medico con cui si raggruppano tutti i sintomi del mal funzionamento dell’apparato digerente. Questa patologia si manifesta dopo l’assunzione di cibo e comporta degli effetti collaterali che diventano debilitanti e difficili da gestire nel lungo periodo.

Cattiva digestione: le cause

L’alimentazione e la successiva digestione sono processi fondamentali per il nostro corpo perché è attraverso di essi che riesce ad ottenere gli elementi nutritivi e l’energia per sostenersi durante le attività quotidiane.

Per circa il 35% degli Italiani questo non è un processo naturale e senza effetti collaterali. In passato la dispepsia non era così diffusa: uno stile di vita più dinamico ed un’alimentazione sana con cibi non raffinati e carichi di elementi nutritivi contribuivano a dare al corpo tutte le energie necessarie senza sovraccaricare lo stomaco. Oggi i ritmi di vita moderni inducono spesso ad affidarsi a cibi già lavorati, ricchi di additivi e zuccheri ma al contempo poveri di elementi nutritivi essenziali: tutti fattori che rendono la mucosa gastrica più esposta alle irritazioni.

Sintomi: i segnali che invia il nostro corpo

I sintomi più diffusi e riconducibili a questa patologia sono il classico bruciore ed il rigurgito acido: lo stomaco produce più succhi gastrici di quelli necessari che tendono a risalire fino ad arrivare alla gola. Altri segnali di una dispepsia sono l’alitosi, l’addome dolorante, una digestione lunga e laboriosa e le eruttazioni. A seconda del soggetto e del suo stato di salute, questi sintomi possono presentarsi sporadicamente in occasione di particolari abbuffate o quotidianamente a seguito di ogni pasto: in questo secondo caso il problema diventa estremamente debilitante non solo dal punto di vista fisico ma anche da quello psicologico visto che va ad intaccare i momenti di giovialità e di piacere legati all’assunzione di cibo.

Le pratiche per combatterla

L’alimentazione è una strada da percorre per la soluzione di questo disturbo, non solo per cosa mangiamo ma anche per la frequenza e la modalità con cui lo facciamo. Una buona pratica è quella di non limitarsi a pochi pasti ma di spezzare il digiuno durante l’arco della giornata con diversi spuntini. Si fornisce in questo modo energia costante al nostro corpo e si evita di sovraccaricare lo stomaco durante i pasti principali.

Fumare e bere alcolici sono pratiche che comportano un’irritazione della mucosa gastrica e quindi concorrono all’insorgere di questa patologia. Nel caso in cui queste accortezze non fossero sufficienti, si può contare sul valido sostegno della natura che fornisce delle soluzioni non invasive e senza effetti collaterali. Una tazza di acqua calda con limone e una punta di bicarbonato sostiene tutto il processo digestivo e previene l’acidità di stomaco. Una tisana con i semi di finocchio sono un validissimo rimedio: berla calda aiuta i muscoli dello stomaco a distendersi e le proprietà digestive e anti-spasmodiche tipiche del finocchio intercettano i dolori al primo insorgere.

Visto il super lavoro che lo stomaco è chiamato ad affrontare, può succedere che dopo un’abbuffata ci si ritrovi ad avere qualcuno dei sintomi tipici della dispepsia, ma questo non deve destare preoccupazione. È importante saper ascoltare il proprio corpo e saper leggere i messaggi che manda: se il disturbo persiste e i rimedi naturali non hanno effetto una visita dal medico di famiglia sarà la giusta mossa per trovare una terapia per risolvere questo problema.