Ipertrofia delle piccole labbra: cause e rimedi

Condividi

L’espressione ipertrofia delle piccole labbra indica una malformazione dell’apparato genitale femminile, del lato esterno della vagina, piuttosto diffusa e molto spesso non fastidiosa.

Ipertrofia delle piccole labbra: le cause

Una donna su tre presenta delle piccole labbra – le pieghe della carne che chiudono la vagina – particolarmente sviluppate, a volte asimmetriche l’una rispetto all’altra. Questa condizione non presenta solitamente fastidi particolari e viene considerata patologica solo quando la donna presenta una lunghezza rispetto al bordo della vagina che supera i due centimetri e mezzo.

Una simile situazione può infatti portare a un’irritazione cronica della vagina, infezioni e micosi fastidiose e ricorrenti oltre a problemi fisici rilevanti.

Molte donne provano fastidio non solo psicologico per l’evidenza estetica della parte interessata nell’indossare indumenti stretti come leggings o abiti sportivi, ma anche quando si portano dei semplicissimi jeans. Pedalare o fare un cammino in salita diventa doloroso e nei casi più gravi si arriva a inficiare un normale rapporto sessuale che diventa doloroso e a volte addirittura impossibile in quanto le piccole labbra, eccessivamente voluminose, impediscono l’accesso del pene.

Ipertrofia delle piccole labbra: i rimedi

Nonostante fino a poco tempo fa fosse considerato anche per i casi patologici un problema di poco conto, negli ultimi anni l’ipertrofia delle piccole labbra è stata sempre più sotto i riflettori della ricerca medica e molti chirurgi plastici si sono dedicati a ideare e sviluppare delle tecniche di intervento ad hoc. I risultati ottenuti sono tali da permettere di riportare l’anatomia e la fisiologia di questa parte del corpo alle condizioni di normalità.

Solitamente un intervento ricostruttivo dedicato dura tra i sessanta e i novantacinque minuti. Può essere fatto anche in Day Hospital, con un’anestesia locale. Sono previste anche anestesia regionale-periferica o totale a seconda delle necessità e delle richieste della paziente.

In seguito all’operazione non è necessario, salvo particolari necessità, restare in osservazione presso la struttura ospedaliera. Nella quasi totalità dei casi si può riprendere la propria routine quotidiana già dopo 24 ore dall’avvenuto intervento.

Per il termine della convalescenza e la ripresa delle attività anche più intense, come lo sport o una normale vita sessuale, bisogna attendere tra le tre e le quattro settimane.

L’intervento di labioplastica è, di fatto, l’intervento con cui viene corretta l’ipertrofia delle piccole labbra e la regione anatomica viene riportata alle dimensioni che normalmente dovrebbe avere.
Per questo trattamento sono a oggi conosciute e praticate diverse tecniche, più o meno complesse e adatte ai vari gradi di gravità del problema anatomico.

I diversi approcci

  • L‘approccio più classico, quello utilizzato dalla maggior parte dei chirurghi ginecologi e chirurghi plastici prevede la rimozione dell’eccesso di tessuto. Il bordo delle piccole labbra che sporge in eccedenza rispetto alle grandi viene tagliato e ridotto. E’ una tecnica semplice, ma non particolarmente gradevole dal punto di vista della resa estetica. Lungo la superficie tagliata rimarrà infatti una cicatrice più visibile rispetto ad altre, che potrebbe restare arrossata e irritata più a lungo rispetto a quella derivata da altri tipi di operazioni.

    Il periodo di convalescenza potrebbe quindi superare le tre settimane di rito.

  • Una seconda tecnica più sofisticata e più attenta alle necessità estetiche e di rapida guarigione della donna è quella che mira a preservare e ricostruire l’anatomia della regione. Si tratta di un’effettiva riduzione, e non di un taglio, che se ben eseguita garantisce il mantenimento del contorno e del colore naturale delle piccole labbra. La pelle in eccesso viene asportata a “V”, e i bordi della ferita vengono suturati insieme in modo che l’unica cicatrice visibile – e quindi poi soggetta a infezioni e irritazioni – è una piccolissima linea di sutura trasversale.

    Il disagio psicologico può essere così notevolmente ridotto, oltre che meno evidente alla vista.

L’importanza dell’igiene

Nonostante i punti di sutura siano riassorbibili, la paziente deve comunque attenersi a delle regole basilari di igiene per far sì che il decorso post operatorio vada a buon fine. I rischi in cui è più facile incorrere, sono il sopraggiungere di una micosi o di un’irritazione.

Per scongiurare il pericolo bisogna essere particolarmente attente all’igiene personale, usare un detergente intimo delicato, possibilmente scelto insieme al proprio ginecologo di fiducia, ed evitare inizialmente indumenti troppo stretti e biancheria intima sintetica.

Va privilegiato il cotone in quanto, data la particolare sensibilità post operatoria, qualsiasi filato sintetico potrebbe portare all’insorgere di allergie, piccole irritazioni locali e fastidi post operatori più o meno gravi.