Mononucleosi infettiva: sintomi e terapia

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La mononucleosi infettiva è una patologia chiamata comunemente malattia del bacio perché si trasmette tramite saliva.

A causarla è il virus Epstein-Barr (EBV), un agente patogeno che colpisce sopratutto la popolazione compresa tra i 15 e i 35 anni, in particolar modo gli adolescenti. E’ una malattia virale contagiosa che provoca tonsillite, febbre, mal di gola, linfonodi del collo ingrossati e una stanchezza eccessiva. Dopo qualche settimana, questi sintomi spariranno senza nessuna conseguenza, anche se negli adulti la stanchezza può durare fino a diversi mesi dopo.

Come si manifesta la mononucleosi

Si tratta di una patologia molto diffusa, quasi il 90% della popolazione ne è entrata in contatto. Questa esposizione fa sì che si sviluppino anticorpi specifici che non fanno manifestare alcun sintomo. Molte volte neanche ci si accorge di averla contratta.

Nonostante il nome popolare, il bacio non è l’unico modo per contrarla. Il contagio avviene infatti attraverso il canale oro-faringeo, questo significa che bisogna stare attenti a non scambiarsi stoviglie, giocattoli e a non entrare in contatto con il sangue, anche se questo è molto più raro.

Inizialmente i sintomi possono essere confusi con quelli di altre patologie: perdita di appetito, un po’ di febbre, dolori muscolari e sudorazione. A questo punto dovrebbe intervenire il sistema immunitario: se questo non avviene o comunque non è sufficiente, il disturbo si manifesta in modo più forte: tonsillite, febbre alta, stanchezza generale, deglutizione dolorosa. Si tratta di una patologia sistemica altamente debilitante, per questo i sintomi non sono localizzati.

Mononucleosi negli adulti: rischi

Essendo i sintomi successivi al contagio, non è semplice diagnosticarla. Ci sono tuttavia alcuni campanelli di allarme: una stanchezza elevata che non è giustificata dalla nostra routine quotidiana, ingrossamento dei linfonodi del collo, mal di gola e tonsille gonfie. Questo sintomo in particolare può portare a pensare ad una tonsillite, ma nel nostro caso non guarisce con gli antibiotici. Un altro importante fattore da evidenziare è l’ingrossamento della milza. In alcuni casi può essere così grave da potersi rompere, quindi bisogna fare molta attenzione.

Solitamente questo virus non ha conseguenze, in alcuni casi particolari, tuttavia, può avere conseguenze anche gravi: se contratto durante una gravidanza può nuocere gravemente alla salute del feto. Il bambino potrebbe manifestare dopo la nascita deficit importanti anche a distanza di anni, come sordità progressiva, disturbi alla vista o al sistema nervoso.

Come si contrae la mononucleosi

Abbiamo detto che questa patologia si contrae attraverso la saliva e, in casi estremamente rari, attraverso il contatto con il sangue.

In alcuni casi i sintomi del virus possono persistere anche dopo la guarigione, sopratutto la sensazione di stanchezza. Bisogna sapere, comunque, che il virus resta nell’organismo di chi lo contrae per tutta la vita, allo stato latente. Questo vuol dire che il virus potrebbe riattivarsi, anche se raramente i sintomi si manifesteranno se non in soggetti con un sistema immunitario particolarmente debole.

Per riconoscerla bisogna fare delle analisi del sangue specifiche, dove si noteranno delle anomalie piuttosto gravi.

L’esame del sangue è talmente alterato che fino agli anni Settanta era spesso scambiata per una leucemia acuta. E’ una patologia sistemica e quindi altamente debilitante, per questo è stata inserita nella lista dei Sette killer, cioè i 7 virus che provocano danni maggiori di quelli immediati, proprio perché non sono facilmente eliminabili dal sistema immunitario. Gli altri virus sono Herpes Zooster, Herpes simplex, Virus dell’epatite B, virus dell’Epatite C, HPV e CMV.

Oggi, test specifici rendono il virus facilmente individuabile, anche se l’esito si rivela dopo dieci giorni dall’inizio dei sintomi, ragion per cui la diagnosi precoce resta uno dei migliori alleati.

Come curare la mononucleosi

In caso di sospetta mononucleosi, è necessario concedere al proprio corpo tempo per una completa guarigione: sospendere attività fisica, eliminare dall’alimentazione alimenti grassi per non appesantire il fegato, fare cure immunostimolanti per aiutare il sistema difensivo, contrastare il dolore con rimedi sintomatici.

Non esistono infatti farmaci in grado di agire direttamente sul virus responsabile. Infine, è opportuno seguire trattamenti specifici miranti a debellare il virus e consentirne l’eliminazione dal corpo.

Come per tutte le malattie infettive la prima forma di prevenzione è l’igiene personale; sopratutto nel caso si abbiano contatti con un malato è fondamentale evitare di condividere cibo, stoviglie, utensili, occhiali, giochi. Importante evitare di baciare i soggetti affetti anche nei giorni successivi al termine delle manifestazioni.

Inoltre, la prevenzione è possibile con alcuni accorgimenti che aiutano le difese immunitarie, come un’alimentazione sana e un’integrazione minerale e vitaminica.

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