Perchè si ha difficoltà a dormire la prima notte fuori casa?

Condividi

Dormire fuori casa, magari in vacanza, per molte persone si rivela abbastanza traumatico per il sonno.

Infatti molti segnalano la difficoltà a dormire la prima notte fuori. Ecco perché e come rimediare.

Perché si ha difficoltà a dormire la prima notte fuori casa?

La prima notte trascorsa fuori casa, proprio in occasione del viaggio e della vacanza relax, può avere degli effetti indesiderati tra cui quello che gli esperti chiamano “First Night Effect”. Si tratta di un fenomeno dovuto per via del cambiamento dell’ambiente, del letto e, in generale, delle condizioni di riposo.

Questo causa la difficoltà nell’addormentarsi oppure una notte agitata con risvegli continui. Ma perché accade?

Secondo uno studio il problema è che solo metà del cervello riposa normalmente quando pernottiamo in ambienti che non ci sono familiari, appunto la prima notte fuori casa. L’altra metà del cervello fa “la guardia” ed è pronta a reagire ai rumori che potrebbero segnalare un pericolo. Nelle situazioni in cui non siamo del tutto a proprio agio, insomma, capita spesso di non riuscire a dormire o dormire male e svegliarci stanchi e non riposati.

Il ricercatore Masako Tamaki e i suoi colleghi della Brown University si sono concentrati sul primo ciclo di sonno della prima notte, monitorando il cervello di 35 volontari giovani e sani. Usando le tecnologie di neuroimaging più avanzate hanno scoperto che in tutte le persone era sempre l’emisfero sinistro a restare in uno stato di vigilanza e che questa anomalia era tanto più accentuata quanto più avevano faticato ad addormentarsi.

In conclusione chi trascorre molte notti fuori casa tende ad abituarsi e a disinnescare lo stato di allerta. Per gli altri non resta che provare a minimizzare il senso di estraniamento, come ha consigliato uno dei ricercatori come ad esempio portarsi con sé il proprio cuscino.

Difficoltà a dormire fuori casa? Ecco i rimedi

Secondo diverse ricerche, come visto, molte persone soffrono del fenomeno “First Night Effect”, ossia non riuscire a dormire la prima notte fuori casa. Il motivo scientifico sarebbe legato al cervello, in particolare all’area che resta vigile tutta la notte senza rilassarsi, dunque causando l’insonnia o il dormire male. Sull’effetto “prima notte” ha indagato di recente anche Dorelan Research, il comitato di ricerca scientifica autonomo e indipendente.

Secondo l’indagine condotta coinvolgendo oltre 1300 persone, il 60,5% degli intervistati afferma che il sonno viene influenzato negativamente dal cambiamento di ambiente. Il tempo totale di riposo notturno fuori casa diminuisce di 38 minuti mentre quello per addormentarsi aumenta di 15 minuti. Le principali fonti di disturbo evidenziate sono il cuscino (69,4%) e il materasso (52,7%).

Ma come rimediare e godersi la notte fuori casa, dormendo e riposando tranquillamente? Partiamo da fattori ambientali della stanza come luce, temperatura, rumore e materasso e poi dobbiamo evitare di modificare gli orari in cui si va a dormire e quelli di sveglia.

Altro rimedio è dormire nella stessa stanza più notti, affinché diventi familiare per il nostro cervello. Quando possibile, è opportuno arrivare una notte prima in albergo in modo da avere la certezza di ambientarsi. E non dimenticatevi il cuscino.