ADHD: come fare una diagnosi corretta

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Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è diventato un termine comune negli ultimi anni.

Se ne parla nei media, negli incontri genitori-insegnanti, e nelle proprie case. I bambini disattenti, iperattivi, impulsivi e che hanno problemi di comportamento spesso si pensa abbiano l’ADHD. Secondo l’American Psychiatric Association, si stimano circa tra gli 1,6 e i 2 milioni di persone con questo disturbo. È un disturbo comune, ed è trattabile. Ma spesso è associato a dei pregiudizi. Quindi, bisogna stare attenti quando lo si diagnostica.

La diagnosi di ADHD

Nonostante i segnali e i sintomi sono facilmente riconoscibili, la diagnosi di ADHD può essere fatta solo dopo un’attenta analisi interdisciplinare. Il team include: insegnanti, genitori, pediatra primario e pediatra dello sviluppo. L’investigazione è fatta da una serie di test dell’attenzione e da alti indicatori.

Ci sono delle linee guida molto severe per diagnosticare l’ADHD. La quarta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, pubblicato dall’American Psychiatric Assiociation, afferma che i sintomi devono essere presenti per almeno 6 mesi e devono causare un cattivo funzionamento e un livello di sviluppo inconsistente.

In più, alcuni sintomi devono presentarsi prima dei sette anni, e in almeno due ambienti (per esempio scuola, lavoro, casa). Dev’esserci una prova di un handicap sociale, accademico o occupazionale a livello clinico, e questo non deve essere causato da disturbi come l’ansia, la psicosi o l’autismo.

Cos’altro può essere?

I sintomi dell’ADHD sono presenti anche in bambini e adulti che soffrono di problemi legati alla vista, disfunzione dell’integrazione sensoriale, psicosi, ansia, disturbi dello sviluppo, allergie non diagnosticate, o problemi di sensibilità e comportamentali.

I sintomi includono:

  • Fare errori di distrazione nei compiti scolastici
  • Difficoltà a mantenere l’attenzione
  • Non ascoltare ciò che viene detto
  • Difficoltà ad organizzarsi
  • Perdere oggetti
  • Agitazione
  • Parlare eccessivamente
  • Interrompere gli altri
  • Difficoltà a giocare in silenzio

Per escludere i problemi comportamentali, quelli di vista e le allergie bisogna nuovamente rivolgersi a un team di esperti. Ognuno di essi dovrebbe condividere le proprie valutazioni così che lo specialista dello sviluppo possa stabilire con certezza la condizione del paziente.

La cura

Dopo essersi assicurati di aver fatto la giusta diagnosi, si può passare a discutere la cura con i genitori. Anche se si sente spesso parlare di medicine stimolanti come il Ritalin, ci sono delle tecniche comportamentali efficaci che possono essere provate prima e al posto dei medicinali. Ricordatevi che questi ultimi possono avere effetti collaterali. Parla con il tuo medico per sapere quali sono gli specialisti necessari per effettuare la diagnosi.

Tuttavia, dovresti sapere che alcuni studiosi ritengono che il Ritalin non andrebbe somministrato a bambini troppo piccoli. Si tratta, dopotutto, di un farmaco che potrebbe non essere adatto a bimbi in età prescolare. Discuti sempre con il tuo medico per trovare la terapia più adatta.