Fecondazione assistita: cos’è, tecniche e rischi

Condividi

La fecondazione assistita, o fecondazione artificiale, è una delle principali tecniche per cui è possibile rimanere incinta nel caso una coppia abbia difficoltà a concepire.

Fecondazione assistita, le tecniche

Ovviamente, non è l’unica possibilità per le coppie che non riescono ad avere figli. Questa tecnica è disciplinata dalla legge 40 del 2003 che consente la fecondazione omologa e vieta quella eterologa, ossia quella con ovuli o spermatozoi esterni alla coppia. La tecnica più diffusa di fecondazione assistita è quella in vitro, FIVET. Consiste in una fecondazione dell’ovulo che viene successivamente impiantato nell’utero materno. Si tratta della tecnica più utilizzata nei casi in cui gli spermatozoi siano insufficienti.

Questa tecnica nasce negli anni 60 all’Università di Cambridge. Oggi è indicata in caso di sterilità tubarica o di sub fertilità maschile.

Un’altra tecnica piuttosto diffusa è la fecondazione assistita ICSI che prevede l’iniezione diretta degli spermatozoi. La fecondazione assistita può essere impiegata da tutte le donne che non riescono a restare incinte nonostante il regolari rapporti sessuali. In questo caso si parla d’infertilità di coppia. Ovviamente, l’infertilità potrebbe riguardare uno solo dei due partner o entrambi.

In ogni caso è possibile ricorrere alla fecondazione assistita.

Uno degli step precedenti all’atto di procreazione artificiale è un test diagnostico per comprendere le dinamiche. È possibile eseguire dei test del sangue per verificare i livelli ormonali dei membri della coppia. In seguito a tutti questi esami si riuscirà a stabilire quale tecnica è la più adatta per iniziare una fecondazione assistita. Quando la procedura ha inizio si parte con la stimolazione ovarica e si prelevano gli ovuli.

Nel mentre verrà raccolto lo sperma che verrà utilizzato in seguito per l’inseminazione. Infine, avverrà il trasferimento degli embrioni nell’utero.

Controlli e esami

Ovviamente durante tutta questa procedura vi saranno numerosi test per accertare l’eventuale presenza di patologie genetiche o di alterazioni cromosomiche negli embrioni. Si tratta di una procedura invasiva che potrebbe causare spasmi addominali di entità variabile. In ogni caso sono dolori temporanei.

È sempre importante svolgere numerosi esami clinici prima di sottoporsi a questo trattamento.

L’unico modo per ricorrere a una procedura di procreazione assistita è quella di farne richiesta al medico, sarà lui poi a indicare il percorso più corretto da seguire. Anche in caso di fecondazione assistita si potrebbe incorrere in alcune complicanze durante la gravidanza, non differenti da quelle che si possono verificare in caso di fecondazione spontanea. Si tratta di una procedura piuttosto diffusa in quanto il 40% delle coppie ha difficoltà a concepire entro il primo anno di rapporti con questo scopo.

Ovviamente l’età è un fattore importantissimo, da giovani è più facile rimanere incinta. Qualora decideste di ricorrere a questa procedura troverete maggiori informazioni nel centro medico della vostra città.