Frutta disidratata: come e quando consumarla

Tag: frutta
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Al termine di numerosi studi, convegni e ricerche incentrate sulla frutta disidratata e la frutta secca, si è giunti alla conclusione che proprietà in esse contenute non sono affatto inferiori a quelle presentate dalla frutta fresca.

Gli effetti benefici che hanno sul nostro corpo sono notevoli, perciò la frutta disidratata andrebbe consumata quotidianamente. C’è differenza tra frutta secca e frutta disidratata? La risposta è si, anche se spesso le due tipologie di frutta vengono racchiuse sotto il nome di frutta secca, sebbene abbiano origine e valori nutrizionali differenti. È da sottolineare però, l’importanza di entrambe per il nostro corpo poichè offrono benefici eccezionali. La frutta disidratata è semplicemente la frutta fresca alla quale viene rimossa tutta l’acqua e rimane quindi ricchissima di zuccheri; esempi sono le mele disidratate, le prugne, i fichi secchi, l’uvetta sultanina, le albicocche, il mango, l’ananas, la papaya, i frutti rossi, la banana e tanti altri.

Invece, la frutta secca non è altro che il seme della pianta con caratteristiche nutrizionali simili a quelle della frutta disidratata; essa è composta quindi dal guscio nel quale è contenuto il frutto vero e proprio come ad esempio le mandorle, le noci, le nocciole, i pistacchi e i pinoli, oltre alla frutta secca più “esotica” come ad esempio le noci Acagiù, gli anacardi, le noci del Brasile e di Macadamia, le noci Pecan.

Frutta disidratata: come e quando consumarla

In tempi antichi, l’essiccazione era considerato uno dei principali metodi per conservare i prodotti. Per far essiccare la frutta, prima di tutto veniva tagliata in pezzi e poi esposta al sole per un periodo molto lungo. Attraverso questo processo, la frutta perde quasi tutto il suo contenuto di acqua e trattiene tutti gli zuccheri. Adesso l’elevata richiesta, il notevole consumo sul mercato di frutta secca e i progressi della tecnologia, hanno fatto sì che il processo di essiccazione venga svolto a livello industriale nelle grandi fabbriche che utilizzano moderne tecniche ed eseguono il tutto in maniera sempre più precisa e standardizzata.

Dal punto di vista nutrizionale, durante il processo di essiccazione, avviene qualche cambiamento agli alimenti: alcuni nutrienti risultano essere più concentrati mentre altri vengono addirittura degradati (come la vitamina C, altamente deperibile).

Il consumo di frutta essiccata

Dal punto di vista nutrizionale, è bene consumare le diverse tipologie di frutta disidratata, poichè ciascuna di essa contiene nutrienti diversi in concentrazioni diverse. Partiamo dal fatto che tutta la frutta disidratata, in generale, rappresenta un’ottima fonte di fibre per il corpo umano: nello specifico, il mango disidratato contiene un’ampia quantità di rame utilissimo a livello nutrizionale, l’ananas è un’ottima fonte di manganese, l’uva sultanina e le albicocche contengono alte concentrazioni di potassio, le banane contengono potassio e vitamina B6.

I “frutti rossi” (le bacche di Goji, i mirtilli rossi o neri ecc) contengono un’alta concentrazione di antiossidanti. Lo zenzero, che si presenta sottoforma di radice, è utilissimo per le sue proprietà antinfiammatorie, come digestivo e poichè è in grado di contrastare la nausea.
È consigliato consumare la frutta disidratata nei momenti in cui l’organismo ha bisogno di energia, ad esempio la mattina per cominciare la giornata è bene fare colazione con frutta disidratata e yogurt, oppure durante la giornata è bene fare degli spuntini con frutta disidratata per evitare di arrivare ai pasti principali con cali energetici.

È importante però non eccedere nel consumo di frutta disidratata facendo attenzione alle dosi consigliate (circa 30g al giorno se si segue una dieta onnivora e non più di 60g se invece si segue una dieta vegana).