Ipoglicemia reattiva: debolezza dopo i pasti? Come mangiare per evitarla

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Per ipoglicemia reattiva, o post prandiale, si intende un fenomeno che si verifica entro le prime quattro ore dopo il consumo di un pasto (differisce quindi dall’ipoglicemia digionale).

Questo disturbo è associato ad un calo di zuccheri e può verificarsi sia nei pazienti diabetici che nella popolazione sana, ma può anche essere un campanello d’allarme per situazioni di pre diabete.

L’ipoglicemia reattiva può causare diversi sintomi:

    • fame
    • nausea
    • testa leggere
    • stanchezza e sonnolenza
    • alterazioni dell’umore
    • ansia e tremore
    • pallore
    • sudorazione
    • svenimenti nei casi più gravi

Ipoglicemia reattiva: le cause alimentari

Vi sono diverse tipologie d’ipoglicemia reattiva, la più comune è l’ipoglicemia alimentare, per cui l’apparato digerente si svuota più velocemente del normale, il cibo viene velocemente liberato nel duodeno dando luogo ad un’eccessiva produzione d’insulina che abbassa il livello di glucosio nel sangue.

Una causa esatta per l’ipoglicemia reattiva non è stata ancora trovata, tuttavia sembra quindi essere correlata al tipo di alimentazione e al tempo di digestione.

Ecco perchè diventa importante prestare attenzione a quali cibi assumere e come assumerli.

Molti pazienti sono infatti in grado di gestire con successo il problema con un’alimentazione adeguata e dei cambiamenti nello stile di vita.

Come mangiare per evitare la debolezza

Per prevenire i sintomi dell’ipoglicemia reattiva, i quali si accompagnano quasi sempre ad un senso generale di debolezza, i primi accorgimenti da adottare sono:

  • Non lasciar correre più di tre ore fra un pasto e l’altro, fare sei piccoli pasti al giorno
  • Condurre una vita meno sedentaria
  • Portare sempre con sé degli spuntini
  • Scegliere cibi con indice glicemico medio basso e a lento rilascio di energia
  • Non esagerare con dolci ed alcolici a digiuno

Seguire una dieta sana con proteine e carboidrati complessi è importante per contrastare l’ipoglicemia reattiva, solitamente questi due gruppi alimentari vengono digeriti più lentamente e forniscono un’energia costante all’organismo, rispetto ai carboidrati e agli zuccheri semplici.

Questi ultimi, infatti, tendono a generare dei rapidi picchi glicemici che poi crollano in maniera altrettanto brusca e sarebbe pertanto più indicato evitarli.

  • La carne magra, come il pollo e il pollame, i latticini magri, le uova, il tofu e i fagioli sono ottime fonti di proteine.
  • I carboidrati complessi si trovano nel pane, pasta, riso integrali e nell’avena.
  • Per quanto riguarda i grassi, scegliere quelli sani che vengono anche digeriti più lentamente e aiutano a equilibrare la glicemia.

  • La frutta secca, i semi, l’avocado, le olive e l’olio d’oliva ne sono esempi perfetti.
  • Escludere dall’alimentazione i carboidrati e gli zuccheri semplici. Questi sono presenti in biscotti, dolci e pasticcini che vengono prodotti con farina bianca e zucchero raffinato.
  • Non mangiare gli alimenti zuccherati a stomaco vuoto.
  • Distribuire il consumo di carboidrati in maniera regolare e quotidiana. Così facendo, l’organismo non produce troppa insulina, che potrebbe in seguito provocare un crollo di zucchero nel sangue.

  • Ridurre l’assunzione di bevande a base di caffeina. Questa sostanza induce l’organismo a produrre l’adrenalina e può provocare sintomi simili all’ipoglicemia.

Tra gli alimenti e le bevande che si dovrebbero evitare:

  • Caffè;
  • Tè verde e nero;
  • Bibite caffeinate;
  • Cioccolato;
  • Alcolici a stomaco vuoto.