Lipasi alta: le cause e le migliori cure

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Le lipasi sono degli enzimi coinvolti nella digestione dei grassi.

In particolare, sono prodotti dal pancreas e la loro quantità può essere misurata con esami del sangue. In un individuo sano la loro concentrazione è molto bassa. Per questo è bene non sottovalutarne una presenza maggiore, perché potrebbe essere un sintomo di patologie piuttosto gravi.

Lipasi

La lipasi è un enzima prodotto principalmente dal pancreas e dalle ghiandole salivari, in misura minore dalla mucosa gastrica, intestinale e dalla mucosa polmonare. E’ fondamentale per la digestione dei grassi degli alimenti che ingeriamo, perché trasforma i trigliceridi in glicerolo e acidi grassi.

Una concentrazione alta nel sangue è definita lipasemia e può indicare la presenza di malattie del pancreas, ulcere, gastroenteriti e infiammazioni.

Si misura per valutare la salute del pancreas e dei tessuti vicini, solitamente quando si ha febbre alta, dimagrimento eccessivo, nausea continua, forti dolori addominali e difficoltà digestive. Per conoscerne il valore bisogna fare le analisi del sangue.

Valori di riferimento

I valori normali vanno dai 140 U/L ai 200 U/L.

Questi parametri variano in base all’età e al sesso dell’individuo. I risultati andranno analizzati da un medico in modo da valutarli tenendo conto anche della storia clinica del paziente.

Lipasi alta: cause

Ci sono diverse cause che potrebbero essere responsabili della maggiore concentrazione di questo enzima nel sangue. La maggior parte di esse indica che vi sono problemi al pancreas, tuttavia non è sempre e necessariamente così. Anche altri disturbi e patologie possono provocarne un innalzamento.

Vediamo le principali.

Pacreatiti

In questi casi, le cellule del pancreas sono infiammate e l’organo non funziona come dovuto facendone innalzare i livelli nel sangue.

Peritonite

Anche la peritonite è un’infiammazione, in questo caso della membrana che contiene gli organi addominali.

Tumore

Il tumore al pancreas può ostruire il dotto pancreatico, che impedisce in tal modo l’uscita del succo pancreatico contenente la lipasi. La conseguenza è un ristagno ed un aumento dei livelli minimi.

Insufficienza renale

Se i reni non funzionano a sufficienza, diverse sostanze si accumulano nel sangue e non vengono smaltite.

Ostruzione intestinale

L’occlusione può dipendere da una torsione dell’intestino, da aderenze o dalla presenza di un tumore.

Colecistite

E’ un’infiammazione della cistifellea normalmente di origine batterica. Anche in questo caso non è il pancreas a essere coinvolto, ma un organo ad esso vicino.

Malattie del fegato

Se il fegato è colpito da alcune malattie, come epatiti virali o tumori che ne impediscono la normale attività, i livelli di questo enzima nel sangue possono aumentare.

Chetoacidosi

La chetoacidosi diabetica è conseguenza del diabete di tipo 1 e consiste nella mancanza di produzione di insulina. E’ una malattia gravissima che danneggia tutto l’organismo.

Cisti pancreatiche

In genere non manifestano sintomi, se non appunto l’innalzamento della lipasi, perché vanno a compromettere le funzioni degli organi circostanti comprimendoli.

Valori di lipasi inferiori alla norma indicano un danno alle cellule pancreatiche che devono sintetizzare questi enzimi. Le patologie principali sono: pancreatite cronica, fibrosi cistica, morbo di Crohn e il diabete.

Lipasi alta: migliori cure

Per valutare il livello di questo enzima è sufficiente effettuare un esame del sangue, facilmente eseguibile. Secondo manuali scientifici affidabili, sono da considerare segni di malattia valori che superano di tre volte il massimo. In presenza di pancreatite, i livelli aumentano fino a 50 volte il valore massimo normale.

L’esame viene richiesto per controllare disturbi pregressi e in presenza di sintomi come calo dell’appetito, mal di pancia, nausea e cattiva digestione.

Alle volte tale esame viene prescritto per diagnosticare la fibrosi cistica, il morbo celiaco e la malattia di Crohn.

L’analisi di questi enzimi è spesso eseguita in associazione al test dell’amilasi. Questo perché i due risultati danno un’indicazione precisa della presenza di patologie al pancreas e agli organi vicini.

In presenza di pancreatite è importante agire sull’alimentazione. Fondamentale è la riduzione dei cibi grassi, che prevedono un lavoro particolare da parte della ghiandola del pancreas e puntare perciò verso una dieta normoproteica.

Per aiutare il pancreas, e sollevarlo così da fatiche inutili, è bene privilegiare proteine derivate da pesce magro e carni bianche, legumi, e verdure cotte. Ancora uva rossa, frutta di stagione matura, meglio se cotta, da mangiare lontano dai pasti, e lo yogurt, fonte di probiotici.