Cos’è il massaggio decontratturante e quando ricorrervi

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Dopo un’intensa attività fisica potremmo avvertire dei dolori alla muscolatura, in questi casi può essere una buona soluzione sottoporsi a un massaggio decontratturante.

Specialmente per chi pratica attività sportiva in modo agonistico, sarà capitato di dover ricorrere a dei massaggi per sciogliere i muscoli rimasti tesi dopo l’allenamento. Si tratta di una pratica terapeutica che comporta numerosi benefici al nostro organismo. In particolare, il massaggio decontratturante è indicato quando alcuni muscoli scheletrici rimangono tesi provocando dolori e fastidi. Spesso questa tipologia di pratica viene considerata come facoltativa o superflua, eppure in ogni squadra professionistica è presente anche un massaggiatore sportivo.

Questo particolare messaggio si concentra in zone ben localizzate proprio per decontratturare uno specifico muscolo. Per capire quando è necessario questo massaggio basta rilevare la presenza di una tensione semplicemente tramite il tratto. Questa tipologia di pratica ha numerose funzioni e comporta notevoli benefici, purtroppo può avere anche alcune controindicazioni e, se non si fa parte di un team sportivo agonistico, può avere un costo piuttosto elevato.

Massaggio decontratturante: a cosa serve?

Gli scopi dei massaggi decontratturanti sono molteplici: allentare la tensione, ridurre il dolore muscolare e velocizzare il recupero. Praticare un massaggio decontratturante non è facile, infatti i team agonistici hanno un professionista dedicato a questa manipolazione. La particolarità di questo massaggio è che viene eseguito su un’area ben definita. Tra le più comuni: spalle, collo, schiena e gambe.

Il massaggiatore eseguirà numerose manipolazioni in base alla zona colpita e al tipo di contrattura.

Si parte con manovre di frazionamento per passare una manipolazione di impastamento. Si possono eseguire movimenti pressori e a percussione. Anche l’intensità con cui vengono eseguite queste manovre, la stabilirà il massaggiatore in base alla necessità. Non è sempre sufficiente una singola seduta ma a volte bisogna ideare un progetto duraturo nel tempo. Esiste anche la possibilità di eseguire queste pratiche a quattro mani, ovvero con due massaggiatori. La durata di una seduta varia ma non supera quasi mai l’ora.

Oltre a ridurre il dolore per favorire la ripresa, i massaggi decontratturanti favoriscono la circolazione sanguigna e linfatica, inducendo rilassamento. Al termine della seduta è possibile però avvertire una sensazione di indolenzimento temporaneo. È importante affidarsi a dei professionisti qualificati perché i massaggi decontratturanti hanno anche effetti indesiderati e controindicazioni tutt’altro che banali.

Bisogna far attenzione anche all’utilizzo di oli da massaggio in quanto possono provocare in alcuni reazioni allergiche.

Tra le controindicazioni più frequenti rientrano innanzitutto i danni muscolari che provocano un allungamento dei tempi di ripresa.

Quando evitarli

Invece esistono alcune controindicazioni più rare che determinano quando non è indicato utilizzare questa tipologia di terapia. Ad esempio in caso di patologie cardiache, traumi spinali, scottature, osteoporosi o gravidanza è consigliabile consultare un medico prima di sottoporsi a queste massaggi. Un altro svantaggio di questa pratica è l’elevato costo per chi non può beneficiare di una struttura sportiva agonistica.

Infatti, rivolgersi a un centro massaggi per questa particolare tipologia di trattamento può costare diverse decine di euro a seduta.