Prostata: prevenire un tumore è meglio che curarlo

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Il tumore alla prostata è causato dalle cellule maligne all’interno di una ghiandola che si trova nell’apparato genitale maschile.

I sintomi di questo tipo di tumore sono evidenti quando la malattia è già in una fase abbastanza avanzata, ma al giorno d’oggi questo tumore è tra i più curabili con una sopravvivenza molto elevata. Anche la prevenzione ovviamente ha la sua importanza. Vediamo quali sono i campanelli di allarme e come prevenire l’insorgenza di un tumore alla prostata.

Tumore alla prostata

La prostata è una ghiandola che fa parte dell’apparato genitale dei maschi.

Questa ghiandola produce il liquido prostatico che è uno dei costituenti dello sperma. Nell’uomo la prostata è collocata 5 cm anteriormente all’ano. La forma di questa ghiandola ricorda una castagna, ma varia da soggetto a soggetto e il suo peso arriva sui 10-20 grammi, in condizioni normali.

Il tumore della prostata ha origine nelle cellule che sono presenti all’interno della ghiandola. Molto più comuni, fortunatamente, sono le patologie benigne che colpiscono la prostata, per esempio l’iperplasia prostatica dove una porzione di prostata si ingrossa e va a comprimere l’uretra, cioè il canale che porta l’urina, creando dei problemi.

Come per tutti i tumori, anche quello alla prostata è classificato in base al grado (aggressività) e allo stato della malattia. Il patologo che analizza il tessuto prelevato assegna un grado di rischio che la malattia ha di diffondersi. Tutti i gradi assegnati dagli specialisti permettono di attribuire ala malattia il rischio basso, medio o alto.

Come prevenirlo

Gli esperti raccomandano delle regole da seguire che aiutano a prevenire il tumore alla prostata.

Innanzi tutto è necessario moderare il consumo di alcol, limitandosi a un bicchiere di vino rosso al pasto (in questa quantità fa bene) e evitare completamente il fumo: principale fattore di rischio di tutti i tumori e di tante altre malattie degenerative. Nelle sigarette sono infatti presenti sostanze nocive cancerogene che entrano nel circolo del sangue e raggiungono tutte le parti del corpo.

Altra regola primaria consigliata è sempre quella di fare attività fisica, non necessariamente in maniera agonistica, ma come abitudine quotidiana.

L’altro elemento a cui porre particolare attenzione nel prevenire il tumore alla prostata, e anche gli altri tipi di tumore, è l’alimentazione: gli specialisti sono concordi nel sottolineare l’importanza di una sana ed equilibrata dieta, ricca di frutta e verdura.

Alimentazione

Curare l’alimentazione è utile sia per bloccare l’effetto del deidrotestosterone, che provoca la crescita delle cellule maligne, sia per aumentare gli antiossidanti che svolgono una azione verso i radicali liberi.

Dieta equilibrata vuol dire bilanciata nel numero delle calorie, ricca di vegetali e povera di grassi animali. Gli studi dimostrano come l’organismo abbia bisogno di una gran varietà di cibi che devono essere ben distribuiti nell’arco della settimana.

Gli alimenti ideali per una dieta anti cancro prostatico sono quelli ricchi di minerali, vitamine e fibre. Sì perciò ad alimenti integrali e biologici, vegetali freschi possibilmente crudi, alimenti che contengono omega 3 e a quelli che contengono carotenoidi (pomodori, carote, papaia, broccoli, albicocca ecc) che contrastano l’azione dei radicali liberi.

Sostanze che prevengono il tumore alla prostata sono anche quelli ricchi di vitamina A, D e D, i derivati della soia e il thè verde.

Gli alimenti da evitare, quelli che possono portare all’ingrossamento della prostata, sono: peperoncino, spezie, insaccati e grassi di origine animale e superalcolici. Questi alimenti causano l’acidificazione dell’urina portando all’infiammazione che può degenerare. Molto importante è anche l’idratazione: è necessario bere almeno due litri di acqua al giorno.

L’acqua permette di lavare la prostata ed eliminare le sostanze dannose.

Come riconoscere la malattia

Il tumore alla prostata è uno dei più facilmente individuabili e curabili. E’ molto alta la sopravvivenza a dieci anni dall’intervento, ma ovviamente la tempestività nella diagnosi è fondamentale.

I sintomi elencati, indicati dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori, sono campanelli d’allarme che non sempre però sono da collegare con la presenza di un tumore alla prostata.

Sono comunque utili e in ogni caso è sempre bene parlarne con il medico di riferimento.

Quasi tutti questi sintomi sono collegati al momento della minzione. Il primo infatti riguarda la difficoltà in particolare a cominciare ad urinare o il bisogno di urinare spesso. Il terzo campanello d’allarme invece si riferisce alla sensazione di non riuscire a urinare mai in maniera completa e il quarto al dolore che si può provare durante la minzione.

Anche sangue nelle urine e nello sperma possono essere sintomi collegabili alla presenza di un tumore così come la sensazione di peso nella zona retto vescicale. Ultimi due sintomi da elencare sono un diffuso dolore alle ossa e la difficoltà di erezione.

Chi è a rischio

Vi sono dei fattori che aumentano il rischio di contrarre questa malattia, primo fra tutte è l’età. Gli uomini sotto ai 40 anni hanno una possibilità di ammalarsi molto minore rispetto agli over 50; la percentuale aumenta notevolmente oltre i 65 anni e i ricercatori hanno dimostrato che 7 uomini su 10 con più di 80 anni hanno un tumore di questo tipo, magari asintomatico.

Altro fattore di rischio è la familiarità: chi ha un parente consanguineo ammalato di tumore alla prostata ha il doppio di possibilità di ammalarsi rispetto a chi non lo ha.

La possibilità di sviluppare questa malattia sembra legata anche ad alti livelli di testosterone e l’ormone IGF1 che lavora sulla crescita delle cellule. Anche uno stile di vita sregolato, sedentario e una dieta ricca di grassi saturi portano ad aumentare il rischio dell’insorgenza di questa malattia.

Altre patologie della prostata

La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica. In genere la causa principale che porta all’insorgere di questa infiammazione è di origine batterica, in genere si tratta di germi intestinali. Questi possono essere trasmessi con rapporti sessuali non protetti, ma la prostatite può insorgere anche senza un processo infettivo, da circostanze inspiegabili, come stress, disordini immunitari o regimi alimentari scorretti.

Quando si viene colpiti da prostatite i sintomi possono presentarsi in maniera molto brusca oppure più lieve e protrarsi perciò non ben identificati per lungo tempo.

I sintomi più evidenti riguardano bruciori e necessità di urinare di frequente, sangue nelle urine e nello sperma, dolore durante i rapporti sessuali. In alcuni casi può comparire febbre e dolore nella zona del basso ventre.

La prostatite si cura con farmaci antinfiammatori e/o una terapia antibiotica.

Ipertrofia prostatica

In questo caso vi è una proliferazione benigna del tessuto prostatico con conseguente aumento di volume di questa ghiandola. Questa è una malattia molto diffusa negli uomini oltre i 50 anni, dove un aumento di volume della prostata è del tutto naturale.

La causa correlata a questa malattia è una variazione ormonale che porta a questo ingrossamento.

I sintomi sono tutti a livello urinario. Frequente stimolo di minzione, bruciore durante la minzione e incapacità di svuotarsi completamente. Quando viene diagnosticata, l’ipertrofia prostatica può essere curata con un trattamento farmacologico oppure con un intervento chirurgico.

Quali esami eseguire

Per valutare lo stato di salute della prostata, il medico specialista può indicare di eseguire degli esami particolari, come il test del PSA.

Questo è un esame del sangue che ha come scopo quello di trovare valori alterati. Ci sono pareri un po’ contrastanti sulla sua reale utilità, in quanto in adulti sani senza disturbi legati al tumore alla prostata, c’è un altissima possibilità di trovare valori non in norma. Inoltre il tumore alla prostata è un tumore che cresce molto lentamente e ci sono molte probabilità che un uomo arrivi al termine della sua vita senza nemmeno accorgersi di esserne affetto.

In altri casi invece questo esame è uno strumento molto utile per controllare sia casi già trattati di tumore alla prostata, sia per scovare altri tumori che il paziente non avrebbe mai scoperto di avere.

Un altro esame, condotto in ambulatorio, è l’esplorazione rettale che permette di individuare eventuali noduli presenti in questa area. In questo caso si procede con la biopsia su guida ecografica, con la quale si prelevano parte dei tessuti che andranno poi analizzati dal patologo.

Il prelievo avviene con un ago speciale guidato da una sonda ecografica.

Come si cura

Lo specialista urologo consiglierà la terapia e la strategia più adatta per intervenire in caso di tumore maligno. Alle volte, quando si è in presenza di pazienti anziani, si decide di non intervenire in alcun modo, fino alla comparsa di eventuali sintomi. Anche in pazienti con basso rischio di diffusione si decide in genere di non intervenire, ma di tenere sotto controlli frequenti l’evoluzione della malattia.

Quando invece ci si trova di fronte a pazienti con sintomi già attivi allora spesso si sceglie la via della chirurgia, ovvero la rimozione di tutta la ghiandola e dei linfonodi vicini, spesso seguita da radioterapia o ormonoterapia.

Una pianta come cura

Ci sono studi che hanno dimostrato come una pianta, la Serenoa repens, potrebbe rivelarsi molto utile per curare l’ipertrofia prostatica benigna e magari anche il carcinoma maligno. Si tratta di una palma nana presente nel sud est degli USA, che possiede effetti benefici verso il sistema urinario e l’apparato genitale maschile. Questa pianta possiede principi attivi in grado di migliorare gli effetti negativi degli ormoni sulla ghiandola prostatica. E’ ricchissima di acidi grassi e di fitosteroli.