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Durante il congresso dell’Associazione Italiana Familiarità Ereditarietà Tumori (AIFET), tenutosi presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è stato presentato uno studio clinico significativo chiamato LIME (Low Inflammatory Mediterranean Diet and Endoscopy)-FAP, diretto dalla Dott.ssa Patrizia Pasanisi. Questo progetto, sostenuto dalla Fondazione AIRC, ha come obiettivo l’indagine sull’efficacia di una dieta mediterranea antinfiammatoria nella riduzione del numero di adenomi nel moncone rettale dei pazienti affetti da poliposi adenomatosa familiare (FAP) dopo una colectomia totale.
La poliposi adenomatosa familiare è una condizione genetica che può causare lo sviluppo di numerosi polipi adenomatosi nel colon e nel retto, aumentando in modo significativo il rischio di cancro. Le mutazioni nei geni APC o MUTYH sono le principali cause di questa malattia, che, se non trattata, può portare a un carcinoma del colon entro i 40 anni. La strategia di prevenzione più efficace attualmente disponibile è la colectomia totale, generalmente eseguita entro i 30 anni, accompagnata da un monitoraggio endoscopico regolare.
Il ruolo dell’infiammazione e della dieta
Il team di ricerca ha messo in evidenza come l’infiammazione intestinale e l’ambiente immunitario possano influenzare lo sviluppo di adenomi e il cancro del colon-retto. La dieta mediterranea è stata proposta come un elemento capace di modulare tali processi infiammatori. Secondo la Dott.ssa Pasanisi, l’obiettivo dello studio consiste nel valutare se un intervento dietetico mirato possa ridurre gli adenomi e migliorare i marcatori infiammatori locali e sistemici.
Il microbiota intestinale
Un aspetto interessante della ricerca riguarda l’impatto della dieta sulla composizione del microbiota intestinale. Una dieta ricca di vegetali sembra favorire la crescita di microrganismi benefici, mentre una dieta occidentale tende a promuovere una flora batterica pro-infiammatoria. Nel 2017, un primo studio pilota ha coinvolto circa 30 pazienti con FAP, incoraggiati a seguire una dieta mediterranea per tre mesi. I risultati hanno rivelato un’aderenza crescente alla dieta proposta e una diminuzione dei cibi dannosi.
Dettagli dello studio clinico attuale
Il nuovo studio, avviato recentemente, coinvolge un gruppo di pazienti che seguiranno un intervento dietetico della durata di 24 mesi. Nei primi 12 mesi, sono previsti incontri mensili in presenza, corsi di cucina e distribuzione di pacchi alimentari contenenti ingredienti salutari, come miso e tempeh. Inoltre, i caregiver dei pazienti sono stati invitati a partecipare alle attività, creando un ambiente di supporto.
Monitoraggio e risultati attesi
Durante il periodo di studio, i pazienti saranno sottoposti a controlli regolari, tra cui rettoscopie annuali e prelievi di sangue e feci. L’obiettivo finale è ridurre l’infiammazione intestinale e sistemica, ripristinare un equilibrio sano del microbiota e migliorare le abitudini alimentari, con la speranza di alleviare i sintomi gastrointestinali associati alla malattia. La Dott.ssa Pasanisi esprime fiducia nel fatto che questa ricerca possa fornire una strategia non invasiva per gestire la FAP, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.



