Leucemia mieloide cronica, esperto ‘asciminib per bisogni clinici irrisolti’

(Adnkronos) – La Commissione europea ha recentemente approvato asciminib per il trattamento di tutti i pazienti adulti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con cromosoma Philadelphia positivo (Lmc-Cp Ph+), sia di nuova diagnosi che precedentemente trattati. Questa decisione viene considerata dagli esperti un importante passo avanti nella gestione della malattia, offrendo una nuova opzione terapeutica caratterizzata da un meccanismo d'azione innovativo e da un profilo di efficacia e tollerabilità favorevole, che risponde a bisogni clinici ancora irrisolti. L'approvazione – ricorda una nota – si basa sui risultati dello studio di fase III Asc4First in cui asciminib, il primo inibitore Stamp per il trattamento della leucemia mieloide cronica, dimostra, nei pazienti di nuova diagnosi, un beneficio clinico superiore rispetto a tutti gli altri inibitori tirosin-chinasici (Tki) disponibili. Circa il 30% dei pazienti di nuova diagnosi in trattamento con i Tki, infatti, non raggiunge gli obiettivi terapeutici entro il primo anno di trattamento, evidenziando come permangano bisogni clinici rilevanti già nelle fasi iniziali della malattia. Lo studio Asc4First, che ha confrontato asciminib con i Tki di prima o seconda generazione, ha mostrato a 96 settimane tassi di risposta molecolare maggiore significativamente superiori (74,1%) rispetto a tutti gli inibitori della tirosin-chinasi di confronto (52%). "La leucemia mieloide cronica è una neoplasia ematologica caratterizzata dalla proliferazione incontrollata delle cellule mieloidi e dalla presenza del cromosoma Philadelphia – spiega Massimo Breccia, professore associato di Ematologia della Sapienza università di Roma – Nella maggior parte dei casi viene diagnosticata in fase cronica, spesso in modo casuale. Oggi è considerata una patologia gestibile nel lungo periodo, ma richiede un trattamento continuo e un monitoraggio costante. La terapia con Tkis ha aumentato la sopravvivenza, tuttavia, oltre agli importanti effetti collaterali, il 30% dei pazienti non raggiunge una risposta ottimale nei tempi attesi". Tale scenario sottolinea l'urgenza di avere disponibili soluzioni terapeutiche innovative "in grado di rispondere ai bisogni clinici non soddisfatti nelle linee precoci offrendo efficacia e tollerabilità elevate". I dati recentemente presentati al congresso della Società americana di ematologia (Ash) a Orlando evidenziano come asciminib possa offrire un profilo di tollerabilità superiore rispetto ai Tki, standard of care nei pazienti con Lmc-Cp di nuova diagnosi, riducendo l'incidenza di eventi avversi e favorendo la continuità terapeutica. "Nelle fasi iniziali della leucemia mieloide cronica – chiarisce Breccia – l'obiettivo è ottenere risposte molecolari rapide e profonde, perché queste si associano a un migliore controllo della malattia nel tempo. Efficacia e tollerabilità sono fattori strettamente connessi: una terapia ben tollerata favorisce la continuità del trattamento e contribuisce al raggiungimento di risultati clinici più solidi. L'inibitore Stamp come asciminib è un farmaco che agisce specificamente sulla tasca miristoilica di Abl. L'innovazione terapeutica rappresentata da questa classe di farmaci antitumorali ha introdotto un nuovo paradigma nel trattamento della patologia: grazie a un meccanismo d'azione differente rispetto agli inibitori della tirosin-chinasi tradizionali, questa terapia consente infatti di ottenere migliori risposte molecolari, riducendo il rischio di eventi avversi. I dati clinici dimostrano che tale approccio innovativo può migliorare in modo significativo l'efficacia del trattamento fin dalle prime linee. Ridurre il carico degli effetti collaterali – sottolinea lo specialista – significa inoltre aumentare la probabilità che il paziente mantenga la terapia nel tempo, un aspetto cruciale per consolidare risposte stabili e durature". Il raggiungimento precoce di risposte molecolari profonde – prosegue la nota – rappresenta un prerequisito fondamentale per obiettivi terapeutici di lungo periodo, come la remissione libera da trattamento. "Pensare alla possibilità di sospendere la terapia – osserva Breccia – significa impostare fin dall'inizio una strategia sostenibile. Trattamenti che combinano elevata efficacia e buona tollerabilità possono aumentare la probabilità di ottenere risposte stabili, migliorando in modo significativo gli outcome a lungo termine. Asciminib ha mostrato efficacia e sicurezza anche nei risultati emersi dallo studio di fase 2 Asc2Escalate nella coorte di pazienti già trattati con un Tki. Inoltre, i dati preliminari di qualità di vita dello studio Asc4First suggeriscono che il nuovo trattamento possa anche offrire importanti benefici in tal senso, favorendo anche l'aderenza terapeutica".
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Scritto da Adnkronos

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