Argomenti trattati
Il fenomeno del mosting ha acquisito rilevanza con l’avvento delle interazioni digitali. Questo comportamento relazionale è caratterizzato da un’intensa idealizzazione che culmina in una fuga brusca, causando profonde ferite emotive a chi ne è colpito. A differenza del più noto ghosting, dove la persona scompare senza alcuna spiegazione, il mosting inizia con grandi promesse e complimenti, per poi terminare senza preavviso.
Per comprendere meglio questo fenomeno, è utile analizzare i segnali di allerta e le motivazioni psicologiche che spingono a tali comportamenti. La dottoressa Monica Bormetti, psicologa e coach esperta in cultura digitale, fornisce un’analisi approfondita del tema.
Cos’è il mosting e come si distingue dal ghosting
La dottoressa Bormetti spiega che il mosting si sviluppa in due fasi principali. Nella prima fase, l’altro compie un’idealizzazione eccessiva, riempiendo di complimenti e promesse grandiose. Nella seconda fase si verifica la scomparsa, un abbandono improvviso e senza spiegazioni. In questo contesto, chi subisce mosting vive un crollo emotivo più intenso rispetto al ghosting tradizionale, passando da un’idealizzazione estrema a una sensazione di annullamento.
Segnali di allerta del mosting
Riconoscere i segnali che possono anticipare il mosting è fondamentale. Se qualcuno inizia a esprimere sentimenti intensi e a idealizzarti troppo velocemente, ad esempio con frasi come “sei la persona che aspettavo da sempre”, è probabile che si stia verificando una situazione di questo tipo. L’accelerazione della relazione, l’eccesso di attenzioni e la mancanza di una reale conoscenza reciproca possono essere indicatori chiave.
Quando avviene la scomparsa, le reazioni emotive possono essere devastanti: si può provare un profondo senso di rifiuto, ansia e una perdita di fiducia in se stessi. L’idealizzazione iniziale crea un legame profondo, e la sua improvvisa interruzione può provocare un vuoto emotivo simile a una vera e propria astinenza.
Le motivazioni dietro il comportamento del moster
Chi pratica il mosting spesso presenta tratti di insicurezza e un disperato bisogno di affermazione. La persona che attua questa dinamica, definita “moster”, idealizza l’altro per sentirsi viva e amata, ma quando la relazione inizia a richiedere un’intimità autentica, scatta la fuga. Questo comportamento è spesso il risultato di una immaturità emotiva che impedisce di gestire le complessità delle relazioni adulte.
Profili e motivazioni del moster
Non esiste un identikit specifico del moster, ma ci sono alcune caratteristiche comuni. Queste persone spesso possiedono una spiccata capacità di seduzione emotiva e un costante desiderio di sentirsi speciali. Non riescono a tollerare la vulnerabilità e tendono a fuggire quando l’altra persona esprime bisogni reali. Questo conflitto interno li porta a preferire l’abbandono piuttosto che affrontare il rischio di deludere o essere respinti.
Strategie per affrontare il mosting
Chi ha subito il mosting deve comprendere che la colpa non è sua. Questo comportamento riflette le fragilità dell’altro. Ecco alcune strategie pratiche per affrontare e superare il trauma della scomparsa:
- Interrompi i contatti digitali.Bloccare o silenziare la persona su social media e chat favorisce la disintossicazione emotiva.
- Elabora le tue emozioni.Tenere un diario in cui annotare sensazioni e riflessioni riguardo all’esperienza può essere utile.
- Riconnettiti con te stessa.Dedica tempo a pratiche che favoriscano la tua presenza, come yoga o meditazione.
- Ricostruisci la fiducia.Circondati di relazioni sicure e affidabili, come amici e colleghi.
- Trasforma la ferita in consapevolezza.Chiediti cosa hai imparato da questa esperienza e come applicarlo in futuro.
Attraverso queste pratiche, è possibile avviare un processo di guarigione e recupero della propria autostima. Riconoscere tre qualità positive in sé stessi ogni mattina e annotare tre cose di cui si è grati ogni sera contribuisce a costruire un’immagine positiva.



