Squirt: cos’è e cosa significa squirtare per una donna

Squirt è l'eiaculazione femminile dai condotti parauretrali intorno all'uretra della femmina umana durante o prima di un orgasmo.

Squirt, o arte dello squirting, è un fenomeno tutto femminile che fino a poco tempo fa risultava sconosciuto alla maggior parte delle popolazione. Il termine squirt deriva dall’inglese “fontana” e corrisponde alla descrizione dell’eiaculazione femminile. Essa consiste nell’espulsione di liquido dai condotti parauretrali attraverso e intorno all’uretra della donna durante o prima di un orgasmo.

Non è chiaro quale sia la fonte (è il caso di dirlo) esatta e la natura del fluido: il dibattito tra gli esperti medici, che per anni hanno dubitato dell’esistenza del punto G, è ancora aperto. Manca quindi un consenso scientifico circa le modalità di eiaculazione femminile e sull’origine stessa dei fluidi di secrezione vaginale.

Lo squirt è ormai un’esperienza riconosciuta da molti, ed è stato accertato che in alcune donne vi sono manifestazioni eiaculatorie molto più accentuate rispetto ai normali fenomeni di lubrificazione, relativi all’eccitazione sessuale.

Squirt: cenni storici

Lo squirt non stimola soltanto la fantasia degli uomini che vanno a ricercarlo sui siti a luci rosse, anche le donne sono sempre più attente e curiose circa la conoscienza del proprio corpo. Sono loro a parlare più liberamente della propria capacità di eiaculare.

Già nel 1559 l’anatomista italiano Realdo Colombo parlò di eiaculazione femminile mentre spiegava le funzioni della clitoride, e nel XVII secolo l’anatomista olandese Regnier de Graaf nel 1673 parlò della cosiddetta “prostata femminile”, costituita da un insieme di piccole ghiandole periuretrali situate sulla parete anteriore della vagina attorno alla parte inferiore dell’uretra.

Nel 1860 il ginecologo Alexander Skene riconobbe queste formazioni e le battezzò con il nome di ghiandole di Skene: ossia organismi in grado di espellere un liquido per aumentare la lubrificazione e la libido nella donna. Tale caratteristica è stata confermata da studi recenti che hanno accertato che in presenza di stimolazione interna della vagina, le ghiandole di Skene possono effettivamente secernere grandi quantità di liquido lubrificante.

Cos’è lo squirt

Lo squirt è un fenomeno che appartiene esclusivamente all’universo femminile. Viene descritto dagli esperti come l’equivalente dell’eiaculazione maschile, poichè avviene sotto forma di schizzo o getto prodotto dalla vagina quando si raggiunge l’orgasmo. Lo squirting è la produzione di un’abbondante secrezione inodore e incolore che viene espulsa grazie alle contrazioni dell’orgasmo.

Uno studio condotto nel 2002 presso l’Università dell’Aquila ha stato riscontrato, nel organismo femminile, una grande variabilità in termini di microanatomia: si è scoperto che la grandezza delle aperture delle ghiandole periuretrali varia moltissimo da donna a donna, fino a quasi scomparire in alcuni soggetti. Da questo è possibile dedurre che, se le ghiandole periuretrali provocano l’eiaculazione femminile, la natura dello squirting dipenderebbe dalla struttura interna e questo spiegherebbe l’assenza di tale fenomeno in alcune donne.

L’orgasmo femminile è circondato da molti falsi miti: dal mistero del punto G al crescente interesse verso le varie forme con le quali la donna è in grado di raggiungere il piacere. Sicuramente la giusta stimolazione fa la sua parte, ma non si deve mai sottovalutare il fatto che l’orgasmo femminile sia prima di tutto psicologico: la donna sfrutta molti più canali di comunicazione sensoriale per raggiungere il piacere e quindi alla base è fondamentale la giusta intesa con il partner.

Il primo mito da sfatare è l’idea che lo squirt sia una miscela di liquido vaginale e urina: questo liquindo è sì prodotto dal rene, immagazzinato nella vescica e infine espulso attraverso l’uretra, ma non contiene le sostanze tipiche dell’urina, ed è così diluito da essere più simile all’acqua.

Il liquido prodotto durante lo squirting presenta, in alcune donne, una secrezione più densa che contiene un’altissima quantità di PSA, un enzima che negli uomini viene secreto dalla prostata. Dunque è molto più simile allo sperma che all’urina. Un altro falso mito parla dello squirt come di un evento che si verifica ogni volta che si raggiunge l’orgasmo: è possibile per una donna raggiungere l’orgasmo senza squirtare.

Non tutte le donne riescono ad emetterlo: si parla di quasi il 50% della popolazione femminile. E ciò spiega forse perché la parola figuri ai primi posti degli interessi delle donne in fatto di sesso e perché molte ancora pensano di non essere arrivate a provare un orgasmo, magari vergognandosi di parlarne con il proprio partner. Anche in questo caso è fondamentale conoscere il proprio corpo e fidarsi dell’altro.

Cosa significare squirtare

Lo squirt non è nient’altro che l’espulsione di liquido seminale femminile dai condotti parauretrali attraverso l’uretra. Ora è bene parlare degli organi che lo producono.

Le donne possiedono degli organi secretori che si sono sviluppati dallo stesso tessuto embrionale della prostata maschile; in pratica costituiscono l’omologo, similmente alla relazione esistente tra testicoli e ovaie. Questi organi sono chiamati ghiandole periuretrali o di Skene; strutture variabili che sono situate sulla parete anteriore della vagina attorno alla parte inferiore dell’uretra, in corrispondenza di quello che buona parte della letteratura è definito il punto G.

La composizione chimica e ormonale del liquido femminile è molto simile a quello secreto dalla prostata maschile e con il quale viene diluito lo sperma. In seguito a tale secrezione e se vi è una concreta risposta all’eccitazione maschile, tali ghiandole si possono riempire di fluido, e presumibilmente stimolare il famoso e misterioso “punto G”, che è la radice della clitoride, situata a circa 2–3 cm all’interno della parete anteriore della vagina.

Come funziona

Raggiungere lo squirt è ancora un mistero per uomini e anche donne; ma è bene partire dal fatto che esso dipende dalla clitoride. Il processo è innescato dalla stimolazione delle pareti clitoridee o, più spesso, la stimolazione della parte iniziale della vagina, dove è appoggiata la vescica. La zona che viene stimolata è quella denominata complesso clitoro-uretro-vaginale, dove si trova il punto G.

Il rigonfiamento del tessuto che circonda l’uretra risulta in questi casi casi il risultato di una combinazione tra le ghiandole che si riempiono di fluido e il tessuto erettile circostante che si solleva, grazie all’esplorazione del muro vaginale.

Il fluido accumulato nelle ghiandole viene immesso nell’uretra, per essere poi espulso in seguito alle contrazioni ritmiche dei muscoli pelvici una volta raggiunto l’orgasmo. Il quantitativo di fluido rilasciato è molto variabile e spesso può contenere tracce di urina, ma questo dipende dalla successione e ripetizione delle contrazioni e dal conseguente riempimento e svuotamento delle ghiandole durante l’orgasmo.

Quando avviene

In inglese, oltre a squirting, viene usato anche il termine gushing per spiegare l’orgasmo liquido della donna. Entrambi stanno a indicare la fuoriuscita di un liquido, di consistenza simile allo sperma maschile, durante l’orgasmo della donna.

Non tutte le donne sono in grado di sperimentare questo fenomeno, e questo dipende sì dalla conformazione fisica, ma anche da una necessaria conoscenza profonda del proprio corpo. Per questo spesso è necessario imparare a stimolare il punto G in modo adeguato, aiutandosi anche con l’autoerotismo e la masturbazione. La diffusione del porno su internet e lo sdoganamento di ogni tabù morale ed etico intorno al sesso fannò sì che l’argomento sia affrontato con maggiore naturalezza, tuttavia hanno stravolto i parametri di riferimento circa le proprie sicurezze.

Spesso, infatti, il raggiungimento dell’eiaculazione femminile diventa, per molte ragazze, una sfida: questo perché chi ha provato lo squirting ne parla come di un’esperienza gratificante, ignorando che anche senza l’eiaculazione la maggior parte delle donne vive una sessualità serena ed appagante.

Squirting: è possibile provocarlo

Il riconoscimento scientifico dello squirting ha catturato l’interesse della pornografia che lo ha riproposto in modo spettacolare, esagerato e poco realistico, stimolando le curiosità più strane in enrambi i sessi. Provocare lo squirt alla propria compagna, resta la fantasia principale per la maggior parte degli uomini. La domanda di molti però è: tutte le donne possono squirtare?

La questione è più psicologica che medica: dal punto di vista fisiologico tutte le donne sono in grado di produrre quel liquido e di espellerlo nel momento dell’orgasmo. L’intensità dello schizzo può variare in base alla quantità, ma essa non è una prerogativa genetica: il raggiungimento dell’orgasmo è la prerogativa per arrivare al passo successivo, ossia lo squirting.

Bisogna considerare che una donna su due finge l’orgasmo, molto frequentemente. Mentre la macchina maschile ha un congegno sessuale interno molto elementare, le donne sono organismi sensibilmente più articolati. Questo fa sì che nella donna vi siano più tipi di orgasmo:

Orgasmo clitorideo

Questo tipo è il più comune tra le donne e si raggiunge con la stimolazione diretta del clitoride durante la masturbazione o il sesso orale. Le numerose terminazioni nervose del clitoride sono pari a quelle che gli uomini hanno nel pene; questo è uno dei motivi per cui per la donna sono importanti i preliminari.

Orgasmo vaginale

E’ prodotto direttamente dall’interno della vagina o dal punto G o da qualche punto ancora più profondo. Questo tipo di orgasmo può coinvolgere tutto il corpo fino a farlo tremare con totale perdita del controllo e provocare anche orgasmi vaginali multipli.

L’orgasmo vaginale è piuttosto raro e solo il 20% delle donne lo ha provato, ma alla base di tutto, bisogna ricordare che il piacere della donna è soprattutto psicologico. Per raggiungere l’orgasmo non è necessaria solo la lubrificazione vaginale, è importante anche una grande fiducia e intesa con il partner.

Come far eiaculare una donna

Per intensificare il piacere e arrivare all’eiaculazione femminile, è importante massaggiare la parte interessata con le dita, usando un lubrificante a base di acqua, in modo da stimolare il punto G. La vagina è una zona molto delicata e quindi bisogna prendersi cura delle mani; lavarle e usare una crema idratante che le renda soffici e delicate per la stimolazione. Localizzare dove si trova il punto G; ossia a circa 3-5 cm dentro la vagina, lungo le pareti frontali.

Quando l’eccitazione sale, il punto G si gonfierà, provocando la fuoriuscita del liquido e dunque lo squirt. Possono esserci ragazze che non hanno un completo controllo del proprio PC (muscolo pubococcigeo), e questo potrebbe causare anche una perdita di controllo durante la quale alla donna sembrerà di urinare. In questi casi è importante che sia il partner a rassicurare e a prendere il controllo della situazione: se prova a trattenerla, non eiaculerà.

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Scritto da Sabrina Rossi

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