Dal disturbo da alimentazione controllata si può guarire, step by step

Il disturbo da alimentazione incontrollata può sembrare impossibile superare, ma in realtà si può guarire: basta affidarsi ai giusti professionisti.

Il disturbo da alimentazione incontrollata, detto anche binge eating disorder, caratterizza molte persone sia giovani che adulte e dipende senz’altro da una sottostante condizione psicologica, dalla quale è importante sapere che si può guarire.

Disturbo da alimentazione incontrollata: come guarire

I pazienti affetti dal disturbo da alimentazione incontrollata partono spesso da un pessimo rapporto con il proprio corpo: c’è chi ne è ossessionato per quelli che considera chili di troppo e chi al contrario ritiene di essere troppo magro; ma da tutto ciò, si può guarire. E’ inoltre una patologia che intacca tutte le attività dei soggetti che ne sono colpiti, che hanno molta più difficoltà a concentrarsi, avere contatto con il mondo esterno e le altre persone, e vivono sentimenti contrastanti e negativi.

La terapia

Per guarire dal disturbo da alimentazione incontrollata non basta sottoporsi a una dieta oppure credere che eliminare il cibo sia la prima soluzione, anzi. La prima cosa su cui lavorare è infatti il proprio comportamento, la propria mente. I passi da fare, volendo scandirli uno ad uno, sono i seguenti:

  1. Prendere consapevolezza del proprio disturbo, senza vergognarsi di esserne sopraffatti e senza sviluppare sensi di colpa infondati.
  2. Non perdere la forza di volontà, anche quando la condizione deriva da cause predisposizioni genetiche o più semplicemente caratteriali.
  3. Imparare ad avere più fiducia e stima di se stessi e soprattutto evitare di pesare il giudizio degli altri.
  4. Affidarsi ad un terapeuta specialista dei disturbi dell’alimentazione che lavori sull’aspetto comportamentale e cognitivo, che porti il paziente a scovare la causa latente che ha portato al disturbo.
  5. Iniziare un percorso contemporaneo con un nutrizionista che insegni nuovamente ad avere un buon rapporto con il cibo.
  6. Confrontarsi con altre persone che soffrono dello stesso disturbo può essere di grande aiuto, esistono infatti delle associazioni apposite che aiutano il paziente a riprendere in mano la sua vita serenamente.
Scritto da Francesca Iodice

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