Nuove norme europee sul benessere degli animali da compagnia

Le nuove leggi europee pongono l'Italia di fronte a importanti sfide nel settore del benessere animale.

Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha intrapreso un percorso significativo verso l’adozione di normative avanzate riguardanti il benessere e la tracciabilità degli animali da compagnia, in particolare cani e gatti. Ma ti sei mai chiesto perché l’Italia sembri restare ancorata a leggi obsolete e inadeguate? Questa situazione preoccupante è stata evidenziata dal Gruppo allevatori cinofili (Gac), che ha sollevato il campanello d’allarme sulle possibili ripercussioni negative sulle pratiche di allevamento nel nostro paese. Rimanere isolati in un contesto europeo in rapida evoluzione non è certo una buona notizia per i nostri amici a quattro zampe!

Il Regolamento europeo e le sue implicazioni

Recentemente, l’Europarlamento di Strasburgo ha approvato un regolamento che stabilisce norme fondamentali per il benessere degli animali domestici. Tra le misure più significative emerge l’obbligo di identificazione tramite microchip per tutti i cani e gatti all’interno dell’Unione. Ma non finisce qui: la vendita di animali nei negozi sarà vietata, promuovendo un modello più etico e responsabile di allevamento e adozione. Queste misure si integreranno in un sistema di registrazione centralizzato, permettendo una tracciabilità efficace degli animali. Non credi che questo passo sia cruciale per garantire il benessere degli animali e combattere il mercato illegale?

Tuttavia, in Italia, il Sistema Informativo Nazionale Animali da Compagnia (Sinac) doveva essere operativo già a dicembre 2023, ma è stato bloccato da proteste provenienti da alcuni settori e Regioni. Questo ritardo rappresenta un freno significativo all’implementazione delle nuove normative, creando confusione e incertezze per gli allevatori e i proprietari di animali. È davvero il momento di riflettere su come stiamo trattando i nostri animali da compagnia.

Le sfide per gli allevatori italiani

Il contesto legislativo italiano è particolarmente complesso. Gli allevamenti di animali da compagnia sono attualmente regolati da un regio decreto del 1934, che li inserisce nel comparto agricolo, applicando regole sanitarie più adatte per gli animali da reddito. Ma come può un decreto così obsoleto tenere conto delle specificità del benessere degli animali da compagnia? Come sottolinea Attilio Presta, presidente dell’associazione Gac, è fondamentale che l’Italia riconsideri le proprie normative per allinearsi agli standard europei.

È tempo di chiedersi: come possiamo garantire che la selezione etica, la valorizzazione zootecnica e il rispetto dei bisogni primari degli animali diventino le basi delle pratiche di allevamento? La paura è che, rimanendo indietro, gli allevatori italiani possano perdere opportunità rispetto ai loro concorrenti europei, che beneficeranno di regolamenti più favorevoli e moderni. Non sarebbe un peccato vedere il nostro patrimonio zootecnico sfuggire via a causa di leggi inadeguate?

Prospettive future e possibili soluzioni

In risposta a questa situazione, il Gac ha annunciato l’intenzione di avviare una campagna di raccolta fondi per sostenere un ricorso al TAR, mirato a cancellare le normative attuali che penalizzano gli allevatori. Questa iniziativa ha l’obiettivo di far emergere l’urgenza di un cambiamento legislativo che rispetti il benessere animale, smettendo di considerare gli animali da compagnia come semplici beni da reddito.

In un contesto in cui l’Europa sta facendo passi da gigante verso un futuro più responsabile e rispettoso del benessere animale, perché l’Italia dovrebbe rimanere indietro? È essenziale che tutti gli attori del settore, le istituzioni e i cittadini lavorino insieme per promuovere un cambiamento che non solo rispetti le nuove normative europee, ma che valorizzi anche la dignità degli animali da compagnia. Non è solo una questione di leggi, ma di rispetto e amore per i nostri amici a quattro zampe!

Scritto da Staff

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