Farmacia e spesa territoriale: un ruolo sempre più centrale

Il rapporto OsMed 2025 rivela un aumento della spesa farmaceutica e sottolinea l'importanza delle farmacie nell'accesso ai farmaci.

Il rapporto OsMed , redatto dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), presenta dati significativi sulla spesa farmaceutica in Italia, evidenziando il ruolo sempre più rilevante delle farmacie nel sistema sanitario. Presentato il 10 novembre a Roma, il rapporto delinea un quadro chiaro dell’evoluzione della spesa farmaceutica, che ha raggiunto un totale di 37,2 miliardi di euro, con un incremento rispetto all’anno precedente.

Panoramica sulla spesa farmaceutica

, la spesa territoriale complessiva, suddivisa tra pubblico e privato, è stata di 23,8 miliardi di euro, con un aumento pari al 0,7% rispetto. Questo dato è indicativo di una crescente fiducia nei servizi farmaceutici e di un accesso sempre più facilitato ai farmaci, in particolare a quelli ad alta complessità. La spesa pubblica ha visto un incremento significativo, raggiungendo 13,7 miliardi di euro, un aumento del 5,1% rispetto all’anno precedente.

Distribuzione per conto e accesso ai farmaci

La distribuzione per conto (DPC) ha avuto un ruolo cruciale in questo aumento, con una crescita del 10,9%. La DPC ora rappresenta il 25% della spesa totale, confermando l’importanza delle farmacie come punti di erogazione per farmaci ad alta specialità. La spesa convenzionata ha mostrato un leggero incremento dell’1,8%, attestandosi a 168,65 euro pro capite.

Disparità regionali e uso degli equivalenti

Il rapporto OsMed mette in evidenza anche le marcate disomogeneità territoriali nella spesa farmaceutica. Le regioni del Sud mostrano un consumo di farmaci di classe A-SSN significativamente più elevato rispetto al Nord. Ad esempio, in Campania la spesa pro capite per farmaci di classe A-SSN è di 199,3 euro, mentre nella P.A. di Bolzano scende a 121,8 euro.

Efficienza nella gestione degli equivalenti

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’uso dei farmaci biologici a brevetto scaduto: le regioni come Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Toscana mostrano un consumo di biosimilari superiore alla media nazionale, testimoniando un’alta efficienza nella gestione e nell’adozione dei farmaci equivalenti. I farmaci a brevetto scaduto rappresentano l’87,5% dei consumi in assistenza convenzionata, di cui il 31,6% è attribuibile agli equivalenti, dimostrando l’importanza del counseling fornito dalle farmacie per la scelta del farmaco equivalente.

Un focus sui giovani e sull’uso degli psicofarmaci

Un’altra questione cruciale emersa dal rapporto riguarda l’uso degli psicofarmaci tra i minori. I dati mostrano un raddoppio dell’uso di questi farmaci tra i bambini e gli adolescenti italiani ad oggi, con una prevalenza che è passata dallo 0,26% al 0,57%. Questo incremento è particolarmente preoccupante e richiede un’attenzione particolare alla salute mentale dei giovani, soprattutto in seguito agli effetti della pandemia.

Antibiotici e resistenza alle cure

Un ulteriore elemento di preoccupazione è l’uso continuativo e elevato di antibiotici, che rimane costante e caratterizzato da una forte variabilità regionale. Il rapporto sottolinea l’urgenza di migliorare l’appropriatezza prescrittiva, poiché il consumo di antibiotici è ancora troppo alto, con un rischio crescente di resistenza agli antibiotici.

In sintesi, il rapporto OsMed evidenzia un panorama complesso e interconnesso riguardante la spesa farmaceutica in Italia. Le farmacie continuano a svolgere un ruolo centrale nell’accesso ai farmaci e nella promozione della salute pubblica, mentre emergono sfide significative che richiedono un’attenta considerazione da parte degli operatori sanitari e dei decisori politici.

Scritto da Staff

OsMed 2025: Il Ruolo Cruciale delle Farmacie nella Salute Pubblica

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