Scopri come la dieta di esclusione può migliorare i sintomi della malattia di Crohn

La dieta di esclusione dimostra un potenziale significativo nella gestione della malattia di Crohn, come evidenziato da recenti studi clinici.

La malattia di Crohn è una condizione complessa e cronica che influisce profondamente sulla qualità della vita dei pazienti. Essa è caratterizzata da un’infiammazione dell’intestino, che può manifestarsi in vari modi. Nonostante l’importanza della dieta nel modulare la risposta infiammatoria e il microbiota intestinale, le linee guida internazionali non hanno ancora integrato raccomandazioni specifiche per l’alimentazione come strumento di trattamento.

Evidenze cliniche sulla dieta di esclusione

Recentemente, un trial clinico condotto all’Università di Genova ha valutato l’efficacia della dieta di esclusione per la malattia di Crohn (CDED) in pazienti adulti con sintomi di gravità lieve-moderata. Lo studio ha coinvolto 45 partecipanti, suddivisi in due gruppi: uno che seguiva la CDED e un altro che adottava una dieta mediterranea di controllo. La durata dell’indagine è stata di 24 settimane.

Struttura della dieta di esclusione

La dieta CDED è organizzata in tre fasi distinte. Nella prima fase, della durata di sei settimane, l’alimentazione è limitata a cibi selezionati come petto di pollo, uova, patate e frutta specifica. Viene escluso il glutine, il lattosio e gli alimenti trasformati. Nelle fasi successive, si procede alla reintroduzione graduale di alimenti come carne rossa, pesce e cereali integrali. Per alcuni pazienti a rischio di malnutrizione, è stata fornita anche nutrizione enterale parziale, contribuendo al fabbisogno calorico totale.

Risultati e benefici osservati

I risultati dello studio indicano un tasso di remissione clinica notevolmente superiore nel gruppo sottoposto alla CDED. A 12 settimane, il tasso di remissione ha raggiunto il 70,8%, mentre a 24 settimane è salito al 79,2%. Al contrario, il gruppo di controllo ha mostrato solo un 38,1% di remissione a 12 settimane e un 42,9% a 24 settimane. Inoltre, l’indice di attività della malattia ha evidenziato una riduzione significativa, accompagnata da un miglioramento generale del benessere, della dolore addominale e della frequenza delle evacuazioni.

Impatto sulla composizione corporea

Un’analisi approfondita della composizione corporea ha rivelato un miglioramento nella massa magra, accompagnato da una riduzione della massa grassa nei pazienti sottoposti alla CDED. Questi risultati evidenziano l’importanza della dieta nella gestione della malattia di Crohn e suggeriscono nuove strategie terapeutiche basate sull’alimentazione.

Il contesto

La dieta di esclusione emerge come un approccio efficace per i pazienti con malattia di Crohn, in particolare per coloro che manifestano sintomi lievi o moderati. Questo metodo, che prevede un’alimentazione specifica e un attento monitoraggio clinico, può risultare cruciale per mantenere la remissione e migliorare la qualità della vita. La crescente evidenza scientifica a sostegno di queste strategie sottolinea l’importanza di approfondire la ricerca in questo settore. Sarà necessario definire con maggiore chiarezza le linee guida dietetiche e terapeutiche per un supporto ottimale ai pazienti.

Scritto da Staff

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