Accesso alle cure in Italia: una storia che fa riflettere sul sistema sanitario

Una storia che svela le difficoltà del sistema sanitario: un caso emblematico di accesso complicato alle cure.

Immagina di dover affrontare un semplice esame medico, ma per farlo devi districarti tra due ospedali e diverse date. Sembra un’avventura surreale, eppure è esattamente ciò che è accaduto a una signora di Torino. Il presidente dell’Ordine dei Medici, Guido Giustetto, ha portato alla luce questa situazione paradossale durante un convegno organizzato dallo Spi Cgil. Una vicenda che non solo fa sorridere amaramente, ma ci invita a riflettere sullo stato del nostro sistema sanitario.

Una prenotazione impossibile

La signora in questione ha ricevuto una prescrizione per una radiografia alle anche dal suo medico di medicina generale. Ma nel momento di prenotare l’esame, il Cup regionale le ha comunicato che non era possibile fissare due Rx consecutive nello stesso ospedale. Così, si è vista costretta a recarsi in due strutture diverse in giorni distinti. Giustetto ha commentato questa situazione con toni preoccupati, sottolineando come la persona sembri non contare più nulla nel sistema. E cosa dire dei radiologi? Come possono elaborare un referto senza avere una visione complessiva? Insomma, ci ritroviamo a chiederci: dove sta andando il nostro sistema sanitario?

Le rinunce alle cure aumentano

In Piemonte, la situazione è allarmante. Secondo l’Ordine dei Medici, il 10% delle persone rinuncia a ricevere cure, spesso perché non le trova nei tempi necessari all’interno del Servizio sanitario nazionale. E non è tutto: si stima che il 50% di coloro che necessitano di visite o esami, preferisca non tentare nemmeno di prenotare, optando direttamente per il privato. È un quadro che fa riflettere, non trovi? Una sanità che dovrebbe prendersi cura di noi, spesso ci lascia invece in attesa, come in una sala d’aspetto che sembra non finire mai.

Verso una sanità privatizzata?

Giustetto ha chiarito che l’attenzione attuale è spostata sulle prestazioni, quasi come se la salute fosse diventata un prodotto da consumare. Questo approccio rischia di trasformare il nostro sistema sanitario in una sorta di versione assicurativa della salute, dove il paziente diventa un numero, un dato. È fondamentale che i medici non perdano di vista il senso del loro lavoro, che è prendersi cura della persona e non solo dei singoli organi. È un messaggio chiaro: se vogliamo un sistema sanitario che funzioni, dobbiamo garantire un numero sufficiente di medici nel Ssn.

Il futuro della salute pubblica

In un mondo dove tutto sembra ruotare attorno al mercato, come possiamo sperare di mantenere un sistema sanitario accessibile e umano? La risposta sta nella voglia di cambiamento e di riforma. È vero, i medici ci sono, ma molti di loro hanno perso interesse nel lavorare nel pubblico. È un circolo vizioso che va spezzato, e sta a noi, cittadini e professionisti, trovare la via per farlo. Dobbiamo rimanere vigili, non lasciarci scoraggiare e continuare a lottare per un sistema che metta al centro le persone, non i profitti. Dopo tutto, la salute è un diritto, non un lusso.

Scritto da Staff

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