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Negli ultimi anni, il fenomeno del sovrappeso e dell’obesità ha assunto proporzioni allarmanti a livello globale, con una crescita quasi triplicata rispetto ai decenni passati. Questa situazione ha spinto la comunità scientifica a ricercare soluzioni efficaci per affrontare questa epidemia, portando all’esame di diverse strategie nutrizionali.
Studio clinico sulle diete ipocaloriche
Un trial clinico randomizzato ha recentemente esplorato l’impatto di diverse diete ipocaloriche in confronto alla Dieta Mediterranea, un regime alimentare tradizionale noto per i suoi benefici sulla salute. Lo studio ha coinvolto 160 adulti affetti da obesità, con un’età media di 45.7 anni e una predominanza di partecipanti di sesso femminile (70.6%). I soggetti sono stati suddivisi in cinque gruppi, ognuno assegnato a un diverso regime alimentare: la Dieta Mediterranea come controllo, la Dieta Chetogenica (KD), un regime di Time-Restricted Eating nelle sue varianti precoce (eTRE) e tardivo (lTRE), e il Digiuno a Giorni Alterni modificato (mADF).
Dettagli delle diete testate
Tutti i gruppi hanno seguito una restrizione calorica mirata a ottenere un deficit di 600 kcal al giorno. La Dieta Chetogenica era caratterizzata da un bassissimo apporto di carboidrati (5% delle calorie) e un alto contenuto di grassi (65%), utilizzando anche pasti sostitutivi per il primo pasto della giornata. In parallelo, il gruppo mADF alternava giorni di alimentazione normale a giorni di digiuno modificato, in cui il consumo era limitato a 400-800 kcal al giorno, anche in questo caso con l’ausilio di pasti sostitutivi.
Risultati e analisi delle diete
I risultati emersi dallo studio hanno indicato che le diete KD, mADF e lTRE hanno portato a una maggiore perdita di peso rispetto alla Dieta Mediterranea. In un arco di tre mesi, la perdita di peso media nei partecipanti alla KD è stata di -3.78 kg rispetto al gruppo di controllo, seguita da -3.14 kg nel gruppo mADF e -2.27 kg in quello lTRE. Questi dati evidenziano come le strategie nutrizionali alternative possano risultare più efficaci nell’affrontare il problema dell’obesità.
Benefici e considerazioni sulla salute
Un aspetto interessante emerso dallo studio riguarda i livelli di chetonemia, che sono risultati significativamente più elevati nei gruppi KD e mADF durante il periodo di osservazione. Sebbene non siano state riscontrate differenze significative tra i gruppi in relazione ai fattori di rischio cardiometabolico, le diete KD, mADF e lTRE hanno mostrato miglioramenti più evidenti nella riduzione della massa grassa e in alcuni parametri della pressione arteriosa, rispetto alla Dieta Mediterranea.
Prospettive future
Questi risultati suggeriscono che le diete con un potenziale chetogenico elevato, come la KD e il mADF, potrebbero rappresentare opzioni nutrizionali più efficaci per la gestione a breve termine dell’obesità. È fondamentale considerare che ogni individuo ha esigenze nutrizionali uniche e che l’approccio migliore per la perdita di peso può variare. L’importanza di una valutazione personalizzata e di un supporto professionale resta cruciale per affrontare in modo efficace il problema dell’obesità.



