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Il 16 novembre potrebbe diventare una data significativa per la storia culinaria mondiale, grazie alla proposta ufficiale avanzata dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. Questo intervento mira all’istituzione della Giornata internazionale della dieta mediterranea, un’iniziativa destinata a promuovere i valori e i benefici di uno stile di vita sano e sostenibile.
La dieta mediterranea, riconosciuta a livello globale, non è solo un insieme di pratiche alimentari, ma rappresenta un modo di vivere che integra tradizioni culinarie, conoscenze e valori culturali. Maurizio Massari, il Rappresentante Permanente italiano, ha sottolineato l’importanza di questa proposta, evidenziando l’obiettivo di sensibilizzare il mondo su come la dieta mediterranea possa supportare sistemi alimentari più rispettosi dell’ambiente e della salute.
Il valore della dieta mediterranea
La dieta mediterranea è apprezzata per la sua capacità di unire sapori e ingredienti freschi, con un forte focus sulla sostenibilità e la salubrità. Questa proposta non si limita a celebrare il cibo, ma invita a riflettere su come i modelli alimentari possano influenzare positivamente la vita quotidiana e l’ambiente. Da anni, l’Italia è in prima linea nel promuovere la trasformazione dei sistemi agroalimentari globali, come dimostra il recente Vertice sui Sistemi Alimentari delle Nazioni Unite, organizzato in collaborazione con l’Etiopia.
Il supporto internazionale
La proposta per la giornata internazionale non è un’iniziativa isolata; è sostenuta da numerosi paesi, tra cui Francia, Grecia, Spagna e Tunisia. Inoltre, dal 2010, la dieta mediterranea è stata inserita nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, un segno tangibile del suo riconoscimento e della sua importanza a livello globale. Questo nuovo passo rappresenterebbe un ulteriore rafforzamento di questo patrimonio culturale che unisce il mondo.
Riconoscimento della cucina italiana
Oltre alla proposta della giornata, l’Italia sta anche cercando di ottenere il riconoscimento della sua cucina come patrimonio immateriale dell’umanità. Il dossier presentato ha già ricevuto un parere tecnico positivo, segnando un passo decisivo verso l’approvazione finale attesa a dicembre. Questo risultato non rappresenterebbe solo un traguardo culinario, ma un riconoscimento della cultura e dell’identità italiane nel mondo.
Un percorso collettivo
Il dossier, intitolato “La Cucina Italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale”, è frutto di un intenso lavoro di squadra e rappresenta la ricchezza della tradizione gastronomica italiana. La cucina italiana non è solo una questione di ricette, ma una vera e propria narrazione culturale che attraversa generazioni, legando le persone attraverso la convivialità e la condivisione dei pasti. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha evidenziato che non si tratta solo di un modo di cucinare, ma di un rito culturale che rappresenta l’essenza della nostra identità.
Il patrimonio culturale della cucina italiana si manifesta in ogni regione, con ingredienti e piatti che raccontano storie uniche. Ogni pietanza, dalla pasta ai formaggi, riflette la biodiversità e la tradizione delle comunità locali, rendendo la cucina italiana un esempio di sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
Impatto socioeconomico del riconoscimento
Il riconoscimento da parte dell’UNESCO potrebbe avere un impatto significativo non solo sul piano culturale, ma anche su quello economico. La ristorazione italiana, con oltre 330.000 imprese, è un settore fondamentale per l’economia nazionale, contribuendo per circa il 15% al PIL. Un sigillo Unesco non solo valorizzerebbe ulteriormente questo settore, ma aiuterebbe anche a combattere il fenomeno dell’Italian sounding, che minaccia i prodotti tipici italiani.
La proposta per la giornata internazionale della dieta mediterranea e il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale rappresentano occasioni uniche per celebrare e valorizzare la cultura gastronomica italiana nel mondo. L’impegno collettivo dimostra che l’Italia è pronta a condividere la sua meravigliosa tradizione culinaria con il resto del pianeta.



