Giubileo della Santa Sede: un momento di riflessione e speranza per il futuro

Un viaggio attraverso il Giubileo della Santa Sede, tra tradizione e speranza per il futuro.

Immagina di trovarti in un’aula affollata, il profumo di incenso nell’aria e un’atmosfera di profonda spiritualità. È il Giubileo della Santa Sede, un evento che non solo celebra la storia della Chiesa, ma invita anche a riflessioni sul nostro cammino verso il futuro. Proprio oggi, lunedì 9 giugno, nell’Aula Paolo VI, la meditazione di suor Maria Gloria Riva ha toccato i cuori dei presenti, portandoli a riflettere su ciò che significa davvero sperare.

Un onore e una responsabilità

Suor Maria Gloria ha esordito con parole che vibrano di emozione: un onore essere stata scelta per parlare in un’occasione così importante. La sua gratitudine nei confronti del compianto Santo Padre Francesco e di mons. Fisichella è palpabile, e il legame con l’Ordine delle Adoratrici Perpetue è forte. La Regola di Sant’Agostino, che accomuna le sue suore, risuona come un canto di speranza in un mondo che ha bisogno di radici solide.

La riflessione si sposta poi verso il concetto di piccoli Stati, come la Repubblica di San Marino, che conservano tradizioni preziose in un’epoca di globalizzazione. “Questi Stati” – sottolinea suor Maria Gloria – “sono come i custodi delle nostre radici storiche, e rappresentano un filo di speranza che non possiamo permetterci di spezzare.”

La speranza come corda tesa

Ma cosa significa realmente avere speranza? La meditazione si addentra nel significato biblico della parola “speranza”, che in ebraico è tradotta con “tikva”, una parola che ricorda la corda tesa tra due poli. Qui, suor Maria Gloria ci invita a considerare il passato come un trampolino di lancio, non come un peso. E se il passato porta con sé dolori e glorie, è proprio lì che possiamo trovare la forza per affrontare il presente e gettare uno sguardo verso il futuro.

La tensione tra passato e futuro

In un mondo frenetico, dove il progresso può sembrare un’arma a doppio taglio, la Chiesa si trova a dover mantenere un equilibrio delicato tra nostalgia e futurismo. Il rischio è quello di rimanere intrappolati in un tradizionalismo sterile o di correre verso un futuro illusorio. Suor Maria Gloria ci ricorda che il vero equilibrio si trova nell’apprezzare il valore del passato, senza rimanerne schiacciati, e nel saper guardare al futuro con occhi pieni di speranza.

Le lezioni dal passato

Prendendo spunto dall’opera di de Chirico “Il ritorno del Figlio prodigo”, suor Maria ci invita a riflettere sulla figura del figlio che, nonostante tutte le sue esperienze, trova sempre la strada di ritorno. Così, anche noi dobbiamo affrontare le nostre sfide con la consapevolezza che il passato non è mai un nemico, ma un alleato che ci guida nel presente.

Il potere della speranza

Per suor Maria, la speranza è un atto di coraggio. È ciò che ci permette di affrontare le difficoltà e di lavorare per un futuro migliore. “Non dobbiamo dimenticare”, afferma, “che la vera speranza risiede in Cristo, e che l’Eucaristia è il viatico per la vita eterna.” Questa visione ci invita a unire le forze, a guardare oltre le divisioni e a costruire ponti di unità.

Maria come simbolo di speranza

La figura di Maria, Madre della Consolazione e della Speranza, è il simbolo perfetto di questa riflessione. La sua presenza ci ricorda che anche nei momenti più bui, possiamo trovare la luce. Come nel dipinto di Dalì, dove Maria tiene tra le mani la bellezza della vita e la sofferenza del mondo, così anche noi possiamo portare speranza nei cuori degli altri.

Guardare al futuro con umiltà

In un’epoca di cambiamenti rapidi e di incertezze, suor Maria ci esorta a guardare al futuro con umiltà. “Gli umili sono i veri forti” – sottolinea, richiamando Victor Hugo – “capaci di guardare alla vita con occhi pieni di stupore.” Non dobbiamo temere il futuro, ma affrontarlo con la consapevolezza che solo accettando le nostre fragilità possiamo davvero crescere.

In chiusura, suor Maria Gloria ci invita a riflettere su come possiamo, ognuno nella propria vita, mantenere viva la speranza. “La nostra fondatrice ci ha insegnato che le ultime parole di un uomo santo sono le più importanti. E quelle di Cristo, collegate alla fede, alla carità e alla speranza, sono il nostro faro nella tempesta.”

Scritto da Staff

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