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La sanità della Campania ha ricevuto una notizia significativa. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Regione, consentendo così l’uscita dal piano di rientro dei debiti sanitari. Questa decisione rappresenta un momento cruciale nella battaglia condotta dal governatore Vincenzo De Luca, il quale da oltre due anni si impegna per liberare la Regione da questa situazione restrittiva.
La sentenza del Tar e le reazioni politiche
La sentenza del tribunale è stata accolta con entusiasmo da Vincenzo De Luca, il presidente della Regione Campania, che l’ha definita una vittoria straordinaria per i cittadini campani. Ha espresso il suo riconoscimento per il miglioramento della situazione economica della sanità regionale, sottolineando che la Campania ha finalmente raggiunto un equilibrio di bilancio. Tuttavia, questa notizia ha innescato una reazione da parte del Ministero della Salute, che ha annunciato l’intenzione di presentare appello al Consiglio di Stato.
Critiche al Ministero della salute
Il governatore De Luca ha espresso forti critiche nei confronti del Ministero della salute. Secondo il governatore, il diniego di autorizzare l’uscita dal piano di rientro ha causato danni significativi alla sanità campana, in particolare alle strutture convenzionate. De Luca ha inoltre minacciato di presentare una denuncia per concussione contro alcuni funzionari governativi, sostenendo che il loro comportamento ha avuto conseguenze negative sui servizi sanitari regionali.
Le motivazioni del Tar
Il Tar ha evidenziato che la Campania ha raggiunto e mantenuto un equilibrio di bilancio, requisito fondamentale per l’uscita dal piano di rientro. La sentenza ha sottolineato il conseguimento di alcuni obiettivi, come quelli relativi alle reti di cure palliative e ai punti nascita. Tuttavia, il tribunale ha anche notato che permangono aree in cui non sono stati raggiunti standard minimi. Questo è il caso degli screening per il cancro al seno e al colon-retto, oltre a un ritardo nella creazione di una rete residenziale per anziani, che posiziona la Campania all’ultimo posto in Italia per questo indicatore.
Le posizioni contrapposte
Il Ministero della Salute sostiene che il sistema di garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresenti solo una parte di una valutazione più ampia riguardante le prestazioni delle Regioni. Secondo il Ministero, la Campania risulta ancora inadempiente su aspetti fondamentali, come l’assistenza a anziani e fragili, e presenta criticità strutturali nei programmi di screening oncologici. Queste carenze, ha sottolineato il Ministero, non possono essere trascurate e ostacolano la certificazione dell’uscita dal piano di rientro.
Il futuro della sanità in Campania
Il governatore Vincenzo De Luca ha atteso con impazienza la recente sentenza, considerata fondamentale per superare un periodo di difficoltà per la sanità campana. Dopo essersi liberata dal commissariamento nel 2019, la Regione ha continuato a essere vincolata dal piano di rientro, ulteriormente aggravato dalle conseguenze della pandemia. De Luca ha sottolineato che, nonostante una gestione finanziaria positiva, la Campania è stata trattata in modo discriminatorio, continuando a cercare nuove risorse mentre rimaneva intrappolata in un sistema di rientro ormai obsoleto.
La situazione si è complicata ulteriormente a causa della recente campagna elettorale. Durante questo periodo, la premier Giorgia Meloni ha criticato De Luca per i risultati ottenuti in ambito sanitario, suggerendo che il governatore utilizzi i social media per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali, come le lunghe liste d’attesa.
La battaglia della Campania per liberarsi dal piano di rientro non ha ancora raggiunto una fase decisiva. Dopo il verdetto del Tar, il Ministero della Salute si prepara a contestare questa decisione. Il dibattito rimane acceso e coinvolge non solo la sanità regionale, ma anche le vite di milioni di cittadini campani.



