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Il cuore è un organo vitale che, quando non funziona correttamente, può inviare segnali preoccupanti. Palpitazioni, battito irregolare e sensazione di affaticamento sono solo alcuni dei sintomi che possono indicare un problema. Ne parliamo con il dottor Paolo Della Bella, esperto di elettrofisiologia cardiaca all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, per chiarire quando è opportuno preoccuparsi.
I fatti
Le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco che si discostano dalla normale frequenza del battito. Possono manifestarsi in vari modi, da semplici extrasistoli, che spesso non comportano rischi, a forme più gravi come la tachicardia o la fibrillazione. La gravità di queste condizioni dipende dalla loro origine, che può riguardare gli atri o i ventricoli del cuore.
Tipologie di aritmie
Le aritmie atriali, ad esempio, generalmente presentano una prognosi più favorevole, mentre le aritmie ventricolari richiedono maggiore attenzione. La fibrillazione atriale, pur non essendo letale in sé, può portare a complicazioni gravi come scompenso cardiaco o ictus se non viene trattata in tempo.
Prevalenza e fattori di rischio
Le aritmie sono più comuni di quanto si possa pensare. Il dottor Della Bella sottolinea che, con l’avanzare dell’età, la fibrillazione atriale colpisce una percentuale crescente della popolazione, variando dallo 0,5% fino al 5% negli adulti, con un’incidenza nettamente superiore tra coloro che hanno superato i 65 anni. Molti pazienti non presentano sintomi evidenti e scoprono la loro condizione solo durante controlli di routine.
Fattori di rischio per le aritmie
Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare aritmie significative. Tra questi, l’ipertensione, spesso definita un nemico silenzioso, può rimanere asintomatica per anni, ma danneggia progressivamente il cuore e i vasi sanguigni. Questa condizione porta a un ispessimento del ventricolo e a una dilatazione degli atri, predisponendo alla fibrillazione atriale.
Segnali da non sottovalutare
È importante riconoscere i segnali di allerta. Molti attribuiscono sintomi come palpitazioni o fatica all’avanzare dell’età o all’ansia, ma è fondamentale consultare un medico. Come evidenzia il dottor Della Bella, è sempre meglio effettuare una visita in più piuttosto che trascurare un potenziale problema.
Stile di vita e prevenzione
La prevenzione delle aritmie parte dallo stile di vita. Evitare il fumo, limitare il consumo di alcol, mantenere un peso sano e fare attività fisica regolarmente sono passi fondamentali. Oggi, strumenti di monitoraggio come smartwatch e sensori possono aiutare a rilevare irregolarità nel battito cardiaco, ma la diagnosi deve sempre essere confermata da un esperto.
Diagnosi e trattamenti
Tra gli esami più utili per la diagnosi delle aritmie ci sono l’elettrocardiogramma (ECG), l’Holter cardiaco, l’ecocardiogramma e, in alcuni casi, la risonanza magnetica cardiaca o lo studio elettrofisiologico. È importante anche considerare i blocchi di conduzione, che possono causare pause nel battito cardiaco e, in alcuni casi, svenimenti, soprattutto se si è alla guida. In tali situazioni, un pacemaker può rivelarsi una soluzione efficace.
Rischi e prevenzione
Il cardiologo evidenzia che oggi è possibile identificare precocemente i soggetti a rischio grazie a test genetici e screening. In molti casi, si può procedere all’impianto di un defibrillatore per prevenire eventi fatali. La tecnologia ha fatto enormi progressi e ora i dispositivi sono miniaturizzati e possono monitorare il cuore per anni, trasmettendo dati in tempo reale ai centri di controllo.



