Cibi troppo lavorati aumentano il rischio di morte

Mangiare cibi troppo lavorati - come bevande zuccherate e pasti pronti - aumenta il rischio di morte prematura: scopriamo il nuovo studio a riguardo.

Secondo un nuovo grande studio, mangiare cibi troppo lavorati – come bevande zuccherate e pasti pronti – aumenta il rischio di morte prematura.

L’aumento dell’obesità e dei tassi di diabete ha spinto i ricercatori a cercare di comprendere meglio la cosiddetta “dieta occidentale“. Sappiamo già che alti livelli di zuccheri e grassi possono avere un impatto negativo sull’organismo. Tuttavia, l’effettiva entità del danno sta divenendo chiara solamente ora, che la ricerca si è concentrata sugli alimenti troppo lavorati.

Con alimenti “troppo lavorati” si intendono cibi che sono stati sottoposti a processi industriali e contengono una serie di ingredienti. Alcuni esempi includono bevande zuccherate, pane, pasti pronti, dolciumi e carni lavorate. Essendo economici da produrre e quindi facilmente accessibili ai consumatori, tali prodotti costituiscono spesso gran parte della spesa tipica occidentale.

Cibi troppo lavorati, i pericoli

Secondo i ricercatori francesi autori del nuovo studio, il consumo di prodotti industriali è già collegato a una serie di condizioni, tra cui obesità, ipertensione e cancro. Questi cibi infatti contengono grandi qualità di grassi, zuccheri e sale, a discapito delle fibre, e ciò spiegherebbe il legame con il rischio di contrarre malattie. Per di più, sono caratterizzati da una serie di ingredienti artificiali che potrebbero addirittura aggravare alcune patologie.

Nonostante in precedenza gli scienziati avessero studiato il legame tra cibi troppo lavorati e alcune patologie, fino ad ora, nessuno aveva esaminato il loro impatto sulla mortalità complessiva. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine, si propone di colmare questa lacuna.

Impatto sulla durata della vita

Per effettuare la loro indagine, gli scienziati hanno preso dei dati dello studio francese NutriNet-Santé. In totale, hanno seguito 44.551 individui di 45 anni o più, per una media di 7,1 anni. Ogni volontario ha fornito informazioni riguardo alimentazione, stile di vita, peso, altezza, livelli di attività fisica e stato socio-economico.

Dalle risposte è emerso che chi assumeva maggiori quantità di cibi troppo lavorati era, in media, giovane, guadagnava di meno, aveva un livello di istruzione più basso, viveva da solo, faceva poco esercizio fisico e aveva un indice di massa corporea (IMC) più elevato. Da questi dati è stato possibile dedurre che un maggior consumo di alimenti industriali fosse associato a un aumento del rischio di morte prematura. Nel complesso, un aumento del 10% della quantità di cibo processato equivale a un aumento del 14% del rischio di mortalità.

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