Correre ha effetti positivi anche sul cervello

Correre fa bene al fisico e alla mente.

L’attività fisica, si sa, non fa bene solo alla salute del corpo, migliorandone le prestazioni. Ma, a quanto pare, migliora anche le facoltà del… Cervello!
Che correre, o quantomeno camminare a passo svelto, faccia bene al fisico è ormai risaputo. Quello che però si è scoperto è che, secondo un recente studio, fa bene anche al cervello. Un motivo in più quindi per praticare uno sport a costo zero. Che si può praticare in compagnia e a qualunque ora del giorno e della notte. Oltre a scaricare lo stress, correre migliora l’umore e dissipa le emozioni negative. Regalando anche la longevità mentale. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze (PNAS) condotto su «topi corridori» dall’equipe di Henriette van Praag del National Institute on Aging, parte degli statunitensi National Institutes of Health, presso Baltimora.

Molti studi, sia su esseri umani sia su animali, hanno dimostrato che l’esercizio fisico produce profondi benefici per le funzioni cognitive. Nei bambini e nei giovani adulti si riscontra una forte associazione positiva tra attività fisica e capacità di apprendimento. Invece negli anziani l’esercizio fisico permette di rallentare la comparsa di quelle defaillance di memoria tipiche della terza età. In particolare l’attenzione è stata portata all’attività della corsa, la quale è capace di dare profondi benefici anche al sistema nervoso. Stimolandone la crescita di nuovi neuroni. Infatti correre, in particolare, porta un miglioramento nell’apprendimento e anche nella memoria. Insomma, si tratta di una pratica fisica i cui effetti benefici sono davvero molteplici. Dovremmo sicuramente praticarla più spesso!

Per dare conferma a quanto già si sospettava, un gruppo di ricercatori statunitensi ha coinvolto quasi tremila persone. Più o meno attorno ai venticinque anni di età, per analizzare gli effetti della corsa sul corpo umano. Che cosa è emerso tra i partecipanti all’esperimento dopo vent’anni, quando sono stati sottoposti a nuovi test per valutare velocità psicomotoria, la memoria verbale e le funzioni del cervello?

Direttamente proporzionale

In media chi è riuscito a correre per dieci minuti sul tapis roulant, vent’anni dopo ha visto calare la resistenza a un terzo. Ma ogni minuto in più in cui l’individuo a venticinque anni è riuscito a resistere correndo, dopo vent’anni si è tradotto in 0,12 parole in più memorizzate durante i test. Le funzioni cognitive quindi sono migliori nei soggetti che più si sono allenati da giovani. Ergo: non perdiamo tempo prezioso!

Chi ben comincia

Coinvolgere i bambini nell’attività fisica è il modo migliore per educarli a una vita attiva e trasmettere il valore dello sport. I test cognitivi e di memoria mostrano che i benefici della corsa valgono per il corpo e la mente. Quando corriamo il nostro fisico non tonifica solo il cuore e i muscoli, ma anche tutte le funzioni cognitive e mentali.

Facciamolo insieme

I risvolti negativi di una vita eccessivamente sedentaria sono tanti, compreso l’accumulo di energia stagnante che spesso si traduce in una difficoltà a mantenere alto il livello di attenzione e concentrazione. Questa difficoltà è trasversale, perché coinvolge tanto i più piccoli quanto gli adulti. Correre insieme a tutta la famiglia, con gli amici o con il nostro partner, non è solo un modo per stare insieme, ma anche un ottimo rimedio naturale per scaricare le emozioni e mantenersi allenati senza spendere soldi in costosi abbonamenti.

Mai al chiuso

L’attività fisica all’aperto ha molti aspetti positivi: allenarsi con la luce del sole incrementa la produzione di vitamina D, di cui noi donne abbiamo tanto bisogno, e favorisce il buon umore. Correre è un ottimo rimedio contro l’invecchiamento, attenua i problemi legati all’insonnia e ci fa ritrovare il gusto di una vita attiva fuori dalle mura domestiche.

Una sana dipendenza

Gli scienziati del Georgia Institute of Technology e dell’Università di Irvine, hanno così spiegato il fenomeno che dagli anni Settanta è definito in America «euforia del corridore». È il risultato di un meccanismo messo in atto dal corpo per proteggersi dal dolore e per sopportare meglio lo sforzo muscolare durante l’attività. Infatti correndo il corpo produce alti livelli di anandamide. Una molecola con le stesse proprietà dei tetracannabinoidi rilasciati dalla marijuana sul sistema nervoso.

Ora gli esperti hanno dimostrato che topolini adulti che corrono volontariamente riescono a superare meglio dei test di abilità spaziale; a ciò è associata la neurogenesi. Cioè la nascita di nuovi neuroni in zone strategiche del cervello per apprendimento e memoria. Nei topi anziani invece l’effetto non si nota. Senza il vincolo di una scheda da rispettare in palestra, a tu per tu con il verde cittadino. La corsa è quindi un modo semplice e poco costoso di allenare non solo il corpo ma anche la mente.

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