Febbre da fieno: quando causa allergie ad altri frutti?

Se hai prurito alla gola dopo aver mangiato una mela, potresti avere la sindrome orale allergica

Hai mai avuto un prurito che non potevi grattarti? Il 75% degli adulti allergici alla betulla che consumano comuni frutti crudi e snocciolati (come mele, ciliegie e pere) o verdure (come sedano e carote), che hanno lo stesso problema. E la febbre da fieno, ossia rinite allergica, è la prima colpevole.

Le proteine presenti in alcuni frutti o verdure mimano le proteine nel polline, che scombussolano il sistema immunitario. Questa reazione incrociata è nota come sindrome orale allergica (SOA), o sindrome polline-cibo, che può causare prurito o gonfiore a bocca, labbra, lingua e gola subito dopo aver mangiato frutta e verdure crude. Le IgE (Immunoglobuline E) reazioni mediate da anticorpi rilasciano sostanze chimiche mentre viaggiano nelle cellule, causando una reazione allergica.

Possono trascorrere anni senza avere sintomi – di solito compare verso la fine dell’infanzia fino all’inizio dell’età adulta. Ma non allarmarti: la SOA è una blanda allergia al cibo e solo in rari casi può scatenare reazioni dannose come l’anafilassi o gravi gonfiori alla gola.

Proprio come tante altre allergie, la SOA può presentarsi in qualsiasi periodo dell’anno e varia da persona a persona. Alcuni potrebbero avere una reazione allergica mangiando una sola varietà di mela, più tipi di frutta o verdure, o persino una specifica tipologia di noci, come le arachidi o le nocciole. Infatti, i ricercatori in Giappone che hanno effettuato il test dello skin-prick e misurato i livelli di IgE in 63 pazienti con SOA per ben 6 anni, hanno scoperto che mele, pesche, kiwi e meloni scatenano i maggiori casi di SOA.

L’allergia al cibo dipende anche dalla sua allergia stagionale. Per esempio, persone con allergie ad erbe potrebbero avere una reazione a pesche e pomodori. Mentre persone allergiche all’ambrosia potrebbero reagire a banane e zucchine.

Nel caso in cui tu voglia saperlo, non c’è un test specifico per la SOA. Ma un test tramite pelle o sangue per uno specifico polline potrebbe funzionare. Certo è che il prurito che avverti dopo aver ingerito alcuni cibi potrebbe essere un segno di questa sindrome. Dal momento in cui la proteina è spesso concentrata nella buccia del cibo, sbucciarlo potrebbe aiutare. O potresti optare per cuocerlo, in modo tale da abbattere le proteine che innescano la SOA. Ma la migliore difesa è quella di evitare cibi crudi che scatenano le reazioni.

L’organizzazione mondiale dell’allergia riporta che 220-520 milioni di persone al mondo potrebbero avere allergie al cibo. Avverti già prurito?

Scritto da Lisa Vierti

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