Invecchiamento cellulare: un nuovo farmaco potrebbe fermarlo

Nel primo studio clinico sull'uomo, i ricercatori sperimentano una combinazione di farmaci che potrebbe combattere l'invecchiamento cellulare.

I senolitici sono una classe di farmaci che prendono di mira le cellule che sono entrate nella senescenza, vale a dire una fase di invecchiamento cellulare che le rende dannose per le cellule sane circostanti. Questi farmaci hanno lo scopo di attaccare esclusivamente le cellule nocive, prevenendo così lo sviluppo di malattie legate all’età, o di ridurne l’impatto. Tra le altre condizioni, la senescenza cellulare può portare alla fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia cronica che causa progressivamente la cicatrizzazione del tessuto polmonare e che può essere fatale.

Sebbene l’Agenzia per gli alimenti e i medicinali abbia già approvato due farmaci per il trattamento dell’IPF – nintedanib e pirfenidone – la prognosi per le persone affette da questa patologia rimane insoddisfacente. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, il tasso di sopravvivenza medio in caso di fibrosi polmonare idiopatica è di circa 3-5 anni.

“L’IPF è una malattia polmonare fibrotica devastante e progressiva con una sopravvivenza media inferiore a 5 anni negli adulti che ricevono la diagnosi, di solito oltre i 60 anni di età”, spiega il dottor Anoop Nambiar, professore associato all’Università del Texas, e responsabile del programma di malattie polmonari interstiziali presso l’università. In altre parole, servono trattamenti più sicuri ed efficaci per aiutare i pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica.

Per questo motivo, Nambiar ha deciso di collaborare con alcuni colleghi per condurre uno studio clinico su altri due farmaci – dasatinib e quercetina – che sono già utilizzati per il trattamento di condizioni diverse dalla fibrosi polmonare idiopatica. Infatti, è la prima volta che qualcuno testa i due farmaci su partecipanti umani affetti da IPF, e i risultati dello studio appaiono ora sulla rivista EBioMedicine, pubblicata da Lancet.

Una promettente combinazione di farmaci

Il team di ricerca ha lavorato con 14 partecipanti con fibrosi polmonare idiopatica lieve o moderata. Per 3 settimane, ogni persona ha assunto dasatinib e quercetina per via orale per 3 giorni consecutivi ogni settimana. I ricercatori hanno eseguito test clinici sia all’inizio sia alla fine dello studio. Hanno chiesto ai partecipanti di compilare questionari per valutare i loro sintomi su base settimanale e hanno esaminato la sicurezza e la tollerabilità dei due farmaci.

Dalle misurazioni è emerso che i farmaci hanno migliorato soprattutto la mobilità dei partecipanti, spesso danneggiata dall’insorgenza della malattia. La maggior parte dei partecipanti ha registrato un miglioramento di oltre il 5% dei marcatori di mobilità. Per i pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica, persino camminare per qualche minuto diventa difficile: gli spostamenti sono molto lenti, e la distanza che riescono a percorrere è ridotta. Tuttavia, i pazienti che hanno assunto i farmaci testati sono stati in grado di percorrere in 6 minuti una media di 21,5 metri in più rispetto alla norma – effetto mai ottenuto con altre terapie farmacologiche precedenti.

Fermare l’invecchiamento cellulare

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, i partecipanti hanno riportato più frequentemente problemi respiratori – tra cui tosse e respiro corto – così come bruciore di stomaco. Tuttavia, tutti questi sintomi si sono presentati in forma lieve, quindi i volontari non hanno avuto bisogno di abbandonare la sperimentazione.

In ricerche precedenti, gli autori dell’attuale studio hanno collegato l’azione di questa particolare combinazione di farmaci con miglioramenti nella malattia di Alzheimer. Così, anche se lo studio attuale è stato condotto su scala ridotta e senza un gruppo di controllo, i ricercatori sono sicuri di essere sulla strada giusta per trovare un trattamento migliore per le patologie legate all’età.

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