Lenti a contatto per proteggersi dal sole: come funzionano

Le lenti a contatto forniranno protezione dai raggi UV sfruttando lo stesso principio delle lenti fotocromatiche per occhiali.

Da poco approvate dalla Food and Drug Administration, le nuove lenti a contatto fotocromatiche sono pronte a sostituire i comuni occhiali da sole e invadere il mercato Usa. Dopo aver passato le fasi di sperimentazione e di controllo clinico, le lenti sembrano adatte a raggiungere i negozi americani ed europei.


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Lenti a contatto da sole

L’occhiale da sole nasce con lo specifico intento di proteggere l’occhio dai raggi solari e di permettere condizioni di visibilità sufficienti e accettabili nelle giornate soleggiate. Il problema dell’utilizzo per le persone costrette a indossare montature da vista era stato aggirato tramite il brevetto delle lenti dette fotocromatiche, ossia delle lenti che reagiscono ai raggi uv scurendosi e fornendo protezione.

La nuova soluzione appena approvata dalla Fda (Food and Drug Administration, ente americano che si occupa di fornire il via libera alla commercializzazione di farmaci e dispositivi medici) ripercorre le stesse orme di praticità, adattando la soluzione fotocromatica alle lenti a contatto. Malvina Eydelman della Fda spiega infatti che il principio alla base di queste lenti capaci di scurirsi al sole è lo stesso delle lenti per montature, sebbene la creazione del prototipo approvato abbia costituito per i ricercatori una sfida ben più ampia. Le dimensioni ridotte delle lenti e il contatto di queste con la superficie dell’occhio hanno reso necessaria dapprima un’approfondita ricerca per lo sviluppo dell’additivo adatto, poi uno studio clinico su 24 pazienti per testarne la sicurezza.

Come funzionano le lenti

I test clinici sono stati superati con successo, e le lenti sono pronte alla commercializzazione. Il principio alla base di questo ritrovato è lo stesso delle lenti fotocromatiche montate sugli occhiali da vista: a contatto con i raggi solari, le sostanze chimiche presenti all’interno dello strato vitreo (per lo più vetro borosilicato, oxazine o naftopirani a seconda del materiale delle lenti) reagiscono allargando la propria struttura molecolare a seconda dell’intensità dei raggi, portando la lente a scurirsi progressivamente. La reazione chimica è di tipo reversibile, e porta le sostanze reagenti ad assumere la loro struttura iniziale quando il contatto diretto con i raggi Uv viene meno.

Le controindicazioni per queste nuove lenti a contatto riguardano i soggetti ai quali non è consentito l’utilizzo di lenti a contatto normali: non vanno utilizzate in caso di infiammazioni, congiuntiviti, infezioni, occhi secchi o irritabili, né tenute addosso durante il sonno o a contatto con l’acqua.

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