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In un contesto globale sempre più instabile, i conflitti armati possono avere un impatto devastante sulla salute pubblica. In pochi giorni, un sistema sanitario può trovarsi in difficoltà, con interruzioni nelle cure essenziali e un aumento del rischio di malattie infettive precedentemente controllate. La recente guerra in Ucraina, insieme alle tensioni nel conflitto israelo-palestinese e ai ricordi della pandemia di Covid-19, ha spinto l’Europa a prepararsi meglio per affrontare tali emergenze.
Un’iniziativa significativa in questa direzione è il progetto Resil Card, che mira a creare un modello operativo per garantire che gli ospedali possano mantenere la loro funzionalità anche in situazioni di crisi. Coordinato dalla Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise) e sostenuto dal programma EU4Health, Resil Card è progettato per testare la resilienza delle strutture sanitarie italiane.
La necessità di una strategia comune
Negli ultimi mesi, le istituzioni europee e gli Stati membri hanno collaborato per elaborare una strategia integrata, volta a rinforzare i sistemi sanitari di fronte a situazioni estreme, come conflitti armati o emergenze sanitarie. Resil Card si configura come un stress test per la sanità, consentendo ai centri di emodinamica di valutare le proprie capacità e di identificare vulnerabilità nei percorsi clinici, specialmente quelli relativi alle emergenze cardiovascolari.
Coinvolgimento degli ospedali
In Italia, ben 275 centri di emodinamica partecipano a questo progetto. Durante il Congresso nazionale Gise a Milano, gli esperti hanno sottolineato l’importanza di Resil Card come uno strumento già operativo, frutto della collaborazione tra medici e pazienti. Il presidente Gise, Francesco Saia, ha affermato: “Resil Card non è solo un’idea teorica, ma una realtà concreta che sta già fornendo dati preziosi per migliorare l’organizzazione sanitaria”.
Coordinamento interministeriale per la sicurezza sanitaria
Il progetto è stato recentemente portato all’attenzione del Tavolo tecnico interministeriale, istituito dal Ministero della Salute, che include rappresentanti di diversi settori, compresa la Difesa. Questo gruppo di esperti si è riunito più volte per discutere strategie di risposta nazionale in caso di emergenze complesse, che vanno dai disastri naturali agli attacchi chimici, biologici, radiologici e nucleari.
Una piattaforma di autovalutazione
Al centro di Resil Card si trova una piattaforma di autovalutazione per le strutture sanitarie. Attraverso questionari e analisi dei flussi di pazienti, ogni ospedale può mappare i propri processi clinici e individuare aree di miglioramento. Le prime esercitazioni condotte in Lombardia e Campania hanno generato raccomandazioni pratiche su come ottimizzare il sistema e migliorare la gestione delle emergenze cardiologiche. Alfredo Marchese, presidente eletto Gise, ha commentato la possibilità che Resil Card diventi uno standard a livello nazionale.
Futuro e diffusione del modello Resil Card
Il progetto Resil Card è stato concepito per una durata triennale e attualmente si trova nella fase di diffusione dei risultati. Nei prossimi mesi, la Gise e la Fondazione Gise ETS, in sinergia con Cittadinanzattiva, lanceranno una campagna per sensibilizzare e formare le strutture sanitarie su questo modello. L’obiettivo finale è garantire la sicurezza dei pazienti e la continuità delle cure, anche in momenti di crisi.