Osteoporosi: i metodi per trattarla e le nuove scoperte

L'articolo tratta dei diversi trattamenti approvati dalla statunitense Food and Drug Administration che si possono usare per curare l'osteoporosi.

Un trattamento completo per curare l’osteoporosi si basa su alimentazione, attività fisica, misure di sicurezza per impedire le possibili cadute causate dalle fratture. Se necessario, bisogna assumere medicinali per rallentare o arrestare la perdita di tessuto osseo, aumentare la densità ossea e ridurre il rischio di fratture. Nel caso tu corra il rischio o sia affetto da osteoporosi, ci sono diverse misure di trattamento e di prevenzione che potrebbe consigliarti il tuo operatore sanitario

Consigli per l’osteoporosi

Ecco alcuni consigli per prevenire l’insorgere dell’osteoporosi o per curarsi adeguatamente in caso la patologia sia già sorta.

  • Un’alimentazione ricca di calcio e vitamina D.
  • Praticare regolarmente attività fisica sotto carico.
  • Evita il fumo e il consumo eccessivo di alcolici (il cosiddetto “consumo moderato” per le donne e gli anziani è stabilito dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism e consiste in un bicchiere al giorno.
  • Assumere farmaci che fermino la perdita di tessuto osseo, aumentino la densità ossea e prevengano le fratture.
  • Sottoporsi a intervento chirurgico o a fissazione esterna delle ossa fratturate.
  • Ricorrere a una nuova tecnologia, che consiste nell’iniezione di cemento nella vertebra danneggiata, chiamata vertebroplastica o cifoplastica. Questa operazione può essere presa in considerazione in caso di fratture vertebrali particolarmente dolorose.
  • Protezioni per i fianchi o imbottiture per donne che corrono un rischio elevato di fratture ai fianchi, soprattutto se sono particolarmente sottili.

Ci sono numerosi medicinali approvati dalla statunitense Food and Drug Administration (FDA) per la prevenzione e/o il trattamento dell’osteoporosi. Tali medicinali potrebbero posticipare a tempo indeterminato la perdita di tessuto osseo ma solo se vengono assunti regolarmente. Come in qualunque terapia farmacologica, ci sono alcuni rischi ed effetti collaterali. Chiedi al tuo operatore sanitario quali sono i rischi e i benefici del trattamento consigliato per le tue esigenze sanitarie specifiche.

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Terapie per l’osteoporosi

Esistono diverse terapie a cui un paziente affetto da osteoporosi può rivolgersi. Qui di seguito ne elenchiamo alcune.

Terapia estrogenica in post-menopausa

La terapia estrogenica in post-menopausa ha dimostrato di essere altamente efficace. Contribuisce infatti alla riduzione della perdita di tessuto osseo e all’aumento della densità ossea nella spina dorsale e nei fianchi, perfino se tale fenomeno si verifica dopo i 70 anni. La terapia estrogenica in post-menopausa e la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni e progenistici (HRT) sono a disposizione in una varietà di applicazioni: pillole, creme, cerotti cutanei, anello vaginale e iniezioni.

Un tempo considerata sicura per la prevenzione a lungo termine dell’osteoporosi e delle patologie cardiache, così come per il sollievo a breve termine dei sintomi della menopausa come le vampate di calore, la terapia ormonale in post-menopausa per entrambi i casi è ora sotto l’accurato controllo del governo federale. I principali studi sulla terapia ormonale in post-menopausa pubblicati nel 2002 hanno spinto ad eseguire questi controlli.

I possibili rischi degli estrogeni

Nel gennaio 2003, la statunitense Food and Drug Administration (FDA) ha annunciato che sarebbe stato necessario un nuovo avviso da mettere in evidenza nella scatole di tutti i prodotti a base di estrogeni destinati a essere utilizzati dalle donne in post-menopausa.

Cinque prodotti attualmente sul mercato negli Stati Uniti contengono estrogeni e progenistici, mentre 15 contengono unicamente estrogeni. La cosiddetta “scatola nera” è il passo più importante che abbia preso la FDA per segnalare ai consumatori i possibili rischi di un farmaco.

L’avviso “scatola nera”

L’avviso sottolinea il rischio elevato di contrarre patologie cardiache, infarti, ictus e tumore al seno a causa di estrogeni supplementari. Rischi riscontrati da una parte della Women’s Health Initiative (WHI), uno degli studi principali intrapresi sulla salute delle donne. Mentre altri ambiti della WHI sono in fase di svolgimento, lo studio che ha identificato i rischi sanitari legati alla terapia a base di estrogeni e progenistici in post-menopausa è stato bruscamente sospeso.

Inoltre, l’avviso “scatola nera” viene messo in evidenza anche in quei prodotti a base di estrogeni che non sono stati approvati per la prevenzione delle patologie cardiache. Ciò viene fatto per raccomandare agli operatori sanitari di prescrivere il dosaggio più basso dei prodotti a base di estrogeni e possibilmente per un periodo di tempo ridotto. Alle donne che assumono questi farmaci viene caldamente consigliato di effettuare una mammografia annuale, eseguire un auto-esame mensile del seno e sottoporsi a screening mammografici periodici.

La soggettività del rischio

Il profilo di rischio di ogni donna è diverso. Perciò le donne che stanno prendendo in considerazione come possibile trattamento la terapia ormonale in post-menopausa, oppure coloro che la fanno per prevenire l’osteoporosi, dovrebbero discutere con il loro medico dei rischi personali di malattie cardiache e di cancro al seno. Così potrebbero riconsiderare le loro scelte e le terapie in programma in luce del recente avviso della FDA. Sono a disposizione trattamenti alternativi e farmaci preventivi.

Osteoporosi: la terapia ormonale

Varianti nuove e a dosaggi inferiori di terapie ormonali utilizzate per trattare i sintomi della menopausa sono state recentemente sviluppate. La FDA infatti ha approvato di recente una versione a basso dosaggio del trattamento a base di estrogeni e progenistici. E’ stata commercializzata con il nome Prempro e che dovrebbe essere disponibile per l’estate del 2003.

Se attualmente stai seguendo una terapia ormonale in post-menopausa, parla con il tuo operatore sanitario prima di interrompere la cura. Se la stai facendo per alleviare i sintomi della menopausa, la sua interruzione improvvisa potrebbe peggiorare i suddetti sintomi. L’interruzione graduale del trattamento dipenderà dal tipo di terapia che stai seguendo. Nel caso in cui la terapia a base di estrogeni o quella a base di estrogeni e progenistici fosse interrotta, potrebbero ripresentarsi condizioni come la bassa densità delle ossa. Sarebbe perciò necessario un altro tipo di intervento.

Farmaci per l’osteoporosi

Ci sono altri farmaci e strategie nello stile di vita per mantenere le ossa forti che non comportano questi rischi. Gli ulteriori medicinali prescritti per la prevenzione e/o il trattamento dell’osteoporosi comprendono i seguenti (vedi la sezione dedicata alla prevenzione per le strategie nello stile di vita):

Alendronato

E’ un farmaco specifico per le ossa approvato dalla FDA per trattare e prevenire l’osteoporosi. È stato dimostrato che l’alendronato aumenta la massa ossea e riduce il rischio di fratture alla colonna vertebrale, ai fianchi, ai polsi e in altre parti del corpo. Gli effetti positivi si sono verificati su circa il 50 per cento nelle donne affette da osteoporosi. L’alendronato è stato inoltre approvato per trattare l’osteoporosi indotta da glucocorticoidi.

Le compresse di alendronato dovrebbero essere prese a stomaco vuoto e con un bicchiere pieno d’acqua da 6-8 once. Il produttore consiglia di prendere questo medicinale di prima mattina, almeno 30-60 minuti prima dell’assunzione di cibi, bevande o farmaci della giornata.

Gli effetti collaterali possono comprendere irritazione del tratto gastrointestinale, altri problemi digestivi e ulcere. Per ridurre al minimo questi effetti collaterali occorre rimanere in posizione eretta per almeno 30 minuti dopo l’assunzione del medicinale. L’alendronato può essere preso tutti i giorni o come trattamento medico settimanale.

Calcitonina

Il farmaco (Miacalcin) è approvato per donne in post-menopausa da cinque anni e che non tollerano la terapia a base di estrogeni. Gli studi mostrano che questo farmaco contribuisce al mantenimento della massa ossea e alla riduzione moderata del rischio di frattura alla colonna vertebrale.

Non è stata dimostrata la protezione da altri tipi di frattura. Dato che la calcitonina è una proteina non può essere assunta per via orale. Così infatti verrebbe assimilata prima della sua eventuale azione. Si consiglia di assumerla tramite spray nasale oppure (anche se meno comune) per iniezione. I possibili effetti collaterali comprendono irritazione nasale e infiammazione.

Raloxifene

Il farmaco (Evista), preso sotto forma di compresse, è approvato per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi. Il Raloxifene ha effetti positivi, simili a quelli degli estrogeni, sulle ossa. Ciò non accade sul seno o sul rivestimento interno dell’utero. Proviene da una classe di farmaci chiamata modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM). Questo farmaco sembra prevenire la perdita di tessuto osseo nella colonna vertebrale, nei fianchi e nel resto del corpo.

È stato dimostrato che il Raloxifene riduce della metà la probabilità di fratture vertebrali nelle donne affette da osteoporosi. Tuttavia non ci sono dati che confermino la riduzione del rischio di altri tipi di fratture ad eccezione di quelle alla colonna vertebrale. I possibili effetti collaterali includono vampate di calore, coaguli di sangue nelle vene (simili agli estrogeni) e crampi alle gambe.

Risedronato

Questo farmaco (Actonel, un altro farmaco appartenete ai bifosfonati), assunto in compresse, è specifico per le ossa. Approvato per trattare e prevenire l’osteoporosi. È stato dimostrato che tale farmaco aumenta la massa ossea e riduce il rischio di fratture alla colonna vertebrale, ai fianchi e altre zone nelle donne affette da osteoporosi.

Inoltre il risedronato è stato approvato per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi. Per ridurre al minimo gli effetti collaterali, che possono comprendere irritazione del tratto gastrointestinale, altri problemi digestivi e ulcere, occorre rimanere in posizione eretta per almeno 30 minuti dopo aver assunto il farmaco. Si consiglia anche di prendere qualsiasi tipo di vitamine, calcio e antiacidi sempre 30 minuti dopo l’assunzione di risendronato. Come sempre, riferisci qualunque sintomo al tuo operatore sanitario.

Teriparatide

Un nuovo medicinale approvato dalla FDA nel novembre 2002. E’ il primo farmaco che stimola concretamente la formazione ossea invece di rallentare la rottura delle ossa. Viene somministrato tramite iniezione una volta al giorno. Inoltre porta un’avvertenza particolare, visto che negli esami di laboratorio ha causato tumori ossei maligni nei topi. Tuttavia, tali tumori non si sono manifestati nelle 2000 persone che hanno testato il farmaco durante le sperimentazioni cliniche. Gli effetti collaterali possono comprendere nausea, stordimento e crampi alle gambe.

Parla con il tuo operatore sanitario su quali siano le terapie e le strategie nello stile di vita, come l’aumento di assunzione di calcio e di attività fisica, più sicure ed efficaci per le tue esigenze cliniche e per prevenire l’osteoporosi.

Trattamenti di prevenzione e trattamenti recenti

Anche evitare le cadute è un aspetto importante del trattamento dell’osteoporosi per ridurre la probabilità di fratture alle ossa dei fianchi, dei polsi, della colonna vertebrale e di altre parti dello scheletro. Le cadute possono essere provocate da fattori ambientali come pavimenti scivolosi e stanze poco illuminate. Così come da disturbi della vista e/o dell’equilibrio, da malattie croniche che compromettono il funzionamento fisico e mentale e da determinati farmaci come sedativi e antidepressivi.

È fondamentale essere consapevoli di qualsiasi cambiamento fisico che potrebbe influire sul tuo equilibrio o sulla tua andatura. Riferisci ogni cambiamento o preoccupazione al tuo operatore sanitario. Prendi in considerazione l’attuazione di questi cambiamenti per favorire l’eliminazione dei fattori ambientali che potrebbero portare alle cadute.

Consigli per evitare le cadute

  • Dentro casa: mantenere le superfici dei pavimenti lisce ma non scivolose e sistemare tutto in caso di disordine. Indossare calzature di sostegno e col tacco basso. Evitare di camminare utilizzando solo calzini, calze o pantofole. Assicurarsi che le trombe delle scale siano ben illuminate e che le scale siano provviste di corrimano si entrambi i lati. Installare delle maniglie sulle pareti del bagno vicino alla vasca, alla doccia e alla tazza. Infine, usare un tappetino da bagno nella doccia o nella vasca.
  • Fuori casa: Utilizzare un bastone o un girello per una maggiore stabilità. Indossare calzature con suola in gomma per una maggiore aderenza. Camminare sull’erba se i marciapiedi sono scivolosi. Essere prudenti in caso di superfici estremamente lucide che diventano scivolosi se lavati. Utilizzare passatoie in plastica o provviste di tappeto laddove possibile. Alcune donne più anziane che corrono un rischio elevato di cadere e di subire fratture ai fianchi potrebbero prendere in considerazione l’uso di apposite protezioni. Questi strumenti sono protezioni sottili che si possono inserire nella biancheria intima.

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Linee guida per i medici

L’American Geriatrics Society (AGS) ha rilasciato di recente delle linee guida. Sono state elaborate per la gestione clinica, in modo da assistere i medici nella valutazione dei rischi di cadute nei soggetti più anziani e fornire strategie di prevenzione per ridurre tale rischio.

Le raccomandazioni sono state pubblicate nel 2001 nel numero di maggio della rivista della AGS. La rivista ha anche elaborato una guida aggiuntiva per i consumatori che fornisce consigli sulla riduzione dei rischi di cadute. Per maggiori informazioni sulle linee guida per la prevenzione delle cadute nei soggetti più anziani e sulla guida per i consumatori, consultare il sito dell’American Geriatrics Society.

Ricerca e nuove terapie all’orizzonte

In uno studio recente condotto dagli scienziati dell’Università statale dell’Ohio, 35 donne in pre-menopausa affette da cancro al seno sono state sottoposte a chemioterapia e hanno manifestato un’accelerazione della perdita di densità ossea (8 per cento).

Questo sorprendente risultato è stato rilevato dopo soli 12 mesi di trattamento chemioterapico. I risultati di questo studio sostengono l’idea che gli esami sulla densità ossea svolgano un ruolo importante soprattutto in quelle donne che sviluppano insufficienza ovarica indotta dalla chemioterapia, secondo il parere del capo ricercatore di tale studio.

L’effetto dei contraccettivi

Le giovani donne che praticano regolarmente attività fisica e assumono pillole contraccettive potrebbero non avvertire un aumento della resistenza ossea, al contrario delle donne che fanno attività fisica ma non assumono contraccettivi orali.

Questo secondo uno studio riportato nel 2001 nel numero di giugno della rivista scientifica Medicine & Science in Sports & Exercise. Secondo il capo ricercatore di tale studio, i contraccettivi orali possono controllare i livelli di estrogeni nel sangue e ostacolare l’aumento (osseo) indotto dall’attività fisica. Gli altri ricercatori non hanno ancora confermato questa scoperta.

Le nuove scoperte

La ricerca promulgata dagli Istituti Nazionali di Sanità ha fatto una serie di importanti scoperte che dovrebbero inaugurare una serie di nuovi e avvincenti settori di ricerca legati all’osteoporosi. Qui ve ne elenchiamo alcune.

  • Identificazione di un gene fondamentale per la formazione ossea.
  • La scoperta che l’estrogeno provoca la “morte cellulare programmata” nelle cellule responsabili del deterioramento delle ossa (gli osteoclasti).
  • La preparazione “a rilascio prolungato” di fluoruro di sodio è attualmente in considerazione come possibile trattamento per l’osteoporosi e come sostanza che riduce le fratture ossee, senza i significativi effetti collaterali legati alle versioni precedenti di questo controverso agente.
  • Il Lasofoxifene è un più recente modulatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERM) ed è attualmente sottoposto a sperimentazione clinica nelle donne in post-menopausa. Simile al raloxifene (l’unico dei SERM ad essere stato approvato dalla FDA per trattare l’osteoporosi nella post-menopausa), il lasofoxifene non sembra stimolare il tessuto uterino, che è un effetto nocivo provocato da altri SERM come il tamoxifene. Il farmaco si trova attualmente negli studi clinici grandi e multicentrici e prima o poi potrebbe venire approvato nei prossimi anni.
  • La somministrazione annuale e di 15 minuti di un farmaco chiamato zoledronato è attualmente esaminata da studi clinici grandi e multicentrici per dimostrare la sua efficacia nel trattamento dell’osteoporosi. Questo farmaco potrebbe venire approvato entro i prossimi anni.

Copyright 2003 National Women’s Health Resource Center Inc. (NWHRC).

Scritto da Elisa Ceccon

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