Pene curvo: l’andrologo De Luca spiega perché non deve essere un tabù

La parola dell'esperto su una delle tematiche più tabù: il pene curvo.

Tra i disturbi più comuni che possono colpire il membro maschile è possibile annoverare una deformazione più o meno accentuata, un fenomeno noto come pene curvo o malattia di La Peyronie.

Ovviamente, non si tratta sempre di una condizione problematica, che causa necessariamente un deficit erettile o problemi di impotenza, ad ogni modo può influire negativamente nella sessualità anche laddove non esistono alterazioni funzionali.

Secondo l’andrologo Francesco De Luca, infatti, specializzato nelle terapie innovative per il benessere sessuale e la prevenzione uro-andrologica, il pene curvo può causare sia disagi apparenti puramente estetici sia funzionali, in quanto può diminuire realmente la capacità di avere e mantenere un’erezione.

Ad esempio, la malattia di La Peyronie può provocare ansia da prestazione nel proprio partner, rendere poco piacevole l’atto sessuale, oppure complicarlo compromettendo il benessere psicofisico della coppia.

In questi casi, è fondamentale effettuare una diagnosi accurata e precoce, per questo motivo è essenziale la prevenzione sottoponendosi a una visita andrologica fin dall’adolescenza, per evitare problemi nei rapporti sessuali legati alle prime esperienze.

Ciò vale anche per gli adulti, qualora tale deviazione dovesse presentarsi in età avanzata, a causa di traumi o altre cause non genetiche. Per questo motivo, è indispensabile una maggiore informazione e trasparenza su questo tema, così come rivolgersi solo a professionisti esperti in caso di necessità.

A questo proposito, il Dott. De Luca, dopo aver studiato attentamente ogni singolo caso, è in grado di proporre terapie personalizzate che comportano l’utilizzo di tecniche all’avanguardia acquisite durante le sue numerose esperienze internazionali.

Cause e sintomi principali dell’incurvamento del pene

Il pene curvo può manifestarsi come un problema congenito, ovvero essere legato a fattori genetici, rendendo necessario l’intervento chirurgico il quale va eseguito non prima della pubertà.

In altri casi, invece, è possibile che tale deformazione si manifesti più tardi trattandosi di pene curvo acquisito, poiché causato da patologie e traumi che improvvisamente provocano l’incurvamento del membro maschile.

Il disturbo congenito non evolve nel tempo; è dovuto ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi dell’organo genitale maschile, in quanto durante i primi anni di vita i tessuti cavernosi e spongiosi non seguono un decorso naturale.

Il pene curvo acquisito è legato spesso alla malattia di La Peyronie, anche nota come Induratio Penis Plastica o IPP, una patologia che colpisce soprattutto dopo i 50 anni d’età e provoca la perdita di elasticità del pene.

In alcuni casi, la malattia di La Peyronie può essere accompagnata da diabete, aterosclerosi, ipertensione, oppure sorgere in seguito a traumi di vario genere anche di piccola entità. Per quanto riguarda i sintomi, l’incurvamento può essere più o meno accentuato, ad ogni modo può rendere difficile la penetrazione o persino causare dolore.

Nei casi più gravi, l’atto sessuale diventa impossibile, provocando un deficit erettile e mettendo a rischio il benessere sessuale creando problemi nella vita privata e nel rapporto di coppia.

Pene curvo: quali sono le terapie e i trattamenti disponibili

L’unica opzione a disposizione per intervenire in presenza di pene curvo è cominciare da una visita andrologica specialistica, un incontro con uno specialista attraverso il quale svolgere esami e analisi accurate, per identificare le cause del disturbo e studiare una terapia personalizzata quanto più possibile efficace.

Individuare il percorso terapeutico più adatto per ogni caso specifico è essenziale, in quanto il trattamento deve essere individuale e in grado di rispondere alle esigenze particolari del paziente, per aumentare le chance di successo con effetti possibilmente duraturi e definitivi.

Al giorno d’oggi esistono tantissime procedure che si possono seguire, a partire da una semplice terapia medica orale o intralesionale, utilizzando farmaci approvati dalle autorità europee come la Collagenasi di Clostridium Histolyticum.

Questi approcci si inquadrano come trattamenti conservativi, da considerare se la patologia si trova nelle fasi iniziali e la deformazione non è molto accentuata, tuttavia l’efficacia non è spesso comprovata e non sono in grado di offrire risultati adeguati rispetto ad altri tipi di interventi.

Una delle tecniche più apprezzate in questo campo è la corporoplastica, un intervento chirurgico di raddrizzamento del pene in grado di offrire una soluzione concreta laddove la malattia di La Peyronie causa problemi sessuali, alterando la vita intima della coppia.

Si tratta di un metodo innovativo, più efficace rispetto a tecniche tradizionali come il procedimento Nesbit, in grado di fornire benefici tangibili dal punto di vista estetico e funzionale. Ovviamente, ogni soluzione deve essere studiata con attenzione, perciò rimane indispensabile l’accompagnamento medico e il supporto dell’andrologo a partire dalle visite preventive.

Scritto da Redazione Online

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