Test salivare rapido: sei minuti per scoprire se sei positivo al Coronavirus

Test salivare rapido per il covid: come funziona, la sperimentazione e i benefici.

L’emergenza Coronavirus non è conclusa, nonostante a poco a poco le varie attività stiano faticosamente riaprendo e la gente stia tornando per strada. Nel frattempo, la ricerca scientifica non si ferma e continua a proporre nuovi metodi per verificare la positività dei cittadini al famigerato Covid-19. L’ultima idea riguarda la diffusione di un test salivare rapido in grado di garantire risultati pressoché immediati.

Come funziona il test salivare rapido per il Covid

Il test salivare rapido viene così chiamato perché richiede fino ad un massimo di soli sei minuti per analizzare a dovere la positività o meno di un cittadino al Covid. L’obiettivo è quello di mettere in circolazione questo metodo nel giro di un paio di settimane. Tutto è nato grazie ad un’intuizione del ricercatore di Varese Lorenzo Azzi e del professore di biochimica Mauro Fasano, entrambi operanti presso l’università dell’Insubria.

Fasano ha dichiarato di aver pensato all’uso di un esame immunochimico altamente selettivo. L’anticorpo specifico per la proteina spike viene così posto direttamente sulla superficie dell’agente patogeno, analizzando poche gocce di saliva. Queste ultime vengono posizionate su una striscia di carta con esito immediato. Se viene riscontrata una sola linea, il virus non è presente. Se invece le linee sono due, il soggetto è positivo e ci vuole un ulteriore tampone per confermare tutto.

Non appena la saliva viene testata e il risultato è positivo, gli anticorpi catturano il virus e lo immobilizzano in maniera immediata. Un secondo reagente parte così all’attacco, legandosi a piccole particelle d’oro. Il complesso che è stato generato assume così un colore ben preciso, in modo che possa essere visibile fin dal primo momento. Un’operazione di pochi minuti può quindi dare vita a risultati soddisfacenti, ma il test va ulteriormente sperimentato.

Come sta andando la sperimentazione dei ricercatori

I ricercatori che hanno messo a punto il test salivare hanno così cercato un sistema per verificare la sua efficacia. Hanno chiesto aiuto all’Asst dei Sette Laghi e utilizzato il test su 137 pazienti. Hanno effettuato i tamponi orofaringei e si sono resi conto di aver conseguito la sensibilità sufficiente. La presenza di pochi falsi negativi ha sottolineato quanto l’analisi fosse vicina alla realtà, con la prospettiva di utilizzarla presso i vari centri clinici nel giro di un arco di tempo molto contenuto.

La quantità di virus era quindi sufficiente per considerare il test attendibile. La sperimentazione va avanti con il prototipo commerciale in collaborazione con l’azienda NatrixLab, con sede a Reggio Emilia. Fasano ha dichiarato di essere pronto ad accertare la sensibilità e la specificità del suo metodo sui primi 200 pazienti, con l’obiettivo di ricevere la certificazione per uso diagnostico sotto prescrizione medica nel giro di poche settimane. Un altro scopo da conseguire riguarda la chance di proporre il test rapido a costi accessibili, mentre per un utilizzo privato ci vorrà ancora molto tempo.

Quali sono i benefici di una simile tecnica

Il test salivare rapido è stato concepito con una serie di aspirazioni ben precise. Prima di tutto, un’analisi così immediata vuole fare in modo che possa essere migliorata l’azione di rilevazione e contenimento del Sars-Cov-2. In pratica, se i test vanno a buon fine, le probabilità di tenere sotto controllo la pandemia crescono in misura soddisfacente, con la prospettiva di monitorare ciascun paziente.

Fasano ha aggiunto che i test sono molto pratici e possono essere effettuati pressoché ovunque, sia in un Pronto soccorso, sia per strada. L’esito viene ricevuto in pochissimi minuti e non c’è alcun fastidio per chi prende parte al test. I test salivari rapidi misurano con estrema precisione l’infettività e la carica virale di ciascun soggetto, identificando fin da subito gli asintomatici e costituendo un’alternativa molto più efficace agli ormai noti test sierologici.

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