Carote e abbronzatura: qual è la correlazione?

Carote e abbronzatura: le proprietà del beta-carotene.

Quando la stagione estiva si affaccia sulla nostra vita di tutti i giorni, fra il solito tran tran lavorativo e i giri al parco della domenica, un desiderio prende sempre il sopravvento: recuperare quella tintarella che ci donava un aspetto sano e giovanile nella scorsa stagione calda. L’abbronzatura è uno dei rimedi più efficaci per sembrare tonici e belli con il minimo sforzo: non è facile, però, con gli impegni di tutti i giorni, riuscire a recuperare una tintarella accettabile e dignitosa.

Come fare, allora? Un aiuto importante e a basso costo ed impegno, arriva dalle carote: vediamo come fare.

Il beta-carotene: le carote per l’abbronzatura perfetta

Quando si sente parlare delle carote per abbronzatura, si parla implicitamente del beta-carotene: si tratta di un enzima specifico, che ha la funzione di antiossidante per la cute, e che aiuta l’organismo nella produzione della vitamina A, che aiuta la pelle a rigenerarsi. Inoltre, non si tratta di un aiuto effettivo all’abbronzatura: in realtà, infatti, studi scientifici hanno dimostrato che è proprio il beta-carotene a depositarsi nello strato inferiore della pelle, conferendo il famoso colore ambrato.

Triplo effetto, quindi: aiuta la pelle a rigenerarsi in caso di scottature o ustioni date dal sole, mantiene la pelle giovane con funzione antiossidante, e si deposita in profondità nell’epidermide conferendo un colore ambrato alla pelle.

Ecco, quindi, come le carote aiutano l’abbronzatura. Non vi è corrispondenza diretta, ma una concatenazione di fattori molto profonda e forte per l’organismo: non è del tutto scorretto dire che le carote aiutano l’abbronzatura, ma è preferibile asserire che in realtà le carote rendono il corpo umano maggiormente propenso ad assorbire gli elementi necessari a favorire la tintarella estiva.

Consumare la carota cruda o cotta?

Comunemente si pensa che il consumo delle carote in ottica abbronzante sia preferibile in modalità cruda: in realtà, recenti studi hanno dimostrato che la cottura di queste radici rende i carotenoidi più facilmente assimilabili dall’organismo umano. Quindi, la risposta è semplice: molto meglio mangiare carote cotte per favorire l’abbronzatura.

Il metodo di cottura è totalmente indifferente: lesse o al forno, in umido o in pastella e fritte. Qualunque metodo di cottura rende le carote più facilmente assimilabili e maggiormente digeribili.

Una pratica soluzione è anche la centrifuga: anche in questo caso, però, è bene cuocere prima le carote (lessandole per una mezzora su fuoco medio), per poi inserirle nella centrifuga ed estrarne il prezioso succo.

Quando vanno consumate?

Contrariamente a quanto verrebbe facile pensare, le carote e l’abbronzatura non hanno una corrispondenza diretta. Risulta alquanto inutile (per quanto gustoso possa essere) consumare carote in spiaggia, nella convinzione che ci si possa abbronzare meglio e più in fretta: ma allora quando è opportuno consumarle?

Recenti studi hanno mostrato come gli effetti antiossidanti e la produzione di vitamina A sia maggiore con il consumo continuativo nel tempo: occorre fino ad un mese per abituare l’organismo alla produzione di questi essenziali elementi per l’abbronzatura, partendo dalla digestione delle carote. Per cui, se si intende utilizzare questo metodo per favorire la tintarella estiva, è bene inserire le carote nella propria dieta almeno un mese prima di andare al mare o in un qualunque altro luogo per prendere il sole. Inoltre, il consumo deve essere costante: almeno una porzione al giorno, in modo da tenere l’organismo sempre pronto e vigile per la produzione di questi elementi.

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