Cibi fermentati: quali sono quelli da evitare

La comune sensazione di "pancia gonfia" è spesso provocata dall'assunzione di cibi fermentati: quali sono quelli da evitare.

L’avvicinarsi della bella stagione e con essa della “prova costume” porta a riflettere su un problema assai diffuso sia all’interno della popolazione maschile che in quella femminile: il gonfiore addominale provocato, in larga misura, dall’assunzione di alimenti ad alto potere fermentativo. Inoltre, il processo di fermentazione può causare, nelle persone che soffrono d’intestino irritabile, fastidi ancora maggiori con l’insorgenza di meteorismo, dolore, senso di tensione e flatulenza. Gli ultimi studi hanno dimostrato che una dieta mirata a ridurre l’assunzione di alimenti ad alto potere fermentativo è in grado di portare, nel breve periodo, ad una diminuzione del gonfiore addominale del 50% che cresce fino a raggiungere il 66% se le nuove abitudini vengono mantenute per almeno 16 mesi.

Cibi fermentati: quali sono da evitare

Latticini e prodotti caseari (in particolare freschi) possono rivelarsi difficilmente digeribili e aumentare il gonfiore soprattutto in quei soggetti che, non producendo “lattasi”, non sono in grado di digerire il lattosio; decisamente migliori sono i formaggi stagionati anche se, in relazione all’elevato contenuto di grassi, devono comunque essere consumati con moderazione. Sul fronte ortaggi i cavoli, la rape, le verze e tutti gli appartenenti alla famiglia delle brassicacee, sono considerati difficilmente digeribili e causa di fermentazione, una volta giunti nell’intestino. Fra i cibi fermentati da evitare troviamo anche i legumi, soprattutto ceci e fagioli, in grado di provocare episodi di meteorismo anche severo; il “trucco” per ridurre al minimo gli effetti collaterali è quello di metterli a bagno un’intera notte, in una soluzione di acqua fredda e limone, prima di consumarli come d’abitudine. In questa “classifica” degli alimenti ad alto potere di fermentazione non possono mancare i cereali raffinati quali pane fresco, biscotti, pizza… ma anche le più “insospettabili” prugne e castagne, da consumare con moderazione soprattutto da chi soffre d’intestino irritabile. Le bevande gassate ricche di zuccheri, o dolcificate con polialcoli, sono in grado di causare non pochi fastidi a livello intestinale così come gli alcolici, soprattutto i vini bianchi e frizzanti e la birra ad elevata gradazione; da preferire i vini rossi meglio se di provenienza biologica. Le spezie meritano poi un discorso a parte. Se, da un lato, un largo consumo di spezie consente di ridurre l’impiego di sale, dall’altro alcune di queste, soprattutto se assunte in grandi quantità, sono in grado di fermentare nell’apparato digerente creando notevoli disagi.


Le cattive abitudini

Se, dunque, i cibi che fermentano sono causa di grossi fastidi, anche errate abitudini alimentari possono amplificare questi disturbi a tutto svantaggio dell’apparato intestinale. L’assunzione di Chewing Gum, ad esempio, può essere utile per pulirsi la bocca quando non è possibile lavarsi i denti oppure controllare lo stress ma gli effetti collaterali sono dietro l’angolo. La masticazione prolungata, infatti, introduce all’interno dello stomaco una crescente quantità di aria che accresce il meteorismo e la sensazione di gonfiore addominale. Per la stessa ragione è opportuno evitare l’utilizzo della cannuccia e consumare la propria bevanda preferita bevendo direttamente dal bicchiere.
Inoltre, ma non meno importante, i pasti andranno gustati con una certa calma, ritagliandosi un congruo lasso di tempo. In questo modo, mangiando lentamente e a bocca chiusa, si eviterà d’ingurgitare, oltre agli alimenti, anche una grossa quantità di aria a tutto vantaggio dell’intestino. Ridurre o abolire il fumo, evitare di coricarsi a pancia piena e svolgere un’attività fisica regolare sono ulteriori consigli preziosi soprattutto per i soggetti che già soffrono di difficoltà digestive e fastidi addominali in genere, magari connessi alla sindrome dell’intestino irritabile.

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