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Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha iniziato a fare il suo ingresso nel settore sanitario, e le farmacie non fanno eccezione. Questo fenomeno porta con sé una serie di opportunità e timori legati alla professione. Alcuni professionisti vedono l’IA come un alleato in grado di ottimizzare i processi, mentre altri la percepiscono come una minaccia. Con l’aiuto di Gianluca Cammarata, esperto di IA e farmacista, si approfondiscono le potenzialità di questa tecnologia.
Lo stato attuale dell’intelligenza artificiale in farmacia
In Italia, l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle farmacie è ancora in fase embrionale. A differenza di paesi come gli Stati Uniti, dove sono già in uso numerose piattaforme di IA in migliaia di farmacie, in Italia si contano solo poche centinaia di implementazioni. In Cina, si stanno testando modelli avanzati che includono il riconoscimento facciale, ma tali soluzioni sono difficilmente applicabili in Europa a causa delle normative vigenti. Il contesto normativo europeo, con le sue lunghe procedure di certificazione e l’imminente introduzione dell’AI Act, sta rallentando la diffusione di applicazioni cliniche, spingendo molte startup a concentrarsi su soluzioni più commerciali.
La sfida culturale
È essenziale notare che la vera sfida non è tanto di natura tecnologica, quanto culturale. È fondamentale trasformare l’IA da strumento percepito come minaccia a risorsa per la valorizzazione professionale. La rete capillare delle farmacie italiane rappresenta un vantaggio competitivo che non può essere replicato online, e questa è una chiave per affrontare il cambiamento.
Ostacoli all’implementazione dell’IA
Ci sono diversi fattori che ostacolano l’implementazione dell’intelligenza artificiale nelle farmacie. In primo luogo, il quadro normativo europeo è complesso e rigoroso. Il GDPR protegge i dati sanitari, mentre il Regolamento (UE) 2017/745 disciplina i dispositivi medici. L’AI Act, previsto per il 2026, porterà ulteriori requisiti che, sebbene garantiscano sicurezza, possono ritardare l’adozione.
Integrazione e formazione
Dal punto di vista tecnico, un altro ostacolo significativo è l’integrazione dell’IA con i numerosi sistemi gestionali già in uso nelle farmacie. La frammentazione dei software richiede lo sviluppo di standard comuni, attualmente in fase di elaborazione attraverso le API e i protocolli di interoperabilità. Inoltre, è cruciale investire nella formazione dei farmacisti, affinché comprendano i limiti e le potenzialità di questi strumenti. L’IA offre previsioni basate su modelli probabilistici, quindi la sua implementazione deve essere vista come un percorso evolutivo piuttosto che una rivoluzione improvvisa.
Applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale
Esistono già soluzioni di intelligenza artificiale che le farmacie possono adottare per semplificare le attività quotidiane. L’IA è particolarmente efficace non nelle attività ripetitive, dove bastano software tradizionali, ma nelle situazioni che richiedono adattamento e personalizzazione. È fondamentale riconoscere questa differenza per investire in tecnologie realmente utili.
L’efficacia dell’intelligenza artificiale dipende dalla capacità di identificare chiaramente i problemi da affrontare. L’IA amplifica l’efficienza solo se applicata a processi già compresi e ottimizzati. Il vero valore risiede nel liberare tempo per attività a maggiore valore aggiunto; mentre l’IA gestisce variabilità prevedibili, il farmacista potrà dedicarsi a consulenze specialistiche e alla relazione umana, che rimangono insostituibili.



